Blow, chi è il leggendario trafficante di droga che ha preso in giro gli Usa

George Jung è stato un noto trafficante di cocaina, collaboratore di Pablo Escobar, portato sul grande schermo da Johnny Depp: ecco la sua storia

Blow, chi è il leggendario trafficante di droga che ha preso in giro gli Usa

Blow è il film del 2001 diretto da Ted Demme che va in onda questa sera su Iris alle 21.00. La pellicola racconta la vera storia del narcotrafficante George Jung che, secondo Coming Soon, Johnny Depp andò a trovare in carcere per prepararsi al meglio al ruolo e rendere in modo credibile la persona che avrebbe dovuto trasportare sul grande schermo.

Blow, la trama

Tratto dall'omonimo romanzo di Bruce Porter, Blow racconta la storia di George (Johnny Depp), un uomo che dopo un'infanzia passata a contare le fughe della madre, decide di trasferirsi a Los Angeles insieme all'amico di sempre, Tonno (Ethan Suplee). Nella città degli angeli i due cominciano a lavorare nel mondo del narcotraffico, iniziando con il traffico di marijuana. Il nuovo lavoro comincia a ingranare molto velocemente e George diventa sempre più ambizioso, con la voglia di fare più soldi. Insieme all'amico Kevin (Max Perlich), George Jung decide di spostare gli affari nella costa est degli Stati Uniti. La ricchezza e il successo non tardano ad arrivare, ma ben presto l'avanzata dell'uomo viene fermata dall'arresto della polizia. Per rimanere al fianco dell'amata Barbara (Franka Potente), che sta morendo, George si trasforma in un latitante: purtroppo sarà proprio la madre a tradirlo, denunciandolo alle forze dell'autorità e facendolo arrestare di nuovo. Ma il carcere diventa un'occasione di crescita: dietro le sbarre di Danbury George conosce Diego Delgado (Jordi Mollà) che aprirà per lui le porte dello spaccio di cocaina, che lo porteranno nel mirino di Pablo Escobar. Intanto, ritrovato l'amore con Mirtha (Penelope Cruz), George dovrà capire quali sono davvero le persone di cui può fidarsi e quali sono quelle che, invece, non vedono l'ora di guardarlo fallire.

La vera storia di George Jung

George Jung è stata una figura cardine dello spaccio di droga tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta che, tuttavia, ha raggiunto la notorietà internazionale proprio grazie al film in cui è interpretato da Johnny Depp. La vita dell'uomo, però, è stata una continua scalata verso il successo e la ricchezza, forse derivante anche dall'esempio di suo padre, un uomo onesto che non era riuscito a ottenere molto aiuto dallo Stato. Forse - ma è questa è una facile illazione - fu proprio per punire quello Stato che non li aveva aiutati che George Jung decise di prenderlo in giro, organizzando un traffico di droga che ha fatto storia. Nel ritratto dello specciatore nato a Boston nel 1942 fatto dal New York Times, si legge di come George Jung abbia imparato presto a far soldi con il traffico di droga, cominciando a vedendere piccole quantità di marijuana che aveva comprato per uso personale. Nel 1967 contrabbandava la cannabis acquistata in California nel New England, dove poteva venderla a un prezzo maggiore. Il trasporto avveniva tramite la complicità di una ragazza che lavorava come assistente di volo e nascondeva i panetti di droga nelle valigia.

Successivamente l'uomo ha continuato a trasportare droga da Puerto Vallarta, in Messico, utilizzando aerei che avrebbe rubato da aeroporti privati a Cape Cod. Il primo arresto avvenne nel 1974, ma egli definì la sua permanenza nel carcere di Danbury una "scuola del crimine", perché dietro le sbarre imparò molti trucchi del mestiere. Il suo compagno di cella, oltretutto, era Carlos Lehder, un trafficante che aveva già esperienza con lo spaccio di cocaina: Lehder cercava un modo per portare la cocaina fuori dalla Colombia agli Stati Uniti, mentre George Jung cercava un modo per alzare il livello dei suoi affari: l'incontro tra i due, dunque, sembrava quasi predestinato ad avere successo. Usciti entrambi di prigione nel 1976 i due nuovi soci in affari hanno in qualche modo rivoluzionato la scena del traffico di cocaina negli Stati Uniti, attirando l'attenzione di Pablo Escobar e del cartello di Medellìn. Per la famiglia George era fonte di imbarazzo e vergogna: sua madre non voleva nemmeno riceverlo in visita, al punto che l'uomo era costretto a comunicare col padre - al quale rimase comunque vicino - solo attraverso delle registrazioni su musicassette. A metà degli anni Novanta venne nuovamente arrestato: il cartello fatturava ormai miliardi di dollari all'anno e George Jung era tra i maggiori ricercati. Passò vent'anni in carcere, dal quale venne fatto uscire nel 2014. Due anni dopo venne arrestato di nuovo per aver violato le condizioni della libertà sulla parola, per poi essere rilasciato di nuovo nel 2017 ed essere spostato in una casa di cura della sua città natale, in cui poi morirà nel 2021 all'età di settantotto anni.

Sebbene negli anni sia arrivato a definire la cocaina un male che ha in qualche modo influenzato la sua esistenza, in vita Jung non ha mai mostrato rimorso per le sue azioni, definendosi come un uomo d'affari che dava alle persone quello che loro richiedevano. È lui stesso a dirlo, in un'intervista rilasciata alla PBS, in cui, interrogato sul suo sentirsi in colpa, ha dichiarato:"Intendi in relazione alla moralità? No.

Sentivo che non c'era niente di sbagliato in quello che stavo facendo, perché fornivo un prodotto a persone che lo volevano e questo era accettabile. Voglio dire, nessuno faceva dichiarazioni false sulla marijuana".

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