Come ogni sabato, anche questa settimana torna sul piccolo schermo il personaggio di Don Camillo: alle 21.29 su Rete 4, infatti, va in onda il film Don Camillo monsignore ma non troppo, che rappresenta il quarto capitolo della saga cinematografica dedicata al personaggio interpretato da Fernandel e che è composta da cinque pellicole.
Don Camillo monsignore ma non troppo, ecco la trama
Seguito di Don Camillo e l'onorevole Peppone, il film del 1961 vede Don Camillo (Fernandel) alle prese con una promozione. Il parroco, infatti, è stato promosso Monsignore e questo ha comportato il suo allontanamento dal paese di Brescello per trasferirsi a Roma. Proprio nella capitale Don Camillo ritrova anche il suo nemico/amico Peppone (Gino Cervi), che ha ormai una poltrona nel Senato dopo le elezioni che erano al centro del lungometraggio precedente. I due si trovano tra le strade della Città Eterna, scoprendo che a unirli stavolta è la nostalgia di casa, di quel paese che è stato testimone dei loro scontri ma anche della loro complicità quando si trattava di salvare Brescello da qualsiasi minaccia. E proprio Brescello diventa sede di una sorta di rivolta che vede contrapposti comunisti e cattolici: per questo il Partito Comunista e il Vaticano decidono di rispedire a casa il parroco e il senatore autoctoni, con la speranza che Don Camillo e Peppone possano spingere le due parti a trovare un accordo e accettare qualche compromesso. Tuttavia sulla strada dei due protagonisti si insinueranno - come nella miglior tradizione - numerosi ostacoli che richiederanno il loro ingegno, ma anhe la loro alleanza.
Tutte le location in cui è stato girato il film
Tratti dall'opera Mondo Piccolo di Giovanni Guareschi, i film dedicati al personaggio di Don Camillo hanno sempre avuto una certa capacità affabulatoria nei confronti del pubblico, che sembrava non essere mai sazio degli screzi tra il parroco e il sindaco di Brescello. Tuttavia, come si legge anche nelle critiche internazionali riportate da Coming Soon, il quarto episodio della saga si è trascinato sul grande e sul piccolo schermo con una certa stanchezza di fondo, come se non ci fosse più molto da dire, al punto che persino le canoniche gag sembravano svestite di tutto il loro charme e diventate di colpo noiose. Forse fu proprio per cercare di combattere quest'aria ''stantia'' che i produttori scelsero di allargare le location del film, non limitandole al solo paese di Brescello. Quest'ultimo, sebbene sia rimasto il cuore narrativo della storia anche in questo quarto film, con tutti i luoghi diventati iconici, viene affiancato da altre location italiane che probabilmente avevano lo scopo di movimentare un po' la vicenda e regalare agli spettatori anche nuovi scorci paesaggistici.
Tra le prime nuove location che entrano nel mondo fittizio interpretato da Fernandel e Gino Cervi, c'è senza dubbio Roma e, in particolar modo, la Città del Vaticano. Questa location, però, venne utilizzata solo per le riprese in esterno, dal momento che difficilmente il Vaticano avrebbe dato il permesso di girare tra le sale dei suoi edifici. Per le riprese in interno, infatti, gli ambienti del Vaticano vennero ricostruiti negli studi cinematografici di Cinecittà, che ancora oggi sono un luogo centrale e importantissimo per le produzioni cinematografiche nostrane e non solo. Tra i luoghi che si vedono nel film c'è Palazzo Madama, a Roma, dove lavora il senatore Peppone. Don Camillo, diventato Monsignore, lavora invece al Palazzo del Commendatore, sempre nel cuore della capitale. La scena in cui a Don Camillo vengono rubati i vestiti, quando egli si concede un bagno, è invece stata girata nel punto in cui il fiume Enza si getta nel Po, nei pressi del paese denominato Boretto.
Sul sito del Patrimonio culturale dell'Emilia Romagna ci sono anche delle testimonianze fotografiche della troupe del film che si prepara a girare una scena in notturna sul ponte in chiatte che collega Boretto a Viadana. Si tratta del ponte che viene poi attraversato quando Don Camillo scompare e si teme che possa essere stato inghiottito dal Po'.
Sul Davinotti, invece, viene segnalata anche la location di Castelnovo di Sotto, di cui viene mostrata la stazione nel finale del lungometraggio, quando Don Camillo dà un passaggio in auto a Peppone, lasciandolo proprio nei pressi della stazione ferroviaria il cui edificio, oggi, dovrebbe essere sede di un ristorante.
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