Giro d'Italia, tutto quello che c'è da sapere

Date e tappe. E pure una brutta notizia

Giro d'Italia, tutto quello che c'è da sapere

Una notizia bella e una brutta: il Giro c’è, ma è probabile che non ci sia il più fantastico interprete in circolazione, l’asso pigliatutto, il campione del mondo Tadej Pogacar. Dopo aver fatto quello che ha voluto un anno fa, lo sloveno campione del mondo è probabile che a giorni ufficializzi il suo no e punti deciso a Sanremo e Fiandre, per poi concentrarsi su Tour Vuelta e mondiale in Ruanda.

Niente Pogacar, si sogna il suo avversario, l’alter ego Jonas Vingegaard, il danese vincitore di due Tour de France, che in Italia potrebbe anche venire a condizione di non andare fuori giri per un Giro che deve essere propedeutico al Tour.

Così ecco che come un anno fa, il bravo Mauro Vegni, chef stellato di casa Rcs Sport, ha preparato un Giro tiramisù destrutturato, bello e digeribile, che non dovrebbe restare né nelle gambe e tantomeno sullo stomaco dei corridori che hanno ben altro in programma.

La Grande Boucle… dolce ossessione sia per chi la vuole vincere come Primoz Roglic, vincitore del Giro 2023 oltre che quattro Vuelta, sia per gli organizzatori della “corsa rosa” che i conti con i cugini d’Oltralpe devono sempre farli, anche questa volta. Se vogliono corridori di livello devono essere appetibili, soprattutto devono un po’ snaturarsi, altro che corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo, come da claim di casa Rcs Sport; il Giro numero 108 è un Giro bello e piacevole, che vuole accogliere i migliori pedalatori del pianeta.

Giro d'Italia 2025

Con due mesi di ritardo a causa di qualche intoppo diplomatico, ecco il Giro numero 108 che partirà dall’Albania il prossimo 9 maggio. Una corsa che sulla carta presenta uno spartito al passo con i tempi, con tappe brevi e nervose, che non dovrebbero spaventare i protagonisti ma invitarli alla lotta e quindi allo spettacolo, esattamente come un anno fa con Pogacar: piccolo particolare, Tadej è Tadej e non tutti sanno interpretare il ciclismo come il numero uno del ciclismo mondiale.

Ci sarà certamente Primoz Roglic che è ottimo corridore, tra i più forti al mondo, ma chiaramente non di quella statura. Ci sarà un giovane talento, uno spagnolo orgoglioso e ambizioso, che reclama spazio e non si sente secondo a nessuno, nemmeno al capitano Pogacar: Juan Ayuso. Poi ecco Van Aert e Adam Yates, Landa e Dani Martinez, David Gaudu e Egan Bernal, Jai Hindley, Carapaz con i nostri Giulio Ciccone e Antonio Tiberi.

Per tentare il sì di Vingegaard, per l’occasione è stato disegnato un percorso che dal 9 maggio al 1° giugno sarà bello e possibile, nonostante i 52.500 metri di dislivello, 10 mila in più rispetto a quello dell’anno scorso, ma posizionati in modo tale da non bloccare la corsa, semmai accenderla ed esaltarla. La giusta dose di crono nella prima parte (una in Albania nel cuore di Tirana, l’altra fra Lucca e Pisa, in tutto 42 chilometri), tre arrivi veri in salita (Tagliacozzo la prima settimana, Brentonico e Sestriere l’ultima) e altre tappe in cui le montagne più dure sono però lontane dal traguardo. Ci sarà anche lo sterrato, ma in quantità limitata (una quarantina chilometri, distribuiti in tre tratti fra Gubbio e Siena) e sei traguardi per velocisti.

Si parte il 9 maggio dall’Albania, con la Durazzo-Tirana di 164 chilometri: tappa nervosa e tosta, tutt’altro che banale, non chiaramente per velocisti, categoria questa che viene sempre meno considerata. Nel finale c’è un colle di 5km da superare, al 5,3%, che può restare nelle gambe e lanciare chi ha coraggio, anche in discesa.

Il giorno dopo c’è la Tirana-Tirana, una cronometro di 13.7 km, molto adatta a chi ha confidenza con il cronometro. L’11 maggio terza e ultima tappa albanese, con la Valona-Valona di 160 km. Questa potrebbe essere per velocisti, ma a 25 km dal traguardo c’è un colle da superare, che potrebbe far saltare non solo i nervi agli uomini-jet. Tappa aperta a qualsiasi soluzione.

Lunedì 12 maggio primo giorno di riposo (si fa per dire), visto che la carovana sarà impegnata a trasferirsi in Puglia, visto che il giorno dopo sarà in programma la Alberobello-Lecce (187 km): almeno sulla carta, questa dovrebbe essere tappa per velocisti. Il giorno dopo 5a tappa: da Ceglie Messapica a Matera (145 km), un arrivo per cacciatori di tappe, ma anche per gli uomini di classifica, che qualche tranello possono crearlo.

Giovedì 15 maggio 6a tappa: Potenza-Napoli di 211 km. Terreno per velocisti, ma anche per corridori da classiche, come Wout Van Aert. Il giorno si va in Abruzzo: sarà la volta della Castel di Sangro-Tagliacozzo (Marsia) di 166 km. Tappa tosta sin dall’inizio.

Tappa molto interessante anche l’8a, quella che condurrà i corridori da Giulianova a Castelraimondo lungo i 193 chilometri in programma: un tracciato che toglie il respiro.

Da Gubbio a Siena (181 km) è il piatto forte della domenica 18 maggio (9a tappa). Una frazione insidiosa in chiave Strade Bianche.

Lunedì 19 maggio secondo giorno di riposo, prima della ripresa con una prova contro il tempo: da Lucca a Pisa, lungo i 28,6 chilometri adattissimi ai corridori che hanno doti per prove contro il cronometro.

Da Viareggio a Castelnuovo ne’ Monti (185 km), scalando il durissimo San Pellegrino in Alpe. Il giorno seguente, con la Modena-Viadana (179 km) spazio ai velocisti.

Dalla Lombardia al Veneto, da Rovigo a Vicenza (Monte Berico): 186 chilometri di corsa con un finale in circuito sui Colli Berici: tappa per chi ambisce a vincere almeno una tappa. Il giorno seguente, con la Treviso-Nova Gorica (186 km), i velocisti potrebbero avere ancora una ghiotta occasione a loro disposizione.

Dopo una tappa spumeggiante per velocisti il Giro riproporrà ancora una tappa ad alto contenuto alcolico, visto che la Fiume Veneto-Asiago (15a tappa di 210 km) prevede la scalata del Monte Grappa dal suo versante più nobile, quello di Semonzo.

Lunedì 26 maggio terzo e ultimo giorno di riposo prima del gran finale. E la 16a tappa è di quelle che se saranno interpretate nel modo corretto, con coraggio e un pizzico di follia, potrebbe far molto male. Da Piazzola sul Brenta a Brentonico (San Valentino), con cinque colli da superare e un arrivo in salita degno di questo nome. E il giorno dopo? Non si scherza, si continua a fare sul serio e a guardare all’insù, con le scalate del Tonale e del Mortirolo dal versante di Monno e poi Le Motte. Tappa dei soli 154 km, ma se fatta con intensità potrebbe davvero far saltare il banco.

Si tira il fiato il 29 maggio, giorno della 18a tappa da Morbegno a Cesano Maderno. Tappa di 146 km veloce per velocisti: un po’ di quiete prima della tempesta.

Il weekend conclusivo si apre con la tappa valdostana da Biella e Champoluc in Val d’Ayas. Da scalare il Col Tzeciore, il Col de Saint Pantaléon, il Col de Jouxe nel finale il Col Antagnod posto a soli 5 km dal traguardo.

Il penultimo atto del Giro 108 sarà la Verrès a Sestriere, con il Colle delle Finestre (Cima Coppi a 2178 metri, ndr) a risplendere in un Giro che anche quest’anno, come da due anni a questa parte, si concluderà a Roma con una passerella finale e Giubilare apparecchiata per gli uomini sprint. Un Giro che guarda al Tour, ma senza sfigurare.

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