Ci manca soltanto Shooting Silvio nelle scuole

All'età di sette anni assistetti, nel teatro della scuola, alla proiezione di un film che non avrei più dimenticato: Marcellino pane e vino, di Ladislao Vajda. Come quasi tutti sanno, è la storia di un orfanello che viene allevato da un gruppo di frati, e che, divenuto bambino di otto o nove anni, corrisponde con un crocifisso parlante, scoperto in una soffitta del convento. Un giorno Marcellino chiede a Gesù di poter vedere la madre morta, e Gesù lo accontenta, addormentandolo per sempre.
Racconto questo film e mi si inumidiscono gli occhi. Quando alcuni anni fa - e prematuramente - morì il suo interprete, lo spagnolo Pablito Calvo, versai lacrime come per la morte di mio padre.
I tempi cambiano, e con essi la scuola. Nel 2006, in una scuola elementare di Baucina (Palermo) fu proiettato L'Esorcista. Atterriti dalla visione della piccola Linda Blair che rotea la testa, caccia una lingua da iguana e vomita schifezze, gli alunni disertarono l'istituto per settimane. Ora c'è un altro mostro che si aggira per le sale cinematografiche italiane, e con ogni probabilità si farà vedere anche nelle scuole. Mi riferisco al film Shooting Silvio («Spara a Silvio») del regista Berardo Carboni. La storia è questa: un giovane di nome Kurtz, prova un odio feroce per Silvio Berlusconi, e architetta un piano per farlo fuori. La pellicola sarà proiettata da questa mattina in molti cinema italiani, ma la possibilità che arrivi nelle scuole (per esempio in occasione di settimane di didattica autogestita) non è per niente remota. Di questo è convinto il Presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, Alfredo Pallone, che ha inviato una lettera al ministro della Pubblica Istruzione Fioroni, esprimendo le sue preoccupazioni.
Le scuole non sono nuove a iniziative del genere. Negli anni passati, film come Viva Zapatero, di Sabina Guzzanti, e Il Caimano, di Nanni Moretti, sono stati proiettati per settimane, discussi, e (per quel che è peggio) acclamati dal pubblico degli studenti. Si tratta di scolari di medie e superiori, ma non solo, anche i bambini vengono indottrinati ai fini della propaganda politica (di sinistra), e infatti l'anno scorso in una scuola elementare di Roma fu svolta una rappresentazione teatrale in cui marionette bastonavano un uomo ricchissimo di nome (guarda un po') Silvio.


La scuola - ha sottolineato Pallone - luogo di formazione per antonomasia, non può diventare un luogo dove si legittima il ricorso all'annientamento dell'avversario politico, assurto a incarnazione del male.
Le Brigate rosse di una volta trovavano terreno fertile nelle fabbriche. Fossi nel ministro degli Interni, farei una bella passeggiata nelle scuole.
mardorta@libero.it

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