Addio a Anouk Aimée, indimenticabile protagonista de La Dolce Vita

Si è spenta all'età di 92 anni la grande attrice Anouk Aimée. Venne diretta dai più grandi registi, tra cui anche Fellini che la volle nè "La Dolce Vita" e in "Otto e mezzo"

Addio a Anouk Aimée, indimenticabile protagonista de La Dolce Vita
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È morta oggi all'età di 92 anni l'attrice francese Anouk Aimée, indimenticabile protagonista del film La Dolce Vita accanto a Marcello Mastroianni, e Otto e mezzo entrambi diretti da Federico Fellini. A confermare la notizia sul suo profilo Instagram, la figlia dell'attrice Manuela Papatakis. "Insieme a mia figlia, Galaad, e mia nipote, Mila, abbiamo una grande tristezza nell'annunciare la dipartita di mia madre Anouk Aimée. Ero al suo fianco quando è deceduta stamattina nella sua casa a Parigi".

La carriera dell'attrice

Figlia dell'attore francese Henri Dreyfus e della nota attrice Geneviève Sorya, Anouk aveva iniziato la carriera cinematografica giovanissima, già all'età di 15 anni. Dopo alcune apparizioni minori, viene notata da critica e pubblico con alcune interpretazioni in film di grandi registi. Gli amanti di Verona (1949) di André Cayatte, La tenda scarlatta (1953) di Alexandre Astruc per poi raggiungere un grande successo quando viene diretta da Federico FelliniLa dolce vita (1960) e (1963), e in Francia con Jacques Demy in Lola - Donna di vita (1961).

Nel 1966 arriva la consacrazione internationale con Un uomo, una donna di Claude Lelouch, al fianco di Jean-Louis Trintignant e di Pierre Barouh che diventò poi suo marito. Seguirono poi L'amante perduta, Una sera, un treno, entrambi del 1968, e Rapporto a quattro (1969), quest'ultimo diretto dal regista statunitense George Cukor. Venne poi chiamata nuovamente da Lelouch con cui interpretò Vivere per vivere (1967), Chissà se lo farei ancora (1976) e Un uomo, una donna oggi (1987). Dopo una lunga assenza, tornò poi al cinema italiano nel 1980 con Salto nel vuoto di Marco Bellocchio, grazie al quale vinse il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes, e con La tragedia di un uomo ridicolo (1981) di Bernardo Bertolucci.

Le interpretazioni recenti

Nel 1994 interpretò il ruolo di una stilista in Prêt-à-Porter di Robert Altman, film sul mondo della moda. Nel 2003 le venne assegnato l'Orso d'oro alla carriera al Festival del Cinema di Berlino. Nel 2019 venne nuovamente diretta da Lelouch in I migliori anni della nostra vita, terzo episodio dopo il grande successo di Un uomo, una donna (1966), e dopo Un uomo, una donna oggi (1986), sempre con Trintignant.

Uno stile unico

Dotata di una grande bellezza nel 1960 la rivista Life la definì: "La più bella residente della rive gauche". Secondo un sondaggio del 1995 di Empire venne considerata: "una delle cento stelle più sexy della storia del cinema. Il suo stile di recitazione è spesso quello di femme fatale, con un'aura malinconica, valorizzata da grandi registi di fama internazionale".

I numerosi premi

Nel 1966, ottiene il Golden Globe come miglior attrice drammatica, battendo le più quotate Natalie Wood con Questa ragazza è di tutti ed Elizabeth Taylor con Chi ha paura di Virginia Woolf?, ma si vede sfilare l'Oscar dalle mani proprio da quest'ultima. Negli anni '80 si aggiudica il Prix d'interprétation féminine a Cannes grazie al film Salto nel vuoto di Marco Bellocchio.

La vita privata

Si era sposata tre volte.

Prima con il proprietario del cabaret La rose rouge di Saint-Germain-des-Prés, Nico Papatakis, grande amico di Picasso e di Genet, dal quale ebbe una figlia. Poi con Pierre Barouh, incontrato sul set di Un uomo, una donna. Infine, dopo alcune relazioni, si sposa con Albert Finney, dal quale però divorzierà poco dopo.

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