Barcellona - Difesa, difesa, difesa. Ma il catenaccio agli interisti non è mai sembrato così splendido. Nonostante l'espulsione l'Inter di Mourinho resiste 94 minuti nella bolgia dei 95mila del Campo Nou e conquista la finale di Champions League. E' la quinta della storia nerazzurra, 38 anni dopo l'ultima. Una vita. Per questo la gioia è profonda e incontenibile. Le corde vocali si tirano, le braccia si levano al cielo (per i più fortunati, al soffitto per gli altri). Non basta alla banda Guardiola, dopo tre giorni di pressing mediatico e verbale, il golletto di Piqué al 39' della ripresa. Dovevano spezzare le reni al mondo i blaugrana, si sono rotti la testa tutta la sera contro il muro di Mourinho. La rete di passaggi del Barcellona non mette mai l'uomo libero in area, non trova mai nessuno al tiro smarcato. E i nerazzurri, nonostante un'ora abbondante giocata in inferiorità numerica, si qualificano per la finalissima di Madrid. Là troveranno il Bayern Monaco di Van Gaal e Robben. Che sarà senza Ribery per squalifica.
Il primo tempo L'equilibrio si rompe al 28'. De Bleeckere sventola il rosso davanti alla faccia di Thiago Motta per una manata al mento di Busquets. Decisione fiscale dell'arbitro belga, il gesto non è particolarmente violento, ma da regolamento un giallo può starci. E Motta era già stato ammonito qualche minuto prima per un intervento in scivolata su Messi. Prima pochissime emozioni. Mourinho, complice l'infortunio di Pandev nel riscaldamento, schiera Chivu a centrocampo e sceglie solo Milito ed Eto'o davanti supportati da Sneijder. Guardiola invece sposta Gabi Milito sulla sinistra e inserisce Kolo Tourè centrale di difesa. Tra i blaugrana, come all'andata, il più pericoloso è Pedro. Anche perché Cambiasso è una cerniera precisissima su Messi e Samuel mura ogni iniziativa di Ibrahimovic. Al 3' Pedro rientra da sinistra e spara di destro: ma il pallone finisce a lato. Al 22', su cross di Dani Alves, Ibra fa la sponda per Xavi, ma il centrocampista catalano è murato da Samuel. Al 33' la palla più pericolosa per i padroni di casa davanti ai 95mila del Nou Camp. Messi parte da destra, rientra, salta due uomini e dal limite spara all'angolino basso. Julio Cesar vola e devia in corner. A fine frazione si vede Ibrahimovic. Al 39' Samuel blocca la sua conclusione un passo dentro l'area. E al 44' lo svedese ci prova su punizione dai 35 metri, ma la sua bordata sibila sopra la traversa. All'intervallo è ancora 0-0.
Ripresa blaugrana Il Barcellona sa che il secondo tempo è la sua ultima spiaggia in Champions. Ma non si vede quasi. Nel primo quarto d'ora i padroni di casa non bussano mai. Al 10' Dani Alves spara da 30 metri a lato. Imitato al 16' da Pedro. Al 17' Messi entra in area palla al piede, scambia nello stretto con Ibrahimovic, ma viene fermato da Chivu al momento del tiro. Guardiola si spazientisce. Fuori Ibra e dentro Bojan. Fuori Busquets e dentro Jeffren. Due ragazzini. Ma il gioco del Barcellona migliora. Prende aria, il campo si allarga. Il centravanti più pericoloso, come all'andata, diventa Piqué. Ma le occasioni latitano, regge la muraglia organizzata da Mourinho. Al 33' Eto'o, terzino per l'occasione, anticipa Xavi in corner. Al 37' corre un brivido sulla schiena del presidente Moratti, seduto in tribuna accanto a Laporta. Cross di Messi sul secondo palo che pesca tutto solo Bojan. Ma il colpo di testa esce sfiorando il palo. Al 39' il gol di Piqué. Imbucata rasoterra di Xavi sul filo del fuorigioco. Il centrale difensivo frena nell'area piccola. Cordoba e Julio Cesar fuori causa. Poi giravolta e 1-0. E' l'unico vero di momento difficoltà per i nerazzurri nella serata. Al 42' Xavi ci prova da fuori, ma il portiere brasiliano salva con i pugni. Sessanta secondi dopo Messi ancora da lontano, ma la conclusione è debole. In pieno recupero, al 47', De Bleeckere annulla la rete che aveva fatto esplodere il Campo Nou. Touré stoppa al limite il rinvio di un difensore con un braccio attaccato al corpo, il rimpallo arriva a Bojan che batte Julio Cesar. Decisivo il fallo di mano del centrocampista blaugrana.
Mourinho: "La sconfitta più bella" "La mia squadra ha lasciato il sangue, loro volevano vendere cara la pella e hanno fatto la festa prima. Noi abbiamo lasciato il sangue e l'abbiamo fatta dopo. Con il Barcellona è difficile in undici, in dieci è un'impresa storica". Queste le prime parole di José Mourinho dopo la qualificazione alla finale di Champions. "Chiedo ancora uno sforzo ai tifosi. Tifosi, venite a prendere questa splendida squadra all'aeroporto a Milano, venite a Roma, dobbiamo giocare un'altra finale domenica con Lazio e poi in Coppa Italia con la Roma: pensavo di aver toccato il massimo dell'empatia con i tifosi del Chelsea, ma con quelli dell'Inter è ancora di più. Sono innamorato dell'Inter e di questi tifosi, non del calcio italiano: lo rispetto, ma non lo amo". Per lo Special One "é la sconfitta più bella della mia vita. Questa squadra meritava di pareggiare 0-0. E' stata una gara straordinaria.
Ho già vinto la Champions - ha concluso -, oggi è stato più bello di quando ho vinto io. Purtroppo non potevo giocare, sennò entravo e lasciavo anche io il sangue". E il futuro? "Non prendo questa strada, il mio futuro ora sono queste 5 finali che mi rimangono".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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