La celiachia potrebbe essere combattuta da una nanoparticella biodegradabile contenente proprio il glutine. Iniettata nei pazienti celiaci, ha permesso loro di mangiare glutine per due settimane senza soffrirne. Lo hanno scoperto i ricercatori della Northwestern Medicine negli Stati Uniti. Il nanodispositivo è dunque in grado di bloccare la patologia autoimmune che, provocata dal glutine, colpisce le pareti intestinali.
Attualmente chi soffre di celiachia può controllare la malattia solo evitando di mangiare cibi contenenti glutine. Gli esperti Usa hanno quindi usato la nanoparticella come strategaemma per consentire al sistema immunitario del paziente di non reagire al glutine. In sostanza, la nanoparticella induce nel paziente "tolleranza immunologica" nei confronti del glutine.
La nanoparticella viene iniettata nel sangue e viene subito intercettata da cellule immunitarie (i macrofagi), che ingeriscono il suo carico e avvertono altre cellule della sua innocuità. In questo modo si impediscono reazioni avverse al glutine. Il trattamento praticamente elimina ogni reazione infiammatoria a carico delle pareti intestinali cui i pazienti celiaci vanno inesorabilmente incontro quando consumano glutine.
Il nanodispositivo è stato già posto al vaglio della FDA (Food and and Drug Administration) statunitense e sarà ora testato anche per altre malattie autoimmuni e per allergie alimentari come quella alle arachidi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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