Giro, duello al cardiopalma: Roglic rifila 40 secondi a Thomas e gli scippa la maglia rosa

Il Giro si decide sulle ultime rampe del Monte Bondone con una sfida emozionante tra i due leader della generale. Lo sloveno ha un problema meccanico ma va come un treno

Fonte: Twitter (@JumboVismaRoad)
Fonte: Twitter (@JumboVismaRoad)

Doveva essere una sfida all’OK Corral tra i due dominatori di questo Giro 2023 e il duello tra Primoz Roglic e Geraint Thomas non ha deluso le aspettative. Una cronometro massacrante che segna un finale davvero emozionante per questo Giro d’Italia. Si decide tutto sulle ultime, durissime rampe del Monte Bondone, dove lo sloveno e il gallese danno fondo alle ultime energie rimaste. Roglic è costretto a cambiare bici in piena salita per un salto di catena e perde una decina di secondi ma oggi è davvero irresistibile. L’idolo dei tanti tifosi sloveni sul percorso chiude con un tempo incredibile, rifilando 40 secondi di distacco al ciclista britannico, ancora sconfitto nell’ultima cronometro di un grande giro. Una vittoria clamorosa che segna il coronamento di una giornata di grande ciclismo.

Una cronoscalata da paura

La cornice spettacolare delle Alpi, tanta gente per le strade, un Giro ancora da decidere, tutto sembra perfetto per un finale da favola. L’unico problema è che la scalata che attende i ciclisti è dura come poche altre nelle ultime edizioni della corsa rosa. Si parte con qualche chilometro di pianura, tanto per scaldare le gambe, ma per affrontare la salita brutale della seconda parte della cronometro bisogna addirittura cambiare bicicletta. Più che la pendenza media a spaventare sono alcuni tratti che vanno ben oltre il 17%. Affrontarli senza gregari a darti una mano, sapendo che una crisi può costarti un posto in classifica o addirittura la maglia rosa non sarà affatto semplice.

Giro d'Italia 2023 tappa 20 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Ci vorranno diverse ore prima di vedere i leader della generale affrontarsi nel duello diretto che deciderà le sorti di questo Giro d’Italia ma gli spettatori non si annoieranno di sicuro. Condizioni meteo quasi ideali, temperatura gradevole e tanta voglia di festeggiare un’edizione complicata della corsa rosa che, nonostante i problemi, ha tenuto viva la grande tradizione del Giro. Chi riuscirà ad avere la meglio? Ci sarà un vincitore a sorpresa? Non ci resta che aspettare e godersi lo spettacolo.

La lunghissima attesa

Il pubblico è quello delle grandi occasioni, con circa centomila tifosi assiepati lungo il tracciato della cronoscalata che deciderà il vincitore di questo Giro d’Italia. Si parte presto, visto che ci vorranno oltre 45 minuti per arrivare al traguardo e che i ciclisti ancora in gara sono parecchi. Il clima è quello della grande festa degli amanti del ciclismo, con i tifosi che aspettano i propri idoli e non fanno mancare il sostegno a chi si dovrà avventurare su questo percorso da brividi. Uno dopo l’altro si susseguono coloro che in montagna faticano parecchio, con la curiosità che circonda il cambio bici, vista davvero inusuale in un grande giro. I tempi dei corridori scendono vertiginosamente, dai 55’03” del primo partente, Nicolas Della Valle, fino all’ultimo del primo blocco, Thibaut Guernalec, che chiude in 48’35”. Il secondo gruppo vede ciclisti più affermati ma che sono scivolati indietro nella generale, da Matthews a Ben Healy, da Ackermann a Champion. Il francese fa benissimo, battendo il tempo di Guernalec di 19 secondi ma non fa a tempo a sedersi sulla sedia del leader provvisorio che è costretto ad alzarsi. L’italo-americano della Israel-Premier Tech Matthew Riccitello è andato fortissimo, chiudendo con un interessante 46’19”.

Giro tappa 20 Matthews arrivo
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Quando prende il via il terzo blocco di ciclisti, le cose iniziano a farsi più gustose, visto che nel giro di pochi minuti partono uno dopo l’altro Jay Vine, Sepp Kuss e l’ex maglia rosa Bruno Armirail. L’australiano parte forte sul piano, facendo 9 secondi meglio dei rivali al primo intermedio ma resta da capire come se la caverà sulle brutali rampe che lo attendono tra qualche chilometro. Prende il via anche Santiago Buitrago: subito dopo la fatica sulle Tre Cime di Lavaredo, difficile aspettarsi un gran tempo dal colombiano, che però potrebbe cavarsela discretamente. Per quanto possa essere intrigante vedere come se la caveranno questi ciclisti, inutile nascondersi che l’attesa di tutti è per i veri protagonisti di questa giornata, i dieci che si giocheranno l’ordine finale del Giro 2023. L’ultima ora di questa lunga cronoscalata è la ragione per la quale i centomila tifosi si sono sorbiti il traffico e una giornata accampati lungo il percorso. Gli ultimi 15 prendono il via a tre minuti di distanza l’uno dall’altro, per aumentare la suspense e tenere alta la tensione del pubblico.

Un duello emozionante

Mentre i primi della classifica prendono il via alla spicciolata, qualcuno dei protagonisti della corsa rosa dimostra di avere ancora energie da vendere. Lo statunitense Brandon McNulty fa ancora meglio di Jay Vine, rifilandogli 24 secondi al secondo intermedio. L’australiano cala nel finale ma riesce comunque a far meglio di Riccitello, scippandogli il primato provvisorio per soli 3 secondi. Gestire le energie in una tappa così complicata si rivela un compito niente affatto semplice anche per ciclisti esperti. Il pubblico di fede italiana, quasi in minoranza visto il gran numero di tifosi sloveni che sono saliti da queste parti, festeggia la partenza di Damiano Caruso, che dovrà difendere il suo quarto posto in classifica. McNulty perde qualcosa nell’ultimo tratto ma comunque riesce a prendere il posto del compagno di squadra Jay Vine, chiudendo con ben 46 secondi di vantaggio. Quando nella zona di partenza si presentano sia Roglic che Thomas, il pubblico sa che da ora si farà davvero sul serio. Nelle sedici cronometro affrontate assieme, lo sloveno ha battuto il gallese 11 volte: vedremo se oggi saprà ripetere l’impresa e distanziarlo quanto basta per scippargli sul più bello la maglia rosa.

Roglic Giro tappa 20 partenza
Fonte: Twitter (@giroditalia)

Geraint Thomas parte sparato, con bici e casco da cronometro ma anche Roglic e Almeida non sono da meno. Le bandiere slovene sono ovunque e Primoz conosce bene queste strade ma ci vorranno almeno 45 minuti per sapere quanta benzina ha ancora nel serbatoio. Al traguardo Sepp Kuss riesce a togliersi una soddisfazione dopo aver lavorato così tanto per dare una mano alla maglia rosa: fatica un po’ nel finale ma riesce a far meglio del connazionale per soli 2 secondi. Al primo intermedio Caruso sembra andare forte ma è ancora troppo presto per capire come andranno le cose. Almeida fa 3 secondi meglio ma non abbastanza per tenersi alle spalle Roglic, 4 secondi più veloce. Thomas perde 8 secondi per un cambio casco estremamente flemmatico, vedremo se riuscirà a recuperarli prima del rilevamento intermedio. Il gallese ne riprende 6, arrivando a soli 2 secondi dallo sloveno, che sta salendo tra due ali di tifosi festanti. Mentre Eddie Dunbar sembra in piena crisi, l’attesa per il secondo rilevamento è quasi spasmodica: solo a questo punto si capirà chi tra i leader della generale avrà affrontato al meglio questa salita epica.

Leknessund ed Arensman si portano via a vicenda il terzo posto nella classifica provvisoria, chiudendo comunque un ottimo Giro. Thibaut Pinot fa meglio anche di Kuss, portandosi a casa per ora il GPM di prima categoria che metterebbe al sicuro la sua maglia azzurra. La notizia che tutti i tifosi sloveni stavano aspettando arriva dal secondo intermedio: Roglic fa meglio di Almeida di ben 32 secondi ma resta da capire come stia salendo la maglia rosa. Lo sloveno ha un problema meccanico che deve cambiare al volo la bici: questo inconveniente potrebbe costargli forse il Giro. Damiano Caruso chiude alla grande e scippa il primo posto a Pinot per 4 secondi. Thomas al secondo intermedio è dietro allo sloveno di 16 secondi ma resta da capire quanto avrà perso col cambio bici.

Gli ultimi minuti sono al cardiopalma: Almeida batte il tempo di Caruso di 13 secondi ma Roglic stava andando molto meglio. Lo sforzo dello sloveno è epico nonostante le pendenze proibitive e chiude in 44’23”. La folla trattiene il fiato fino all’arrivo della maglia rosa: se farà peggio di 26 secondi, il Giro sarà proprio dello sloveno. All’ultimo intermedio il gallese è dietro di 29 secondi ma prova a dare il massimo sulle ultime rampe. Sarà una lotta sul filo dei secondi. Thomas è veramente allo spasimo ma non riesce nell’impresa, perdendo ben 40 secondi su Roglic.

La maglia rosa cambia proprietario, con il gallese che, come al Tour de France, è costretto a cederla ancora una volta ad uno sloveno. Per la grande gioia del pubblico, il Giro d’Italia se lo porta a casa Primoz Roglic.

Classifica di tappa e generale

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