La vetta più leggendaria del Tour de France offre un primo verdetto: la doppietta di Tadej Pogacar è una possibilità molto concreta. Il campione sloveno approfitta del grandissimo lavoro della Uae Tour Emirates e lancia il suo attacco ad 800 metri dal Galibier: Vingegaard ed Evenepoel provano a tenere il passo ma vengono staccati progressivamente. Il capitano della Uae spinge forte anche in discesa e riesce a staccare i rivali di 35 secondi, arrivando da solo a braccia alzate al traguardo di Valloire.
Evenepoel batte sia Roglic che Vingegaard nella mini-volata risalendo fino al secondo posto nella classifica generale dietro a Pogacar. La maglia gialla Carapaz non ce la fa e viene staccata sul Galibier, perdendo più di quattro minuti all’arrivo. Ancora troppo presto per dare verdetti definitivi ma la prova di forza di Pogacar è stata impressionante: batterlo in questo Tour non sarà semplice per nessuno.
Tante salite, tanto spettacolo
La Grande Boucle lascia l’Italia dopo tre tappe emozionanti ma lo fa col botto, concentrando una serie di salite mitiche certo non comuni nella prima settimana del Tour de France. Una volta lasciata Pinerolo, i primi 50 chilometri vedranno la strada salire progressivamente fino all’alta montagna di Sestrieres per poi affrontare due cime storiche come il Monginevro ed il temutissimo Galibier. La seconda cima più alta di questo Tour, a ben 2.642 metri sopra il livello del mare, va sicuramente trattata con il massimo rispetto. 3.900 metri di dislivello concentrati in soli 139 chilometri sono un problema per ogni ciclista ma l’ex campione del mondo Mads Pedersen non se ne preoccupa più di tanto, considerato come prova una fuga solitaria poco dopo la partenza. Una decina di minuti dopo il danese è raggiunto da un gruppetto di ciclisti abbastanza pericolosi ma, quando Mathieu van der Poel prova a raggiungerli, il peloton si decide a riprendere la fuga sull’interminabile salita che porta a Sestrieres.
L’unico traguardo volante di giornata, anch’esso in salita, vede Pedersen regolare l’eritreo Girmay, seguito da Philipsen e Coquard ma, una volta presi i punti, una ventina di velocisti, da Cavendish a Van Aert fino a Gaviria, decide di staccarsi e salire col proprio passo. Considerato quante montagne hanno ancora da superare, una scelta forse inevitabile. L’ascesa verso Sestrieres è lunga ma non molto ripida ed un gruppo di diciassette ciclisti decide di lanciare un attacco importante, guadagnando attorno ad 1’14” sul gruppo: alcuni atleti importanti presenti, da Van der Poel a Madouas, Armirail, Lutsenko e Barguil ma non abbastanza da convincere la maglia gialla Carapaz a mollare la ruota dei suoi rivali principali. La fuga allunga a circa tre minuti ma c’è ancora tantissimo da correre prima di arrivare al traguardo. Barguil prova a prendere in contropiede i compagni di fuga ma i punti per la classifica scalatori se li prende Williams, che arriva davanti alla maglia a pois Madouas.
Van der Poel va in fuga sul Monginevro
Il gruppo si rifa sotto nella lunga discesa dopo Sestrieres, riducendo il distacco a 2’14” ma c’è davvero poco tempo per rilassarsi, visto che il Monginevro è proprio dietro l’angolo. La salita di seconda categoria vede il gruppo rimanere a distanza di sicurezza ed i fuggitivi collaborare fino a quando non si passa il confine tra Italia e Francia. Ad un chilometro dallo scollinamento, Barguil parte ancora una volta lungo ma il britannico Stephen Williams è ancora una volta più pimpante, riuscendo a prendersi i cinque punti per la classifica scalatori battendo Barguil, Madouas e il norvegese Johannessen. La discesa che porta a Briançon è molto ripida, consentendo ai ciclisti di raggiungere velocità molto importanti, oltre i 100 km/h: ne approfitta la Uae Team Emirates per causare uno strappo nel peloton. La maglia gialla perde un po’ di terreno prima di ricongiungersi ma è un segnale chiaro rivolto agli avversari: oggi non ce n’è per nessuno.
I fuggitivi continuano a tenere un ritmo regolare sulle salitelle che portano ai piedi del Galibier ma nel gruppo il cambio di ritmo è netto, tanto da far pensare che saranno ripresi sicuramente prima della vetta. A 40 chilometri dal traguardo, Van der Poel prova uno strappo sia per testare come si comporta in salita che per stimolare i compagni di fuga a darsi una mossa: alle sue spalle, infatti, Politt sta imponendo un gran ritmo nel gruppo, ora a circa 2 minuti di distacco. Wellens dà il cambio a Politt per tenere alto il ritmo del peloton, che sta guadagnando secondi su secondi ai fuggitivi. A 15 chilometri dalla vetta del Galibier, Pogacar sembra felice di lasciar lavorare i suoi gregari ma un attacco è ancora possibile: quando Van der Poel si rialza, Gaudu capisce che la fuga è prossima ad essere ripresa e se ne va, portandosi dietro l’ex campione di Spagna Lazkano, raggiunto poco dopo da Johannessen e Juul-Jensen.
La Uae schianta quasi tutti
I quattro di testa provano azioni su azioni a circa 11 chilometri dallo scollinamento, con David Gaudu intenzionato a fare il massimo per portarsi a casa il Souvenir Henri Desgrange, il premio dedicato al fondatore del Tour che va al ciclista che arriva primo sulla leggendaria salita della Grande Boucle. Se nel gruppo Soler dà il cambio a Wellens, lo spagnolo Lazkano prova un’azione solitaria, guadagnando circa 17 secondi nei confronti dei compagni di fuga. Considerato che sta per affrontare la parte più dura del Galibier e che il peloton è a soli 44 secondi di distacco, difficile che possa arrivare in vetta da solo. L’ex campione di Spagna sale forte ma il ritmo del gruppo, dove ora tirano gli uomini della Soudal e della Visma, è di quelli importanti. Per ora Carapaz, Evenepoel e Vingegaard tengono il passo di Pogacar, circondati da un buon numero di domestiques. Ad otto chilometri dalla vetta tutti i fuggitivi tranne Lazkano sono ripresi ma ora i favoriti fanno davvero sul serio e lasciano per strada ciclisti niente affatto banali come Simon Yates.
A sei chilometri dalla vetta il ritmo è elevatissimo e la maglia gialla Carapaz non riesce a rimanere alla ruota dei favoriti, perdendo una ventina di secondi. Dopo aver ripreso Lazkano, il nuovo strappo portato da Almeida sembra fatto apposta per schiantare i rivali di Pogacar ma, almeno per il momento, nessuno molla. Ormai è una corsa ad eliminazione: Ciccone stringe i denti, Mas e Geraint Thomas non ce la fanno e perdono secondi su secondi. Nuovo strappo di Ayuso mentre la maglia gialla è già ad un minuto di distacco: la Uae sembra lavorare come in una cronoscalata a squadre, sfiancando i rivali prima del prevedibile attacco di Pogacar. Adam Yates e Jorgensen perdono terreno, come Ciccone mentre Roglic è costretto ad alzarsi sui pedali per non venire staccato dai primi. L’ultimo chilometro è davvero duro ma la prospettiva di prendersi gli otto secondi di abbuono garantiti al primo è molto invitante.
Il solito, devastante Pogacar
Ad 800 metri dalla vetta, Pogacar parte fortissimo ma sia Vingegaard che Evenepoel rispondono immediatamente, mentre Roglic non ce la fa. Il nuovo cambio di ritmo dello sloveno è troppo per il belga e anche Vingegaard è costretto a cedere qualche metro: a questo punto il campione danese prova a limitare i danni per riprendere il rivale in discesa. Pogacar arriva primo sul Galibier, infliggendo dieci secondi di distacco al campione del Tour e 16 ad Evenepoel: venti secondi dietro il gruppetto con Roglic, mentre Ciccone sta cercando di rientrare verso la testa. Appena inizia la discesa, fortunatamente asciutta, il capitano della Uae si lancia in discesa a tutta ma Vingegaard ed Evenepoel non ci stanno a lasciarlo andare e gli recuperano qualche secondo.
Velocità altissime anche nella discesa dal Galibier ma se il danese regge il passo di Pogacar, Evenepoel non è altrettanto veloce e viene ripreso da Rodriguez. Roglic è più in palla del belga e riesce a raggiungerlo in discesa con Ayuso. Nel frattempo niente da fare per la maglia gialla Carapaz, ormai a quasi 4’30” di distacco dal campionissimo sloveno. Da qui all’arrivo di Valloire è tutta discesa ma Vingegaard non riesce a riprendere Pogacar, che spinge ancora forte: lo specialista Rodriguez ha staccato sia Evenepoel che Roglic e sembra puntare a riprendere il danese prima dell’arrivo. Alla fine il danese molla un attimo e viene riassorbito dagli inseguitori, con Evenepoel che approfitta dei tratti pianeggianti per formare un quintetto alle spalle di Pogacar, avanti di 35 secondi. Anche in pianura lo sloveno va fortissimo, toccando quasi i 90 km/h nell’approccio al traguardo di Valloire, dove arriva in splendida solitudine a braccia alzate. Alle sue spalle Evenepoel vince la mini-volata su Ayuso e Roglic, mentre Vingegaard si accontenta di contenere i danni.
Some rest after the fight ...
— Tour de France (@LeTour) July 2, 2024
Un peu de repos après la bataille ... #TDF2024 pic.twitter.com/R4BFlTX3Fz
La classifica
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La tappa di domani
Dopo l’abbuffata di montagne di martedì, tappa decisamente più malleabile per il gruppo, che sarà ben lieto di tirare il fiato. Con la carovana del Tour che punta a nord, le squadre dei ciclisti top, dopo il superlavoro di ieri, saranno ben liete di lasciare il proscenio a quelle dei velocisti.
Visto che siamo ancora ai piedi delle Alpi, non sarà certo una tappa di pianura ma i due GpM di
giornata sono abbastanza gestibili. Non abbastanza per favorire una fuga dalla lunga distanza o tagliare le gambe ai velocisti. Come successo a Torino, alte probabilità di un arrivo in volata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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