Tanto il cinema quanto l'intrattenimento su piccolo schermo hanno sempre attinto nelle tradizioni per cercare storie da portare sul grande schermo. La Pasqua, con la sua millenaria storia di morte e rinascita, è sempre stato un terreno fertile per grandi kolossal cinematografici che, ancora oggi, sono parte integrante della storia della settima arte. Ma, con il passare dei decenni, le riletture della Pasqua si sono ampliate e diversificate, allontanandosi dalla tradizione cristiana, per sperimentare altri campi, come quello commerciale e/o pagano. Si pensi, ad esempio, alla sequenza del film d'animazione Le cinque leggende in cui il coniglio di Pasqua doppiato in lingua originale da Hugh Jackman porta gli altri co-protagonisti nel cuore del suo regno: lì non si parla di resurrezione o misteri della fede. Si tratta invece di un giardino rigoglioso che sembra essere cristallizzato in una primavera eterna, dove la massima occupazione è quella di dipingere le uova per poi nasconderle e far divertire i bambini. Una lettura infantile e, appunto, commerciale, che si trova anche in serie di successo come Una mamma per amica. E in queste riletture la Pasqua va sempre di pari passo con la primavera perché la stagione che va da marzo a giugno è, in qualche modo, un segno di rinascita dopo la morte.
Un concetto che è stato ampliamente analizzato dallo scittore Neil Gaiman, autore fantasy e filosofico, a cui si devono grandi successi come il recente Sandman. La rilettura della Pasqua in Neil Gaiman avviene soprattutto in American Gods, romanzo folle e grottesco che è stato trasformato in una serie televisiva disponibile per Prime Video.
Di cosa parla American Gods?
Shadow Moon (Ricky Whittle) viene rilasciato di prigione per poter partecipare al funerale della moglie Laura (Emily Browning), morta a seguito di uno strano incidente stradale. Durante il volo che lo riporta a casa, Shadow fa la conoscenza dell'enigmatico Mr. Wednesday (Ian McShane) che sembra informato sui dettagli intimi della vita dell'uomo e, di punto in bianco, gli offre un lavoro come guardia del corpo e assistente, dietro il pagamento di un ottimo stipendio. Shadow Moon accetta la proposta, prima di scoprire chi si cela veramente dietro il suo nuovo datore di lavoro. Wednesday, infatti, non è altri che Odino, il re delle divinità norrene, che ha il compito e l'obiettivo di richiamare gli antichi dei al suo cospetto per iniziare una guerra contro le nuove divinità: la tecnologia, il denaro, i social media. Tutti i nuovi idoli, cioè, che l'umanità idolatra a discapito dei vecchi dei che hanno costruito l'America. Shadow si trova così in un viaggio on the road che lo porterà anche all'interno di una mitologia in continua espansione, folle e pericolosa. Intanto Laura viene riportata in vita dalla moneta di un leprecauno (Pablo Schreiber) e comincerà a sua volta un viaggio per riconquistare la fiducia del marito.
Ostara, la Pasqua secondo Neil Gaiman
American Gods è una serie caotica e grottesca, senza un finale dal momento che la serie è stata cancellata dopo la terza stagione, a causa dei bassi ascolti derivati anche dall'uscita di scena di uno dei personaggi più amati di tutto lo show. Questa premessa è necessaria perché American Gods non è una di quelle serie facili da consigliare, che possono piacere a tutti o in cui tutti si possono sentire coinvolti. In poche parole, non è una serie per tutti. È una serie dove il grottesco la fa da padrone, dove i repentini salti temporali danno spesso la sensazione di cancellare qualsiasi punto di riferimento, dove non ci si risparmia sulla violenza o sull'erotismo. Inoltre, per quanto paradossale possa essere dire una cosa del genere di una serie incentrata sulle divinità, American Gods è un racconto dove nulla è sacro e nulla è intoccabile. E questo è ben dimostrato dall'ultimo episodio della prima stagione, dal titolo Vieni da Gesù (Come to Jesus, in lingua originale).
Ed è in questo episodio che il pubblico fa la conoscenza di Ostara, personaggio interpretato da Kristen Chenoweth, che rappresenta la divinità dietro le celebrazioni della Pasqua. Nel racconto nato dalla penna di Neil Gaiman, la Pasqua non è percepita (solo) come la celebrazione cristiana, ma viene raccontata piuttosto come una divinità della natura, un'entità pagana che nell'antichità serviva a scandire il tempo dell'anno. In questo senso Ostara - da cui deriverebbe il termine inglese per Pasqua, Easter - rappresentava la dea della primavera, l'entità pagana che portava rinascita e resurrezione in un mondo che si era piegato alla morte dell'autunno e dell'inverno. Si trattava di una divinità benevola, generosa, che dava i suoi frutti agli uomini per permettergli di vivere. Una lettura, questa, che Neil Gaiman eredita, mettendo anche in evidenza alcuni aspetti di questa tradizione legata alla Pasqua cristiana, dove la morte e la resurrezioni sono elementi centrali, così come la capacità di salvare il genere umano. Proprio per la vicinanza di alcuni elementi di queste due rappresentazioni, in American Gods si è scelto di mostrare Ostara come la divinità pagana che è, con un aspetto florido e rigoglioso, ricoperta di colori pastello, che celebra la vita con enormi banchetti a cui accedono tutti gli ospiti. Nella serie compare anche la figura di Gesù che partecipa alla celebrazione: attenzione, non si deve ricercare però la figura del Messia in una serie come American Gods. Come si diceva poco sopra, pur non essendo blasfema, American Gods è una serie che destruttura il concetto di sacro, che lo aggira per creare qualcosa di fantasy, qualcosa che serve soprattutto a riflettere su come l'umanità abbia spesso rinunciato alla fede in favore della corruzione del progresso, fondando i propri valori su qualcosa di evanescente come la fama o il denaro. La Pasqua di American Gods non ha nulla a che vedere con le Sacre Scritture o il miracolo della resurrezione: è dipinta in realtà come l'antica festa pagana della primavera, dove l'umanità e il divino si incontrano per celebrare il ritorno alla vita e, di fatto, alla speranza di poter essere migliori.
Come vedere American Gods
Le tre stagioni di American Gods
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