Per fortuna che al Festival è arrivata Teresa Mannino. Una ventata di allegria, di ironia, di sano sarcasmo. L'attrice comica più in voga del momento è planata a Sanremo nel pieno del caso scarpe di John Travolta. Insomma, per lei è come arrivare su Marte. Sconvolta dal clima rovente in sala stampa nella conferenza della mattina, la questione la interpreta così: «Siamo sudditi dell'America! Arriva John Travolta e fa quel che vuole, e lui (Amadeus, ndr) sta zitto perché manco se ne rende conto, siamo una colonia americana quindi di che cosa ci stupiamo se quello arriva e si mette con la faccia incavolata nonostante abbia firmato un contratto e si sia preso magari un milione di euro per le scarpe? Noi siamo colonia, dobbiamo stare zitti come stiamo zitti su tutto il resto...». Ma lei zitta mica ci sta: «Mi dicono che in Rai non si possono dire certe cose - scherza ma non troppo - c'è la censura, meglio l'auto-censura. Ma io dico quello che penso». E alla sera, sul palco, fa proprio tutto quel che le pare.
Come pure Russell Crowe che ormai è più italiano che neozelandese. Ama così tanto il nostro Paese da passarci il più tempo possibile portando in tour la sua blues band per le più belle località nostrane. Prima di salire sul palco dell'Ariston dopo 23 anni dall'ultima volta («fu un delirio, 16 ore di pura follia») per suonare un brano blues tradizionale (Let your light shine), ha parlato delle sue origini italiane scoperte di recente, con tanto di giallo: non è ben chiaro se i suoi antenati siano di Ascoli Piceno o di Fidenza. Comunque poco importa, l'importante è che ha sempre sentito di «avere legami di sangue con l'Italia» e lo ha capito quando ci ha passato più tempo. Per lui «l'Italia è stato uno dei Paesi che ha dato più al mondo». È molto contento della cittadinanza onoraria che gli ha conferito il Comune di Ascoli Piceno (con tanto di suite destinata a vita in un hotel nella meravigliosa piazza della città) e snocciola le date del tour con «The Gentleman Barbers» della prossima estate. Ovviamente si parte da Roma: «Torno al Colosseo, ma non come gladiatore», scherza lui conosciuto in tutto il mondo come Massimo Decimo Meridio. Del resto, la musica è stata la sua passione ancora prima del cinema. «Il primo disco uscì quando avevo 16 anni. Al liceo suonavo in una cover band, facevamo concerti nei locali. La musica è sempre stata centrale nella mia vita. Poi è arrivato Il Gladiatore e nulla è stato più lo stesso». Per lui, interprete del film Land of Bad che uscirà nei prossimi giorni sulle piattaforme private nel ruolo di guidatore di droni, il tema dei drammi dei migranti e delle guerre è imprescindibile: «Non concepisco come noi che ci inventiamo qualsiasi cosa come i telefonini non siamo in grado di trovare una soluzione per aiutare i migranti e risolvere i conflitti».
Ma la terza serata è stata anche quella dell'eterno ragazzo Gianni Morandi tornato dall'amico Amadeus, di Sabrina Ferilli e di Eros Ramazzotti che ha festeggiato i quarant'anni della sua Terra promessa.
In tutto questo caos di musica e polemiche, la Rai spera che lo show di ieri sera venga premiato dagli ascolti come è successo nella prima e nella seconda serata. Dati di mercoledì: 10.361.000 spettatori per il 60,1% di share, con una leggera flessione rispetto allo scorso anno, ma sempre in zona record.
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