Giro, crono impressionante per Evenepoel. Ganna limita i danni

Prova di forza del campione belga che nella cronometro individuale che dà il via al Giro d'Italia infligge distacchi importanti ai rivali. Il campione d'Italia riesce a limitare i danni chiudendo a soli 22 secondi di distacco. Decisamente peggio Roglic

Giro, crono impressionante per Evenepoel. Ganna limita i danni

La corsa rosa parte con il botto e una prova impressionante di uno dei favoriti della vigilia. Il primo verdetto del Giro d’Italia 2023 vede la prima maglia rosa finire sulle maglie del vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi, Remco Evenepoel. Il campione del Belgio riesce ad imporre la sua legge nel duello annunciato con lo sloveno Primos Roglic, che sul traguardo di Ortona perde ben 43 secondi. Il beniamino del pubblico abruzzese, Filippo Ganna, mostra una buona condizione e finisce alle spalle del cannibale belga, limitando il distacco a soli 22 secondi. Finiscono bene anche Almeida e il britannico Geoghegan Hart, che si mettono alle spalle lo specialista Kung. Una prova maiuscola quella del belga, che si è dimostrato superiore ai rivali. Da domani vedremo se è stato un caso o se Evenepoel sarà davvero l’uomo da battere in questo Giro.

Il tracciato

Percorso certo non tra i più complicati quello della prima tappa della 106^ edizione della corsa rosa, che si srotola tra la splendida costa abruzzese e le colline di Ortona. Il lungomare e la Ciclovia Adriatica sembrano fatti apposta per i passisti, che potranno spingere rapporti importanti sui lunghi rettilinei. Visto il clima decisamente primaverile gli specialisti andranno al massimo, raggiungendo velocità importanti. Dopo una quindicina di chilometri piantati in posizione aerodinamica, spingendo come forsennati, il finale di tappa offre qualche collina che, specialmente con parecchio acido lattico nei muscoli, potrebbe creare qualche problema.

Giro Italia 2023 Tappa 1 Planimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Dopo un percorso estremamente piatto, quando si lascia la ciclovia tornando sulle strade normali dopo poco inizia l’unica vera asperità della cronometro, un paio di chilometri con una pendenza media del 5% con un paio di rampe più importanti. Non è certo una salita complicatissima ma negli allenamenti del venerdì parecchi ciclisti sono stati costretti ad alzarsi sui pedali, tirando il fiato nel piano che precede il finale. La parte più tecnica arriva subito dopo lo scollinamento, quando si entra nell’abitato di Ortona; una discesa veloce, con un paio di curve nel finale da prendere con le molle. Dopo l’ultima curva secca, si arriva in leggera salita al traguardo.

Si parte molto forte

Pubblico delle grandi occasioni sulla costa adriatica, con i ciclisti che, uno dopo l’altro, si mettono in posizione per sviluppare il massimo della velocità sulla ciclovia verde piatta come un biliardo. La notizia migliore per gli specialisti è arrivata dal meteo: la preoccupazione principale di tutti, il vento, non sarà un problema, visto che spira da nord-est tra i 5 ed i 10 km/h. La cronometro iniziale più lunga della storia del Giro d’Italia, quasi cinque chilometri in più di quella di Palermo del 2020, che vide Filippo Ganna battere di 22 secondi João Almeida, potrebbe quindi offrire un’ottima opportunità agli specialisti di mettere qualche secondo di vantaggio sui rivali. Ci vuole quasi un’ora prima di vedere alla partenza i primi corridori con qualche speranza di far bene in classifica generale, ma chiaramente tutti gli spettatori aspettano i favoriti, quelli che si contenderanno la maglia rosa fino alla fine. Il problema per tutti è quello di dosare bene le forze, conservando abbastanza benzina per non piantarsi sulle salite nel finale.

Evenepoel Giro tappa 1

I migliori sul piano mettono medie notevolissime, superando di slancio i 55 chilometri orari, e nessuno sembra risparmiarsi. Il primo a mettere un tempo interessante è il danese Mads Pedersen, in grado di chiudere in 22’20”. Ancora meglio fa lo statunitense Brandon McNulty, uno specialista che fa la differenza sulle salite finali, infliggendo ben 14 secondi all’alfiere della Trek-Segafredo. L’avvicinamento all’ora fatidica, quando, nel giro di cinque minuti, partiranno tutti i favoriti, viene segnato dalle prove di altri specialisti, dall’australiano della UAE Team Emirates Jay Vine, che perde sulla salita ma riesce a scavalcare di un paio di secondi il compagno di squadra al britannico Tao Geoghegan Hart, che sulle ultime rampe recupera tantissimo e scende per primo sotto i 22 minuti.

Evenepoel fa sul serio

Quando partono i primi pezzi da novanta, da Joao Almeida a Geraint Thomas, si inizia a fare sul serio. Entrambi i leader vanno forte sul piano, riuscendo a pareggiare le prove degli specialisti ma si deciderà tutto nel finale di gara. Il portoghese fa benissimo ed infligge ben 10 secondi al ciclista britannico, chiudendo in 21’47”; tempo davvero niente male che metterà pressione ai favoriti. Almeno per ora si conferma il buon stato di forma della intera UAE Team Emirates, ma resta da vedere come andranno gli altri. Il primo dei favoriti a prendere il via è il campione del Belgio Remco Evenepoel, che spinge un rapporto decisamente impressionante. Kung, Roglic e Filippo Ganna, il preferito dai bookmakers, escono dai blocchi altrettanto sparati. Thomas crolla sulle salite di Ortona e scivola indietro, un rischio sempre presente per chi non ha saputo conservare al meglio le energie sul lunghissimo piano. L’attesa per il primo intermedio è tanta, con il belga che va come un treno, nel suo casco super-tecnologico. L’azzurro, bloccato in posizione aerodinamica, esprime tutta la sua potenza con una frequenza rassicurante. Evenepoel nel primo parziale rifila 20 secondi a Thomas, ma gli altri non sembrano tanto lontani. Il vento si è alzato un attimo ma non sembra penalizzare troppo i corridori. Primos Roglic e Stefan Kung perdono parecchio nei confronti del belga, ma decisamente di più di Ganna, che riesce a limitare il ritardo a 12 secondi.

Ganna Giro tappa 1

Il secondo intermedio conferma quanto il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi sia davvero in giornata di grazia: il vantaggio nei confronti di Almeida è già sopra i 30 secondi. Roglic è a meno 42 secondi, Kung a meno 37 mentre Filippo Ganna fa l’impossibile per limitare i danni, perdendo “solo” tre secondi nel confronti del belga. La salita non frena la fame del campione del Belgio, che perde qualcosina ma chiude mettendo un tempo impressionante: 21’18”, media sopra ai 55 km/h. Roglic non riesce a recuperare niente sulla salita e fa fermare il cronometro sul 22’01”, scivolando dietro anche ad Hart. Prova altrettanto deludente quella dello svizzero Kung, che perde ulteriormente in salita e chiude appena davanti allo sloveno.

Filippo Ganna non riesce a sfruttare l’ultimo tratto e perde altri secondi nei confronti del belga: il campione d’Italia chiude comunque limitando i danni a 22 secondi con un buon secondo posto. Vlasov, uno che in classifica generale potrebbe dire la sua, chiude decisamente peggio, accumulando 55 secondi di ritardo. Prova davvero maiuscola quella del belga, che sembra in condizioni smaglianti.

La classifica

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