Cavalchini, una canzone con i bambini del Caf

Il musicista ha coinvolto l'associazione che accoglie i ragazzi vittime di abusi e maltrattamenti

Cavalchini, una canzone con i bambini del Caf
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Ci sono bambini che non hanno ancora iniziato ad assaporare la vita, che già hanno l'urgenza di una seconda possibilità per rimettere insieme pezzi andati in frantumi tra le mura di casa. È quello che si propone l'Associazione Caf, che dal 1979 accoglie e cura nelle sue case, bambini e ragazzi vittime di maltrattamenti e abusi in famiglia. In questo momento sono una settantina, i più piccoli hanno solo 3 anni, i più grandi 20. Ed è stato proprio in una di queste case, alla periferia di Milano, in zona Gratosoglio che un bel giorno è arrivato Nicolò Cavalchini. Musicista, noto alle notti milanesi per i suoi «giovedì» musicali che da anni riempiono locali, è anche uno che di seconde chance se ne intende. «Sono avvocato mancato - racconta - Laureato in giurisprudenza, il giorno in cui dovevo ritirare la mia pratica in Tribunale, ho scoperto che le avevano spostate tutte all'ultimo piano». Ha guardato le scale, «ma devo davvero andarla prendere si è chiesto?» L'ha preso un po' come un segno del destino. La sua documentazione di fine praticantato probabilmente è ancora lì. «Da quando ero ragazzino suonavo, lavoravo mentre studiavo al forum di Assago e facevo le serate, sempre sold out. In quel periodo stava uscendo il mio primo disco». Il suo secondo tempo è iniziato lì. Oggi ti dice che «a volte bisogna anche affidarsi e fidarsi e forse le cose vanno meglio di come si pensava che dovessero andare». Abitando queste parole, quel (bel) giorno ha raccolto l'invito di un'amica per fare una giornata da volontario al Caf. Si entra in punta di piedi, merenda, pane e Nutella, niente domande ai ragazzi, nulla sulla loro storia. «Ma i loro desideri... quelli sì, li volevo conoscere, volevo sapere di cosa sono appassionati, se avevano dei sogni, cosa avrebbero voluto fare da grandi». Poi ha cantato, hanno riso. Lui è risalito in auto. «Mentre tornavo a casa mi è venuta l'idea di coinvolgerli in una canzone che parlasse di nuove possibilità, di strade non previste... ma come volevo coinvolgerli in un'impresa vera». Con Mirko Bruno e Daniele Bellitto hanno scritto la canzone. Titolo: «È l'amore che ricalcola il percorso», «come una sorta di google map che se sbagli strada ricalcola da solo la strada migliore, così l'amore - racconta - ti porta sempre dove devi andare. Basta affidarsi, anche se sbagli, alla fine arrivi dove dovevi arrivare». A cantarla con lui i bambini dell'Associazione Caf, che ha portato in studio, poi in sala di registrazione. Proprio come dei veri cantanti. E loro hanno passato giorni a imparare la loro parte e poi sono andati a scuola a raccontare e vantarsi con la maestra e i compagni della grande avventura di cui sono stati protagonisti. «Ho pensato che potesse essere un modo per alimentare un sogno, perché a volte i sogni passano attraverso incontri con le persone. Le passioni sono sempre positive, sono dei motori, ma hai bisogno di qualcuno che te li faccia conoscere» racconta ancora Cavalchini. Oggi torna al Caf a fare merenda con loro e a cantare le canzoni di Natale. Ma quelle note avranno per sempre un valore speciale. Come spiega la pedagogista del Caf Paola Gobbi.

Per questi bambini che arrivano da contesti dove sono stati traditi «proprio da chi più al mondo avrebbe dovuto amarli, proteggerli e curarli cioè i loro genitori, non si sentono degni di essere amati e la loro autostima è bassissima». Ma l'amore ricalcola il percorso...

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