Che storia il pettegolezzo

Tra scandali e foto osé "Novella 2000" compie 100 anni. Non è solo cronaca rosa: da Caligola ad Al Bano e Romina, anche il gossip ha contribuito a costruire il "villaggio globale"

Che storia il pettegolezzo

Il vizio di spiare dal buco della serratura la vita dei vip ha origini ben più antiche rispetto ai paparazzi e alle riviste di gossip. Ma ha sempre conservato lo stesso sapore: oggi sulla poltrona del parrucchiere o sotto l'ombrellone così come una volta nei salotti di corte o, prima ancora, nei gruppetti di soldati radunati attorno al fuoco negli accampamenti di guerra.

Un modo per passare il tempo? Sì, ma anche un collante sociale fondamentale per raccontare la nostra storia e muoversi su un terreno comune. Corre l'anno 120 dopo Cristo e comincia Gaio Svetonio Tranquillo a narrare i vizi del potere, dalle follie di Caligola ai vizi di Nerone. Lo fa con il preciso intento di ferire la reputazione dei personaggi che hanno leso la sua amata Repubblica. E arriva dritto dritto al risultato: di tutto ciò che abbiamo studiato al liceo due aneddoti chiave riguardano proprio Caligola, che nominò console il suo cavallo, e Nerone che, oltre a tre mogli, pare avesse avuto anche due mariti. Insomma, si tratta di pettegolezzi sopravvissuti nei secoli e arrivati persino ai nostri libri di storia.

IL POTERE AGGREGANTE

«Senza pettegolezzi l'informazione non esisterebbe - conferma il direttore del dipartimento di Sociologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Marco Lombardi -. Cancellarli vorrebbe dire annullare le relazioni. Citando il caro vecchio McLuhan, i mezzi di comunicazione sono l'estensione dei nostri sentimenti e il mondo è un villaggio.

Insomma, noi cerchiamo relazioni nella nostra prossimità e vedere che i vip hanno i nostri stessi problemi ed entrano in casa nostra con le loro debolezze, ce li fa sentire più vicini. Abbiamo bisogno di ridurre le distanze e il gossip ha proprio questo potere. Ovviamente però bisogna distinguere tra gossip e fake news: il gossip non chiede il permesso di raccontare, è sfrontato ma non inventa nulla, la fake news invece è la costruzione pilotata di una falsità».

La psicologa sociale Nicoletta Cavazza, nel suo libro «Pettegolezzi e Reputazione», racconta le due facce della maldicenza. Da una parte il suo potere persuasivo nell'attaccare la reputazione altrui, dall'altra il valore rafforzativo all'interno dei legami sociali e nella promozione di comportamenti cooperativi. E così è da generazioni. Tanto che la storia dei tempi nostri si potrebbe ricostruire in varie sue pieghe sfogliando gli archivi delle riviste gossipare.

Una su tutte: Novella 2000 che ha narrato - spiandoli ma mai inventandoli - i costumi degli ultimi 100 anni d'Italia. Passando dalle scappatelle extra matrimoniali degli attori «in bianco e nero», alle pose osé degli anni Cinquanta che oggi sarebbero foto da educande. La rivista, attualmente diretta da Roberto Alessi, esce per la prima volta in edicola nel giugno 1919, inizialmente con la pretesa di proporsi come rivista letteraria ma ben presto decretata come «vangelo» popolare delle cronache rosa e nere. Gli esordi, alla fine della prima Guerra mondiale, sono a cadenza mensile, poi quindicinale. Fondata dai reduci del fronte (Mario Mariani, Gino Rocca, Eugenio Gandolfi e Tomaso Monicelli, padre di Mario, regista de «I soliti ignoti»), ha firme celebri: Luigi Pirandello, George Bernard Shaw, Marino Moretti.

D'ANNUNZIO OSÉ

Lo stesso vate Gabriele D'Annunzio, tra gli autori celebri del giornale, ne diventa anche protagonista, non solo come firma, cogliendone a fondo lo spirito provocatorio e «pruriginoso». Intuendo cioè che lo scopo della rivista è dire quello che non si può, far vedere quello che si dovrebbe celare. Il poeta viene ritratto in copertina intento a scrivere con aria intellettuale e si scopre, tra le pagine all'interno, in pose da sirenetto in spiaggia, con indosso solo un misero perizoma a sacchetto: scatti scandalosi (nel 1927) che anticipano di quasi un secolo le immagini che oggi troviamo ovunque.

All'inizio del Novecento, quando nasce, la cronaca rosa, protagonista indiscussa del gossip, è molto ristretta e comprende solo le vicende private delle famiglie aristocratiche e dell'alta società. Nel dopoguerra si allarga ai divi del cinema.

La crisi petrolifera del 1973 segna, con il definitivo tramonto del boom economico, la fine di alcuni modelli imitativi che, per tutto il Novecento hanno invece fatto la fortuna di molti periodici a larga diffusione (per esempio, Oggi, Gente ed Epoca).

Oggi la cronaca rosa riguarda, oltre agli attori, anche i cantanti, i personaggi della televisione e i campioni dello sport. Le riviste di gossip dedicano anche ampio spazio alla cronaca nera: dal caso Tortora al rapimento Moro, ovviamente con tono ben diversi rispetto a quelli dei quotidiani. Hanno raccontato il caso di Alfredino Rampi, il bambino morto nel pozzo di Vermicino, o la tragedia di Luigi Tenco, morto suicida dietro le quinte di Sanremo.

Tuttavia i grossi filoni seguiti dalle cronache riguardano le storie d'amore. Due su tutte: quella tra Carlo e Diana, farcita di amanti, colpi di scena e gialli sulla morte della principessa triste, e quella tra Al Bano e Romina, amore nazional-popolare vissuto e sofferto da generazioni di appuntamenti dal parrucchiere.

Altra storia entrata nelle case italiane e vissuta come si trattasse della vita della nostra vicina di casa riguarda Mina, la ventenne che diventa ragazza madre: lui è Corrado Pani, bello da impazzire, sposato. Lei popolarissima e dal talento infinito.

Altre ancora sarebbero andate lontano, scappate, nascoste, come Claudia Cardinale, che fece passare suo figlio per suo fratello, strada percorsa anche da Moana Pozzi. Mina no, con coraggio parla e vive il suo amore alla luce del sole in un'epoca in cui le donne non sono assolutamente libere di amare e in cui la Dama Bianca di Fausto Coppi - sposata con un altro - finisce persino in prigione.

POTENTI CHIACCHIERATI

Anche la politica finisce sulle riviste scandalistiche: Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista, e la relazione con Nilde Iotti, emersa dopo l'attentato. Bettino Craxi, leader socialista, immortalato in intimità con Sandra Milo.

E poi Gianni Agnelli che rivoluziona tutte le regole: non fugge dai paparazzi ma si mette in posa e, con una moglie (Marella Caracciolo) e infinite donne, dichiara: «Innamorarsi è da cameriere».

Siamo passati dalle foto in bianco e nero dello statista Alcide De Gasperi, a fianco della castigatissima moglie Francesca Romani, agli scatti del «tuca tuca» di Luigi Di Maio che in mare stuzzica la compagna in bikini. A dimostrazione che l'asticella si è alzata parecchio negli anni. E ha cambiato il concetto di pudore, intimità, limite. Siamo cambiati noi.

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