Il duello più atteso nella Doyenne, la decana delle classiche del nord, non si è visto che per pochi secondi. Sulla salita più temuta, la Redoute, Tadej Pogacar ha salutato la compagnia e imposto un ritmo insostenibile per i rivali. Mathieu Van der Poel non è stato in grado di reagire all’attacco del campione sloveno, lasciandogli la vittoria. Prestazione impressionante e settima vittoria nelle dieci gare corse dal leader della Uae Team Emirates quest’anno che si conferma favorito d’obbligo per il prossimo Giro d’Italia. Se terrà questa forma smagliante, la doppietta Giro-Tour è chiaramente alla sua portata.
Van der Poel in ritardo
Dopo che buona parte delle classiche del nord è stata perseguitata dal maltempo, i partenti a Liegi sono rassicurati da un pallido sole, che rende più tollerabili le temperature rigide. Visto il clima incerto, al pronti via sono subito quattro i corridori a provare una fuga, seguiti da altri cinque. L’azzurro Christian Scaroni è rassicurato dal fatto che il peloton non ha molta voglia di riprendere da subito la fuga. Il gruppo di testa si porta a circa tre minuti di vantaggio ma, considerate le tante salite da affrontare, sarà difficile arrivare fino alla fine. I favoriti, da Pogacar a Van der Poel fino a Pidcock, preferiscono nascondersi anche quando si arriva alla prima salita di giornata, la Côte de Bonnerue. Il vantaggio dei fuggitivi è sempre di circa 3’30” ma la Doyenne è una gara massacrante: sarà fondamentale dosare bene le energie.
Sulla Côte de Saint-Roch, salita secca ma piuttosto corta, la fuga è attorno a cinque minuti di vantaggio, con la Uae Team e la Bahrain a fare il passo nel peloton. A circa 120 chilometri dall’arrivo, il distacco è ridotto a 3 minuti, con il gruppo di testa infastidito dal vento. Il cambio di passo del gruppo si nota nell’avvicinamento alla Côte de Mont-le-Soie, l’inizio della sequenza di salite che porterà al momento decisivo della gara. A circa 100 chilometri dall’arrivo, un paio di cadute costringono a rallentare Van der Poel e parecchi altri ciclisti: la Israel Premier Tech ne approfitta per allungare, cosa che causa parecchi mugugni. Van der Poel è costretto ad uno sforzo ulteriore per tornare in gruppo: quando sulla Côte de Wanne la fuga è ripresa, il campione del mondo è a circa un minuto di ritardo. Un problema meccanico costringe Pidcock ad un cambio di bici mentre la Uae prende il comando nel gruppo, allungando a circa 1’25”.
Les groupes lâchés font leur retour dans le peloton
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Dropped groups make a comeback#LBL pic.twitter.com/jxue97l1tk
Pogacar attacca sulla Redoute
L’azione della Alpecin è complicata dal fatto che, a parte la Ineos Grenadiers, pochi sono disposti ad aiutarli a riprendere il gruppo di testa. Pidcock mette un allungo ma non riesce a recuperare facilmente; ancora peggio Van der Poel, costretto a mordere il freno alle sue spalle. Quando vede che Pidcock ha ripreso il gruppo, il campione del mondo riesce a spronare i suoi compagni e recuperare la testa, ma spende parecchie energie. La Alpecin si porta in testa prima del Col du Rosier ma il gruppo di testa è di circa 60 ciclisti: gli attacchi potrebbero arrivare ancora prima della Redoute. Fu proprio sulla salita più famosa che Evenepoel portò il suo colpo vincente l’anno scorso ma il campione sloveno potrebbe attaccare ancora prima, sulla Côte de Desnié.
C’est le moment ! Attaque de @TamauPogi dans La Redoute
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It’s Pogi time in La Redoute#LBL pic.twitter.com/E3ikHHO268
Novak e gli altri domestiques della Uae tengono sott’occhio il gruppo pronti a rintuzzare eventuali attacchi: alla fine non succede niente, si deciderà tutto sulla Redoute. La Lidl-Trek e la Ef provano ad alzare il ritmo ma Healy è francobollato da Novak: alle sue spalle Pogacar si fa avanti e mette il suo attacco proprio sulla Redoute. Richard Carapaz sembra tenergli la ruota ma lo sloveno se lo scrolla di dosso e guadagna circa 20 secondi di vantaggio. Il gruppo si sgrana, con Healy, Bernal e Lutsenko tra i pochi a provare a reagire all’azione di Pogacar: Van der Poel ha pagato lo sforzo dei chilometri precedenti ed è molto indietro. Ad ogni pedalata il fuoriclasse sloveno aggiunge secondi su secondi, tanto che gli avversari iniziano a lottare per i gradini più bassi del podio: i primi a muoversi sono Healy e Bardet, ma Pogacar è avanti di un minuto.
Un arrivo trionfale
Gli ultimi 25 chilometri sembrano una passerella per Pogacar, che continua a tenere un ritmo insostenibile per i rivali anche quando la strada torna ancora a salire. Sulla penultima salita di giornata, la Côte des Forges, il vantaggio rimane attorno ad un minuto. Alle sue spalle Van der Poel recupera il gruppo alle spalle dei quattro inseguitori ma la sua azione non è fluida. Grégoire e Cosnefroy si aggiungono ad Healy e Bardet ma l’azione degli inseguitori non è facile, visto che il gruppo, tirato dalla Ineos e dalla Alpecin, è a soli 20 secondi di ritardo. A 22 chilometri dall’arrivo, una fastidiosa pioggia complica ulteriormente il lavoro dei ciclisti: l’unico che riesce ad evitarla è proprio Pogacar.
Le ultime due salite, inclusa la temuta Côte de la Roche-aux-Falcons, non sembrano rallentare l’azione dello sloveno, che addirittura allunga di una ventina di secondi sugli inseguitori, che a questo punto iniziano a muoversi per conquistare il podio. Allo scollinamento Bardet ha pochi secondi di vantaggio sui compagni ma la differenza tra la pedalata dello sloveno e quella degli inseguitori è nettissima. A 7 chilometri dalla fine il vantaggio di Pogacar su Bardet sfiora i due minuti: è dalla vittoria di Berzin nel 1994 che un ciclista non dominava in maniera così netta.
Van der Poel si riprende nel finale e torna in gruppo ma Bardet è in grado di arrivare a Liegi in seconda posizione. Alla fine Pogacar trionfa con 1’39 di vantaggio: alle sue spalle è proprio il campione del mondo a vincere la volata per il terzo posto. A ridere oggi, è solo Tadej.
@TamauPogi remporte #LBL 2024 !
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L’ordine d’arrivo
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