Se c'è un personaggio il cui nome è noto a tutti e di cui ognuno conosce la storia, quello è Batman. Ideato da Bill Finger e da Bob Kane, il cosiddetto Uomo Pipistrello ha visto la luce nel 1939, apparendo in Detective Comics 27. La sua creazione è legata a doppia mandata al successo che Superman aveva già raccolto nel mondo della DC Comics e che, proprio secondo Kane, poteva essere replicato. A differenza di Superman, con la sua provenienza aliena e i suoi super poteri, Batman/Bruce Wayne è un supereroe profondamente umano. Non è una creatura che viene da un mondo diverso, esterno e straniero: è un essere umano che ha saputo sfruttare tutti gli strumenti in suo possesso. Forgiato dalla tragedia legata alla morte dei genitori, Bruce Wayne è un po' la maschera del sogno americano, quel self-made man che, grazie a intelligenza e denaro, è riuscito a creare qualcosa di incredibile. Ed è proprio questa sua capacità di essere sia un "comune" mortale che un supereroe che rappresenta l'elemento più rivoluzionario di Batman, che proprio oggi compie 85 anni. Un risultato che sottolinea quanto il personaggio sia entrato nell'immaginario collettivo e quanto abbia fatto la storia della narrazione per immagini, al punto che Batman è il primo supereroe e personaggio fittizio a cui è stata dedicata una stella sulla famosa Walk of Fame di Hollywood.
La nascita di Batman: ispirazioni e successo
Come è noto ai più, la principale fonte di ispirazione nella creazione di Batman è Zorro, soprattutto quello che appare ne Il segno di Zorro, film del 1920 diretto da Fred Niblo in cui l'eroe mascherato era interpretato da Douglas Fairbanks. Gli elementi che collegano i due eroi sono molti ed evidenti: a partire dai loro costumi neri e cupi, passando per i nascondigli che sembrano delle vere e proprie caverne sotto le fondamenta della casa, fino alla presenza di un maggiordomo - Bernardo per Zorro e Alfred per Batman - che in qualche modo rappresentano la coscienza dei due eroi. Come scrive anche ScreenRant, Finger e Kane hanno ammesso più e più volte nel corso delle interviste che Zorro è la maggiore ispirarazione che si cela dietro il mantello di Batman. In effetti, sei mesi dopo il debutto tra le tavole dei fumetti, ai lettori di Detective Comics 33 venne svelato il passato di Bruce/Batman: venne infatti raccontato l'omicidio di Martha e Thomas Wayne, assassinati davanti agli occhi sgomenti del figlio proprio dopo una proiezione di Il segno di Zorro. Batman così smette di essere un semplice "Vigilante" e diventa invece un uomo con un fortissimo trauma mai davvero superato, che lo ha trasformato in un uomo che combatte contro il male. L'uccisione dei genitori diventa la leva che fa nascere davvero Batman, che lo trasforma nel personaggio che oggi conosciamo tutti e che, stando a quello che scrive Britannica, raggiunge il suo apice quando l'autore Frank Miller decise di approfondire il trauma dell'Uomo Pipistrello. Poi, un anno dopo la sua creazione, Batman (che all'inizio si chiamava Bat-Man) venne affiancato da un altro ragazzino traumatizzato dalla violenza imperante nelle strade di Gotham City: nasce così il "duo" composto da Batman & Robin. Questo personaggio aveva soprattutto il compito di rendere Batman un personaggio più dolce, smussato, che non era caratterizzato solo dalla sua brutalità, ma anche dal suo diventare quella figura paterna che Bruce non aveva mai potuto avere. Da allora in poi il successo del personaggio non si è più fermato: Batman è diventato una maschera della cultura, il protagonista di serie tv e film, di fumetti che riscrivono le origini del personaggio e approfondiscono anche il rapporto con i suoi nemici. Dopo ottantacinque anni di vita, Batman è più attuale che mai, un supereroe che non solo ha saputo cambiare la storia - è uno dei pochi la cui popolarità non è stata intaccata nemmeno dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale - , ma continua in qualche modo a rappresentarla.
Il primo antieroe di successo
Come si diceva qualche riga più su, l'Uomo Pipistrello è nato per seguire il successo di Superman e, in un certo senso, è proprio nel confronto con il supereroe poi interpretato da Christopher Reeve che Batman trovò la sua unicità e il motivo del suo successo. I lettori, fino a quel momento, erano abituati a supereroi che facevano del proprio eroismo il proprio marchio di fabbrica. Personaggi buoni, candidi, costituiti solo dalla purezza del loro animo. Batman, al contrario, era avvolto di oscurità e nelle tenebre cercava rifugio. Se Superman agiva per proteggere le persone, Batman si muovava con il solo scopo di punire i criminali. Sebbene le due azioni portavano allo stesso risultato - salvare gli innocenti - le intenzioni dei due personaggi non potrebbero essere più diverse. Superman è un eroe buono, che opera per il bene. Batman è un personaggio complicato, brutale, che opera per la vendetta. Superman agisce perché vuole fare del bene e il suo scopo è solo quello. Bruce, in qualche modo, si diverte quando può agire in nome della vendetta. Come se, dopotutto, godesse del male che perpetra per liberare le strade di Gotham da criminali e psicopatici. Da questo punto di vista, forse, non sorprende che il regista Tim Burton abbia tratteggiato il suo Batman come un uomo solitario, caratterizzato da una certa animalità selvaggia che l'uomo può arginare solo indossando la "maschera" di Bruce Wayne, in un rovesciamento di prospettiva che punta a portare in superficie la vera natura del personaggio. Da questo punto di vista è Bruce l'identità fittizia di Batman e non il contrario. Una rilettura che, ad esempio, non è mai stata accostata a Superman, proprio perché l'ambizione alla bontà è ciò che caratterizza principalmente l'eroe di Crypton. In questo senso Batman ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo della narrativa a fumetti: si rendeva protagonista un personaggio contraddittorio, violento, a tratti crudele. Un personaggio che era comunque teso verso il Bene, ma che non si preoccupava di sporcarsi le mani per raggiungere i propri scopi. Un personaggio che permetteva ai lettori di guardare in faccia anche il male e l'oscurità che albergano in ognuno di noi e che per una volta tanto non dovevano essere esorcizzati. Un po' come avviene anche coi protagonisti mostruosi dei libri di Stephen King, Batman è un antieroe per antonomasia: da una parte un uomo abbastanza comune, eccezion fatta per il suo conto in banca, che può passare inosservato nella vita di tutti i giorni. Dall'altra un vigilante violentissimo, che ha un seme di oscurità nel petto che ha continuato a crescere dal giorno della morte dei genitori fino all'età adulta, rendendolo anche un personaggio che, a dispetto della presenza di Robin, non è fatto per le relazioni interpersonali e che vive recluso in una caverna, in una sorta di rilettura del Mito della Caverna di Platone. La vera rivoluzione che Batman ha portato avanti in questi 85 anni è stata quella di sottolineare che la perfezione non esiste, che tutti siamo imperfetti e fallaci, che coviamo oscurità e luce.
Batman ci ha insegnato che anche gli eroi possono sbagliare e che, soprattutto, anche nel cuore indefesso di chi combatte per la giustizia può celarsi il rosso cremisi della vendetta. Batman, in un certo senso, si è messo sullo stesso piano dei suoi lettori. E, per citare Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, Batman ha finito col diventare "l'eroe di cui abbiamo bisogno".
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