Volata doveva essere e volata è stata, nell’affascinante contesto del Circuit Paul Armagnac di Nogaro. A vincere per una mezza bicicletta è ancora Jasper Philipsen, portato ancora alla vittoria da un perfetto Mathieu van der Poel e dal resto del treno della Alpecin. Qualche caduta di troppo, dovuta all’alta velocità e all’ampia carreggiata del circuito automobilistico ma senza gravi conseguenze. Il belga allunga nella classifica a punti mentre in maglia gialla resta il britannico Adam Yates. Da domani, invece, iniziano le salite vere con l’arrivo sui Pirenei e un paio di ascese da prendere con le molle. Pogacar e Vingegaard sono avvertiti.
Come già visto ieri, la vicinanza ai Pirenei consiglia al gruppo di tenere ritmi più gestibili per la prima metà della tappa, nella quale non succede molto. Qualche movimento solo per portarsi a casa i 20 punti del traguardo volante, che finiscono a Philipsen grazie al gran lavoro del treno della Alpecin. Al centesimo chilometro, parte la solita fuga di ciclisti francesi: stavolta tocca a Cosnefroy e Deleplace, che guadagnano circa un minuto sul gruppo. Tutto rimane tranquillo fino all’unico GPM di giornata, quando il peloton finalmente si dà una mossa. Come previsto è l’ingresso nel circuito a causare qualche problema di troppo con il gruppo che si allunga e il gioco delle traiettorie che causa un paio di brutte cadute ad alta velocità. Nel finale la coppia Van der Poel-Philipsen rintuzza gli attacchi di Caleb Ewan e Mark Cavendish, buon quinto sul traguardo di Nogaro.
La lunga attesa
Se l’andatura ieri era rimasta su livelli più che gestibili per quasi tutta la tappa, già dalla partenza si capisce che anche oggi molti rimarranno in modalità risparmio energetico per lunghi tratti. Buon per Giulio Ciccone, che ancora prima della partenza ufficiale ha un problemino meccanico alla bici. Quando cala la bandiera sulla quarta tappa, gran sorrisi nel peloton, che si sta godendo una bella biciclettata di riposo dopo le prime due, faticosissime tappe nei Paesi Baschi. Luca Mozzato ne approfitta per accostarsi all’auto medica per farsi medicare le ferite rimediate nella caduta nella seconda tappa, fatto che rende ancora più impressionante il suo 12° posto nella volata a Bayonne. Bisogna aspettare quasi un centinaio di chilometri prima di vedere qualcosa di interessante, un piccolo strappo provato da Wout Van Aert, che avrà il dente avvelenato dopo due tappe deludenti. In realtà il belga viene subito ripreso, con le squadre dei velocisti pronte a mettersi al lavoro in vista del traguardo volante a Notre-Dame des Cyclistes.
Come già visto ieri, il treno della Alpecin si mette al lavoro, facilitato dal lungo rettilineo: Van Aert rimane alla ruota, senza accettare la sfida degli specialisti. A fare il pieno di punti è ancora Jasper Philipsen, portato in carrozza come successo a Bayonne. Un segnale interessante in vista della prevedibile volata sul circuito di Nogaro: alle sue spalle il francese Coquard, Caleb Ewan e Mads Pedersen. Il belga stacca quindi di 20 punti Lafay, mentre il danese pareggia i 52 punti di Van Aert: c’è ancora tanto da correre, ma la lotta per la maglia verde potrebbe rivelarsi molto interessante. Ai 100 chilometri, ecco l’inevitabile fuga di ciclisti transalpini ansiosi di finire in televisione: Cosnefroy e Delaplace, entrambi dalla Normandia, scattano e si lasciano dietro il gruppo. Quando il vantaggio arriva a circa un minuto, la Soudal-QuickStep si mette al lavoro per far alzare il ritmo al peloton, a scanso di equivoci.
Quante cadute prima della volata
Con il duo transalpino sempre a distanza di sicurezza, il finale di tappa non offre molto spettacolo, con le varie squadre che iniziano a guardare con preoccupazione al vento, che potrebbe giocare dei brutti scherzi ai ciclisti nell’approccio al circuito di Nogaro. Sarà anche interessante notare come si svolgerà la volata su un tracciato fatto per le vetture granturismo, molto più largo di una strada normale. Gli strateghi delle squadre dei velocisti si preparano alla strettoia a tre chilometri dall’arrivo, quando si entrerà nel circuito: ci sarà sicuramente una gran lotta tra i vari treni per entrare al meglio. A 35 chilometri dall’arrivo, il vantaggio dei fuggitivi è sceso a soli 37 secondi: probabilmente alcune squadre sono interessate all’unico GPM di giornata, la salita di quarta categoria della Côte de Dému, che scollinerà a 10 chilometri dall’arrivo. In palio c’è un solo punto per la classifica scalatori ma a qualcuno potrebbe fare comodo. Interessante, poi, notare come le telecamere quasi ignorino la maglia gialla Adam Yates, nonostante possa arrivare senza grossi problemi al quinto giorno in testa alla generale.
Finora l’americano Powless ha fatto di tutto per difendere la sua maglia a pois, ma oggi la EF non sembra intenzionata a dare battaglia: molto meglio risparmiare le forze per le tante salite di domani. Una volta preso il punto buono per la classifica scalatori, la fuga si fa riassorbire, aprendo la strada al gioco delle squadre dei velocisti negli ultimi 25 chilometri prima del traguardo di Nogaro. Ai sette chilometri dall’arrivo, si inizia finalmente a fare sul serio: accelerazione secca che scompagina i vari treni, agevolati dai soliti, fastidiosissimi, spartitraffico. Con la velocità che sfiora i 70 km/h, stavolta è il treno della Bora-Hansgrohe a sembrare più attivo, con la Jumbo-Visma che prova a portare Vingegaard ai tre chilometri in posizione ideale.
L’ingresso nel circuito allunga il peloton ma ci sarà spazio per recuperare sull’ampia carreggiata dell’autodromo Paul Armagnac. Nella bagarre paga, purtroppo, Jacobsen, che tira giù Guarnieri in una caduta ad alta velocità. Purtroppo l’azzurro si frattura la clavicola e deve dire addio al Tour de France. Ultimo chilometro davvero affascinante, con curve ad alta velocità che costano un paio di cadute nell’avvicinamento. Caleb Ewan prova a battere sul tempo la coppia Van der Poel-Philipsen ma, ancora una volta, è il ciclista belga a mettere la ruota davanti all’australiano. Ennesimo capolavoro di Van der Poel e della Alpecin, che si conferma dominante nelle volate di gruppo.
Classifica di tappa e generale
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La tappa di domani
In questo strano Tour de France, le salite importanti arrivano prima del solito, con l’ingresso sui Pirenei già nella quinta giornata di corsa. Non sono nemmeno ascese da prendere sottogamba, visto che i 15 chilometri al 7,2% di pendenza media del Col de Soudet sono tra i più duri di questa edizione della Grande Boucle. A complicare ulteriormente le cose, il fatto che arrivino a metà dei 163 chilometri che portano da Pau a Laruns.
Occhio agli attacchi sul GPM di prima categoria del Col de Marie Blanque, 7,7 chilometri all’8,6% di pendenza media a 20 chilometri dal traguardo.
A rendere questo traguardo ancora più interessante, il fatto che ci siano in palio anche diversi secondi di abbuono per la generale. Vedremo se saranno abbastanza per incentivare lo scontro tra i protagonisti annunciati della corsa alla maglia gialla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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