Chi mantiene chi

Francesco Giavazzi ha scritto che gli italiani che dichiarano oltre 200mila euro all’anno sono 17mila, mentre le barche di lusso registrate nel Paese risultano invece 65mila. L'ha scritto sul Corriere della Sera e sono dati che dicono tutto. Michele Serra su Repubblica se n’è dichiarato «letteralmente sconvolto» e non abbiamo nessuna particolare ironia da fare: ha ragione, la consapevolezza dell’evasione fiscale è cosa banale, ma percepirne la portata può essere sconvolgente anche a cinquant’anni suonati.
Serra dice che non riuscirà mai più a prescindere da questo dato (17mila) e ciascuno di noi in effetti potrebbe fare così, adottare un numero, anche uno solo, farsene portavoce. I dati che recentemente hanno sconvolto me, per esempio, sono altri. Tipo questo: in Italia per ogni lavoratore ci sono 1,2 pensionati. Io non lo sapevo. Poi quest’altro: il 90 per cento di coloro che lavorano, in Italia, ha dai 35 ai 54 anni.

È da costoro, cioè, che si preleva la stragrande maggioranza dei soldi che mantengono gli altri; è dai contributi versati da costoro (elevatissimi, rispetto a quelli versati dai loro padri) che vengono impinguate le pensioni di chi viceversa non lavora. I contributi estorti dagli stipendi dei figli, che spesso a trent’anni vivono ancora a casa, in altre parole mantengono i padri che li ospitano e che in parte li mantengono a loro volta. Rileggete piano.

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