Quando Terence Hill fu "sostituito" da un mago

Continuavano a chiamarlo Trinità è una pietra miliare del cinema italiano, una pellicola forte della collaborazione tra Bud Spencer e Terence Hill, che ha avuto bisogno di qualche "trucco" per una delle scene più iconiche

Quando Terence Hill fu "sostituito" da un mago

Continuavano a chiamavarlo Trinità è il film del 1971 diretto da Enzo Barboni che va in onda questa sera alle 21.25 su Rete 4. A più di cinquant'anni dall'uscita al cinema, Continuavano a chiamarlo Trinità - così come il suo predecessore Lo chiamavano Trinità... - continua a essere un film molto amato del cinema italiano, grazie anche alla solita chimica tra Bud Spencer e Terence Hill.

Continuavano a chiamarlo Trinità, la trama

Dopo quanto raccontato in Lo chiamavano Trinità... Bambino (Bud Spencer) è costretto a fronteggiare i suoi avversari senza munizioni, quando lo sceriffo di cui aveva preso il posto lo rintraccia. L'uomo, però, riesce a rubare dei cavali ad alcuni fuorilegge e a scappare, andando a New Orleans da sua madre (Jessica Dublin). Qui Bambino viene raggiunto dal fratello Trinità (Terence Hill), ma l'idillio familiare non dura molto, quando i fuorilegge a cui Bambino aveva rubato i cavalli arrivano in città per vendicarsi. Alla luce delle conseguenze dell'attacco, Bambino e Trinità cominciano a lavorare insieme, sotto lo sguardo placido della madre che vede i due fratelli di nuovo riuniti. Ben presto, però, la strada dei due li condurrà da James Parker (Emilio delle Piane), un pericoloso trafficante di armi che all'inizio li prende per agenti federali. Nuovi scontri, dunque, attendono i due protagonisti, che sono come sempre disposti quasi a tutto per di racimolare qualche dollaro in più.

Quando Terrence Hill venne "sostituito" da un mago

Continuavano a chiamarlo Trinità è un film che rappresenta un esempio perfetto del cosiddetto Fagioli Western, il genere cinematografico tutto italiano che punta a essere una parodia dello Spaghetti Western inventato da Sergio Leone e diventato un vero e proprio standard qualitativo per il cinema di tutto il mondo, arrivando a ispirare anche Quentin Tarantino e la sua filmografia. Tarantino che, come si legge su Deejay, usò i fischi presenti nella colonna sonora firmata da Ennio Morricone per Lo chiamavano Trinità nel finale di Django Unchained. Non sorprende dunque che, a distanza di anni, il film con Bud Spencer e Terence Hill sia ancora così tanto iconico, con un seguito di pubblico che tende a crescere a ogni passaggio televisivo. Inoltre la pellicola è davvero piena di scene cult, diventate delle sequenze memorabili nella memoria di tutti gli spettatori che nel corso degli anni sono caduti vittima del fascino sgangherato del cinema. C'è, ad esempio, la scena in cui il personaggio di Terence Hill è alle prese con una partita di poker, nella quale bara per potere ottenere la massima resa con il minimo sforzo. Durante questa scena, la macchina da presa insiste molto sulle mani di Trinità, mostrando la capacità del personaggio di fare dei veri e propri virtuosismi con le dita. In realtà, come si legge su TvZap, le mani che appaiono sullo schermo non sono quelle di Terence Hill, bensì quelle di Tony Binarelli, famoso prestigiatore che mise la sua arte al servizio del film.

In un'intervista riportata dalla stessa testata, lo stesso Binarelli spiegò che il regista era preoccupato che sullo schermo potesse apparire evidente che le mani in scena non fossero quelle di Hill. Per questo motivo si scelse di truccare le dita del prestigiatore, in modo da renderle il più simili possibile a quelle dell'interprete di Trinità. Un vero e proprio numero di magia.

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