
Sembra non esserci fine alle polemiche intorno al live action di Biancaneve, che arriverà al cinema il prossimo 21 marzo, più o meno in contemporanea mondiale. La storia della principessa con la pelle bianca come la neve è al centro di un grande scontento dei fan, iniziato con la scelta dell'attrice Rachel Zegler, di origini colombiane, per interpretare la principessa del titolo, e proseguita anche con la "natura" dei setti nani e l'ipotesi di eliminare il principe azzurro, per fare di Biancaneve un'eroina femminista.
Tutti elementi, questi, che al pubblico sono apparsi come l'ennesimo tentativo di rendere politicamente corretta una storia, senza preoccuparsi di tradirne la natura o di appiattire il conflitto narrativo che è ciò che permette a un racconto di avere una morale e una parabola di crescita. Molti hanno lamentato il fatto che non avesse senso realizzare un live action pedissequo per poi svestirlo delle sue caratteristiche fondanti: a questo punto non sarebbe stato meglio creare un film ex novo, che si basasse sui valori che oggi la Disney sta cercando di veicolare? Nel tentativo di accontentare tutti (o, meglio, di non offendere nessuno), la grande major di Hollywood sembra aver realizzato un film costosissimo che forse non li farà rientrare dell'investimento e, anzi, rischia di diventare una nave che affonda.
Consapevoli del rischio che stanno correndo - anche a causa delle reazioni del pubblico a ogni tipo di pubblicazione di materiali promozionali come immagini e trailer, che subiscono anche lo scotto di effetti visivi non all'altezza delle aspettative - gli esperti di casa Disney stanno cercando di correre ai ripari, prendendo delle decisioni a monte che non servono ad altro se non ad arginare le conseguenze negative di proteste anti-woke che sembrano pronte ad affossare il film in uscita. Stando a quanto riporta il Daily Mail, la Disney sta "ridimensionando" gli eventi di promozione in Europa. La prima vittima? Il Regno Unito, che di solito è uno dei punti fermi di qualsiasi press tour mondiale, soprattutto per produzioni ad altissimo budget.
Per cercare di non incorrere in una pessima pubblicità con le proteste attese contro il film, infatti, la Disney ha rinunciato alla premiere nel Regno Unito e al tappeto rosso di Leicester Square. Al contrario, la promozione passerà solo attraverso una manciata di eventi stampa strettamente controllati e selezionati.
A preoccupare la Disney, però, non sono solo le proteste contro l'appiattimento e il tradimento della storia originale, ma anche la figura di Rachel Zegler che, negli ultimi anni, ha rilasciato dichiarazioni alquanto controverse, criticando il film del 1937 alla base del live action, scontentando ancora di più gli spettatori, che hanno visto in lei un'attrice ingrata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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