Ad un solo giorno dalla partenza del Tour de France 2023, basta dare un’occhiata alla lista definitiva dei partecipanti alla Grande Boucle per rendersi conto che, anche quest’anno, il parterre dei ciclisti azzurri è ai minimi termini. Da quando il novero delle squadre è stato allargato diversi anni fa, siamo all’ennesimo record negativo, con solo sette corridori che prenderanno il via da Bilbao sabato 1 luglio. Anche se siamo alla pari con Germania e Gran Bretagna, in pieno riflusso dopo anni di vacche grasse, i numeri sono decisamente sconfortanti per una delle superpotenze tradizionali del mondo delle due ruote. Se la traversata nel deserto è ancora al di là dall’essere terminata, la vera speranza dei tifosi azzurri è che l’edizione 2023 segni la fine del lungo digiuno che ha impedito ad un ciclista italiano di vincere una tappa al Tour da ben tre anni. Vediamo quindi chi tra i “magnifici sette” potrà evitare che questo Tour segni il periodo più nero della storia del ciclismo italiano oltralpe, tanto da battere il disastroso triennio 1980-82. Tornare all’ultima volta che è successo un evento del genere, agli albori della storia delle due ruote, sarebbe una vera e propria iattura.
Ciccone, obiettivo maglia a pois?
Inutile nascondersi dietro ad un dito: il ciclista che ha le migliori possibilità di portarsi a casa una tappa al Tour de France è chiaramente Giulio Ciccone, alfiere della Trek dal 2019. Il ciclista di Chieti avrebbe anche potuto forse puntare ad una buona posizione in classifica generale, visto il buon momento di forma e le più che discrete prestazioni messe al Giro d’Italia, ma, a quanto pare, sarà costretto a lavorare parecchio come gregario. La Trek-Lidl, che ha appena presentato la nuova maglia, si presenta a Bilbao con una squadra piuttosto competitiva nella quale le gerarchie sembrano già scritte. Il danese Mattias Skjelmose punterà a scalare la generale, l’esperto Mads Pedersen cercherà di dire la sua in volata con gli altri costretti a portare acqua in ogni occasione.
La cosa, detta tra di noi, è un vero peccato, specialmente visto che, quest’anno, l’abruzzese sta andando davvero bene e si è già portato a casa tre tappe, ultima delle quali al Giro del Delfinato. Se Skjelmose dovesse andare meno bene del previsto, Ciccone e Gallopin potrebbero avere via libera per provare a vincere almeno una tappa. In salita Giulio sta andando più che bene, quindi potrà approfittare di ogni occasione, magari sui Pirenei, prima che la lotta per la generale si scateni. Il sogno nemmeno troppo nascosto: la maglia a pois della classifica scalatori. Incrociamo le dita, che è meglio...
Bettiol, gregario ambizioso
A parte il ciclista abruzzese, gli altri azzurri sono tutti buoni professionisti ma che non godono della fiducia delle rispettive squadre per provare la scalata della generale. Quello che, però, potrebbe avere più probabilità di trovare una giornata epica è l’alfiere della EF Education-EasyPost Alberto Bettiol. Se il momento più drammatico e pazzesco del Giro 2023 del ciclista di Poggibonsi è avvenuto nella decima tappa, quando fu steso da un meccanico sceso dall’ammiraglia dopo una caduta, il toscano potrebbe approfittare del fatto che nessuno dei suoi compagni di squadra ha grandi velleità riguardo alla generale.
La squadra americana ha un buon numero di ciclisti di talento e si è assicurata già 20 vittorie di tappa quest’anno. A parte il capitano Magnus Cort-Nielsen, c’è anche il campione olimpico Carapaz e gente esperta come Rigoberto Uran che potrebbe dire la sua in questa o quella tappa. Anche se sarà costretto per gran parte del Tour a fare da domestique, il senese potrebbe avere via libera quando il capitano, col suo invidiabile baffo da sparviero, avrà portato a casa la decima vittoria di tappa al Tour. Le capacità non gli mancherebbero: resta da capire se avrà o meno il supporto della squadra per dare finalmente una gioia ai tifosi azzurri.
L’incognita Mozzato e gli altri
Il resto della pattuglia azzurra vede gente d’esperienza come Gianni Moscon e Matteo Trentin al via, anche se la Astana e la Team UAE difficilmente gli consentiranno di andare a caccia di soddisfazioni personale. Vedi sopra per gli altri due azzurri, Jacopo Guarnieri della Lotto e Daniel Oss della TotalEnergies, mentre il discorso potrebbe cambiare abbastanza per Luca Mozzato. Il velocista azzurro, arrivato alla squadra bretone lo scorso dicembre dopo il collasso della B&B Hotels, non avrà certo a disposizione un treno invidiabile nelle volate di gruppo ma potrebbe comunque dire la sua in certe condizioni. A dare una mano al classe 1998 di Arzignano, il fatto che il capitano, il francese Warren Barguil, sia reduce da un Giro da dimenticare e stia faticando parecchio a ripetere le imprese che l’avevano reso uno dei più promettenti talenti delle due ruote qualche anno fa.
Possibile, quindi, che qualcuno degli onesti mestieranti in squadra possa avere l’autorizzazione di aggregarsi a qualche fuga e provare a dire la sua nel finale. Il vicentino è probabilmente il gregario numero uno di “Wawa”, che avrebbe una gran voglia di ripetere le imprese del 2017, quando vinse due tappe al Tour e si assicurò la maglia a pois, ma il tempo, purtroppo, passa per tutti. Se il trentunenne transalpino dovesse deludere ancora, potrebbe esserci spazio per Mozzato. Anche se non ha fatto bene come nel 2022, le prove messe alla Rund um Köln e alla Le Samyn, dove è arrivato quinto e sesto, hanno fatto capire che in quanto a gamba non è messo male.
Basterà per riuscire ad alzare almeno una volta le braccia al cielo? La speranza del mondo delle due ruote azzurre è che almeno uno dei magnifici sette ce la faccia. Chiudere un altro Tour senza vittorie sarebbe una prospettiva francamente troppo deprimente. In bocca al lupo!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.