"Cent'anni di solitudine" e otto puntate in streaming

Netflix ha rilasciato i primi episodi tratti dal capolavoro di Gabriel García Márquez. Cast tutto colombiano

"Cent'anni di solitudine" e otto puntate in streaming
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«Molti anni dopo, di fronte al plotone d'esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía avrebbe ricordato quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva portato a conoscere il ghiaccio». È l'icastico incipit di Cent'anni di solitudine

del Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez. L'omonima serie Netflix, diretta da Alex García López e Laura Mora, parte esattamente da lì. Come a stabilire un immediato rapporto di fedeltà tra la pagina e la versione per immagini. I primi otto episodi, che hanno appena debuttato sulla piattaforma, accolti con notevole entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico, rispettano questo patto, a partire dalla qualità della produzione che è molto alta. Si allontana dal romanzo solo sfrondando ramificazioni secondarie della trama - inevitabile anche nei tempi lunghi della fiction - e scegliendo una narrazione più cronologica rispetto a quella di García Márquez.

La trama, quindi, segue le vicende della famiglia Buendía nel villaggio immaginario di Macondo, fondato da José Arcadio Buendía e sua moglie (e cugina) Úrsula Iguarán. Ed è proprio dall'amore contrastato Úrsula e José Arcadio, che devono fuggire dalla loro città d'origine dopo che c'è scappato il morto (ed il fantasma persecutore), che parte la serie. Che del realismo magico, elemento distintivo del romanzo, privilegia il realismo, grazie a set e costumi notevoli. La parte magica invece è resa come un'estensione di realtà più che come qualcosa di onirico. A far funzionare il tutto è anche il cast, rigorosamente colombiano: Marco González nel ruolo di José Arcadio Buendía, Susana Morales in quello di Úrsula Iguarán, e Claudio Cataño nei panni del colonnello Aureliano Buendía. Riescono a dare vita e spessore ai complessi personaggi del romanzo.

In conclusione, Cent'anni di solitudine su Netflix è un adattamento che riesce a rispettare

l'essenza del romanzo di Márquez. Si guarda volentieri, come un bigino di lusso. Certo, fare un capolavoro di immagini da un capolavoro di carta è un'altra cosa. Ma per quello di norma servono Stanley Kubrick e Arancia meccanica.

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