Anche se questo Tour numero 111 aveva già offerto tante emozioni, il finale della Grande Boucle assomiglia tanto al resto di questa gara infinita: gli altri ci provano ma, alla fine, a ridere è sempre Tadej Pogacar. In una tappa molto dura che è vissuta sulla lunga fuga della maglia a pois Richard Carapaz e dello spagnolo della Movistar Mas, l’ultima salita vede la squadra di Remco Evenepoel ridurre le distanze per preparare l’attacco al secondo posto in classifica. L’azione del belga nei confronti di Vingegaard si rivela un autogol, visto che il capitano della Soudal Quick-Step non riesce a reggere e perde circa un minuto nel finale. Il forcing del danese negli ultimi chilometri ha la meglio sui due fuggitivi ma non può niente contro la spallata della maglia gialla, che si prende di prepotenza anche la quinta tappa. Domani si chiude con la cronometro individuale ma questo Tour ha detto tutto quel che doveva dire.
Mas e Carapaz provano la fuga
Dopo che anche Jonas Vingegaard ha ammesso che la rimonta nei confronti di Pogacar è ormai impossibile, l’attenzione si sposta quindi alla lotta per il secondo posto e per guadagnare qualche posizione nella classifica finale. Il gran caldo costringe molti ciclisti ad usare giacchetti refrigeranti ma, una volta partiti, toccherà soffrire fino al traguardo. I primi attacchi partono subito ma sono presto riassorbiti dal gruppo: probabile che per vedere un’azione significativa bisognerà aspettare la prima salita di giornata. Appena si affrontano le prime rampe del Col de Braus, il peloton si fraziona, con un gruppo di testa, guidato da Adam Yates e da Matteo Jorgenson, che prova a farsi strada: cosa più facile a dirsi che a farsi, considerato che il gruppo maglia gialla si muove per ridurre le distanze. Kelderman ed Armiral provano ad aumentare il passo a 113 chilometri dall’arrivo ma sono più seri gli attacchi portati in successione da Mas, Carapaz e Jorgenson, forse stimolati dal fatto che all’arrivo ieri Pogacar aveva fatto sapere che avrebbe lasciato andare una fuga.
Ciccone è molto attento e cerca di inserirsi nelle varie azioni, ansioso di riconquistare le due posizioni perse nel tappone di venerdì ma quando si arriva al GpM, Mas riesce a regolare Armirail, avanti di circa un minuto nei confronti del gruppo maglia gialla. Carapaz, leader della classifica scalatori, viene beffato da Jorgenson ma i giochi sembrano fatti per la maglia a pois. Mentre il gruppo maglia gialla risale a circa 40 ciclisti, il trio di testa si ricompatta nella discesa, mantenendo il vantaggio attorno al minuto. Appena la strada torna a salire fino ad una delle vette rese celebri dal Rally di Montecarlo, il Col de Turini, Carapaz, Bardet ed altri tre ciclisti provano a riportarsi sui fuggitivi ma non sarà semplice: i 20,7 chilometri che porteranno allo scollinamento hanno una pendenza media del 5,7%. Se i cinque hanno solo 30 secondi da recuperare nei confronti del trio di testa, il gruppo maglia gialla procede con un passo più regolare ed è ora a circa 2’30” di ritardo. A metà della salita del Turini il gruppo di testa si è quasi ricompattato mentre altri cinque inseguitori, guidati da Powless e Stuyven, hanno due minuti da recuperare ma non sembrano in grado di ridurre ulteriormente le distanze. I sette fuggitivi, però, non collaborano al meglio, tanto da causare uno scambio molto animato tra Tratnik e Carapaz quando lo sloveno prova un’accelerazione.
La fuga va, Carapaz maglia a pois
A 78 chilometri dall’arrivo scintille tra Johannessen e Stuyven, che stanno facendo una gran gara e riescono a raggiungere i fuggitivi ad un chilometro dal GpM del Col de Turini. Se Powless ha un minuto da recuperare, l’azione della Uae ha mantenuto il distacco dalla fuga a 4’45”. A prendersi i dieci punti della classifica scalatori è proprio Richard Carapaz, a 2 soli punti dalla certezza aritmetica della maglia a pois. Alle loro spalle, la Soudal QuickStep si mette a tirare, guidata dall’azzurro Gianni Moscon, riducendo a circa 4 minuti il distacco dai fuggitivi: possibile si tratti di una manovra di disturbo per preparare il terreno ad un attacco di Evenepoel nei confronti di Vingegaard. Nel frattempo Powless si sta impegnando molto in discesa, chiudendo il gap nei confronti dei fuggitivi a 35 secondi: in salita non sembra brillante come al solito e, alla fine, è costretto ad alzare bandiera bianca. Una volta finita la discesa, inizia l’avvicinamento al penultimo GpM di giornata, il Col de la Colmiane, ma prima di affrontare le ultime durissime salite ben note a chi segue la Parigi-Nizza ci sarà spazio per il traguardo volante. Il compito di Evenepoel non sarà semplicissimo, visto che deve recuperare 1’58” nei confronti di Vingegaard: il belga potrebbe guadagnare parecchi secondi nella cronometro ma oggi servirà un’azione molto importante.
A sei chilometri dalla vetta del Col de la Colmiane, Carapaz, Bardet, Mas e Kelderman provano a staccare il resto dei fuggitivi mentre l’azione della Quick-Step continua a ridurre il loro vantaggio, specialmente quando Van Wilder dà il cambio a Moscon in testa al gruppo maglia gialla. A due chilometri dal GpM, Soler fa finta di avere problemi meccanici alla bici per poi lanciare un’accelerazione importante: bluff epico quello dello spagnolo, che viene ripreso nel giro di qualche centinaio di metri ma sicuramente meriterebbe un premio per le sue capacità attoriali. Il gruppo è a poco meno di tre minuti proprio perché i fuggitivi hanno rallentato per ricompattarsi: a transitare per primo sul GpM è ancora Richard Carapaz, che chiude i conti per la maglia a pois, raggiungendo Biniam Girmay, che si è aggiudicato poco prima la maglia verde. Una volta scollinati, Mas prende la testa e spinge forte in discesa, considerato che tra 20 chilometri si dovrà affrontare l’ultima salita di giornata. Alle loro spalle, grazie all’azione della Soudal, il vantaggio dei fuggitivi è calato a 2’45”: a questo punto può succedere davvero di tutto.
Evenepoel non ce la fa
Gli ultimi 25 chilometri di questa ventesima tappa vivono di una grande incertezza: visto che la salita del Col de la Couillole è lunga e dura, un attacco del gruppo maglia gialla potrebbe far evaporare le speranze dei fuggitivi, che spingono forte in discesa per guadagnare secondi preziosi. L’ultimo falsopiano prima dell’inizio della salita finale vede Armirail cedere e Soler soffrire abbastanza, stavolta sul serio. Quando Van Wilder cede il passo a Jan Hirt, solo 20 ciclisti sono rimasti nel gruppo maglia gialla, che perde pezzi ad ogni chilometro, incluso Carlos Rodriguez, che ha sofferto fin dalla prima salita. La mini-crisi dello spagnolo potrebbe causare qualche movimento nella generale, visto che ha solo 1’42” di vantaggio nei confronti di Adam Yates. Soler in qualche modo riesce a riportarsi sulla fuga mentre Stuyven non ce la fa: a 12 chilometri dalla vetta, però, sono Carapaz e Mas ad andarsene da soli. Nessuno tranne Bardet riesce a reggere il loro passo ma alla successiva accelerazione dei due scalatori deve anche lui arrendersi. Alle loro spalle, però, il gruppo maglia gialla è a solo 2’15” di distacco e, con ancora 10 chilometri di salita dura da affrontare, tutto è ancora possibile. Quando Hirt deve lasciare la testa a Landa, Evenepoel non ha altri gregari a disposizione: se vorrà puntare al secondo posto, dovrà attaccare presto.
@EvenepoelRemco tries to attack but Vingegaard and @TamauPogi follow him.
— Tour de France (@LeTour) July 20, 2024
@EvenepoelRemco tente sa chance sans succès pour l'instant.#TDF2024 pic.twitter.com/LLqj8NfBLM
Evenepoel lancia il suo attacco a circa 8 chilometri dalla vetta ma è solo una fiammata, visto che sia Vingegaard che Pogacar riescono a rimanergli alla ruota. Visto che l’azione non ha avuto fortuna, il belga lascia volentieri la testa a Joao Almeida, con Landa che è ben lieto di accodarsi al gruppetto maglia gialla per difendere la sua posizione. Nonostante i tentativi di Carapaz di lasciarsi alle spalle il compagno di fuga, Mas riesce a rimanere con lui in testa: il vincitore di questa tappa potrebbe decidersi sulle ultime rampe. A cinque chilometri dalla fine, però, l’azione del portoghese riesce a ridurre ad un solo minuto il vantaggio del duo di testa, che vede il contrattacco di Mas. A questo punto, però, sarebbe meglio collaborare per un altro paio di chilometri: il rischio di essere ripresi è ancora ben presente. Carapaz a questo punto getta alle spalle la cautela e prova un’azione insistita mentre il nuovo tentativo di Evenepoel vede la risposta perentoria di Vingegaard, seguito come un’ombra da Tadej Pogacar, che sente ancora profumo di vittoria.
@EvenepoelRemco attacks again but this time Jonas Vingegaard counters!
— Tour de France (@LeTour) July 20, 2024
@EvenepoelRemco en remet une mais Jonas Vingegaard le contre !#TDF2024 pic.twitter.com/xheu5aZQQs
Pogacar si prende anche questa tappa
L’azione di Evenepoel si rivela un autogol niente male, visto che il ritmo imposto da Vingegaard è troppo per il belga, che perde una ventina di chilometri. Pogacar è ben lieto di rimanere a ruota del danese e, quando si arriva ad una sola trentina di secondi dal duo di testa, concede anche un cambio al rivale: una vittoria in una tappa così importante non è disprezzabile anche in un Tour dominato dall’inizio alla fine. A due chilometri e mezzo dall’arrivo, Carapaz e Mas sono ripresi mentre continua a spingere fino alla fine Vingegaard, ansioso di mettere definitivamente al sicuro la seconda posizione in questo Tour de France. Davvero convincente l’azione del campione danese oggi, sorprendente dopo la grave crisi vissuta nel tappone alpino di venerdì, quando sembrava davvero aver finito la benzina.
Mas, alla fine, non riesce a reggere al forcing del capitano della Visma, che comunque non si scrolla mai dalla ruota la maglia gialla, che anche oggi vorrà giocarsi la vittoria fino alla fine. Vingegaard è scatenato e riesce con un nuovo strappo ad avere la meglio anche della maglia a pois, che è costretta a mollare a meno di un chilometro dall’arrivo. Alla fine il campione sloveno non concede cambi e si prepara a quella che potrebbe essere l’ennesima volata in salita tra questi due campionissimi. In realtà non c’è niente del genere: a 200 metri dal traguardo la maglia gialla mette una spallata clamorosa cui il rivale non può rispondere, se ne va e vince in solitaria la sua quinta tappa al Tour. Storce un po’ la bocca Vingegaard, che però può consolarsi con il quasi minuto di ritardo inflitto a Remco Evenepoel, chiaro sconfitto di questa ultima tappa in linea.
The final battle between the last two Tour winners goes in favour of the @MaillotjauneLCL Tadej Poagacar, who wins the last mountain stage.
— Tour de France (@LeTour) July 20, 2024
Relive the last KM of stage 20
Le dernier duel entre les deux derniers vainqueurs du Tour tourne à l'avantage du @MaillotjauneLCL,… pic.twitter.com/7rZQx63QQ9
La classifica
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La tappa di domani
L’episodio finale di questo Tour ha uno scenario davvero inconsueto, visto che, per la prima volta dal lontano 1905, la Grande Boucle non si concluderà sugli Champs Elysèes come al solito, ma in riva al Mediterraneo. Non è questa l’unica stranezza di questa 21a tappa: per la prima volta dal 1989, infatti, non si tratterà della classica passerella fatta apposta per i velocisti.
Chiudere con una cronometro era sembrato un buon modo per rendere emozionante il finale e la salita di 8,1 chilometri al 5,6% di pendenza media che porta a La Turbie e la breve, secca, ascesa del Col
d’Eze saranno complicate da affrontare con tre settimane di fatica nelle gambe. Anche se i giochi per le prime posizioni sembrano fatti, il resto della generale potrebbe offrire parecchie sorprese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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