L'uomo d'acciaio, tutti i motivi per cui il film è stato un flop

Nonostante abbia avuto un buon riscontro economico al botteghino, L'uomo d'acciaio è un film con numerosi problemi che non ha avuto il successo sperato e necessario per essere un vero competitor del Marvel Cinematic Universe

L'uomo d'acciaio, tutti i motivi per cui il film è stato un flop

Uscito in sala nell'ormai lontano 2013, L'uomo d'acciaio è il film che va in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1. Diretta da Zack Snyder, la pellicola arrivò al cinema in occasione del settantacinquesimo anniversario dalla creazione del personaggio di Superman, uno dei supereroi più noti e amati nel mondo dei fumetti e nell'immaginario collettivo. L'uomo d'acciaio, inoltre, è stata la prima pellicola del DC Comics Universe, una "saga" che chiaramente voleva rivaleggiare con il Marvel Cinematic Universe, con risultati alquanto altalenanti.

L'uomo d'acciaio, la trama

Sul pianeta Krypton, lo scienziato Jor-El (Russell Crowe) ha scoperto che il nucleo instabile del pianeta sta per portare alla distruzione di ogni forma di vita. Poco prima che riesca ad avvisare i concittadini del pericolo imminenti, Jor-El viene fermato dal generale Zod (Michael Shannon), che ha portato a termine un Colpo di Stato. L'unica speranza è rappresentata dal figlio di Jor-El e Lara Lor-Van, che viene salvato e spedito sul pianeta Terra. Ignaro delle sue origini, il piccolo viene adottato da una coppia modesta che vive nel Kansas. Qui cresce con il nome di Clark (Henry Cavill), ma ben presto il ragazzo scopre di non essere uguale agli altri, a causa dei poteri che cominciano a manifestarsi sempre più frequentemente. I poteri, che Clark Kent deve tenere nascosti per non correre rischi, non gli permettono di salvare la vita del padre Jonathan (Kevin Costner) e lo costringono a vivere nel rimorso, quasi impossibilitato a guardare in faccia sua madre (Diane Lane). Il rimorso lo spinge a voler indagare di più sulle sue vere origini e la sua ricerca lo porterà sulla strada della giornalista Lois Lane (Amy Adams), che viene salvata da "Superman" proprio mentre indaga sulla presenza di un'astronave. Intanto Zod si è liberato dalla sua prigione e ora tutta la Terra rischia di fare la stessa fine di Krypton.

Quali sono i problemi del film?

Come si legge su ScreenRant, il film diretto da Zack Snyder non si può di certo definire un flop economico. Spinto dal nuovo interesse per il mondo dei fumetti dato dalla Marvel, il film su Superman ha attirato al cinema numerosissimi spettatori, arrivando a incassare ben 668 milioni di dollari a livello globale. Nonostante questo e nonostante la volontà di vestire Superman della stessa struttura narrativa con cui è stato svecchiato - ad esempio - il personaggio di Capitan America, Man of Steel è stato accolto con una tiepida indifferenza da parte della critica di settore e una fetta di pubblico. Il problema principale della pellicola è stato quello di non saper gestire e/o costruire un vero conflitto interiore al personaggio. Nel film di Zack Snyder, ad esempio, Clark Kent non ha mai lo spazio narrativo per indagare se stesso e riflettere sullo svelare o meno la sua identità: con la Terra in pericolo per un suo stesso errore (che indica anche il livello di sciatteria della sceneggiatura), Superman non ha davvero una scelta e si comporta come il classico eroe buono ma bidimensionale che ormai non rientra più nel gusto della cultura contemporanea, molto più improntata sul superare degli ostacoli che dimostrare un cuore incorruttibile.

A questi elementi si aggiunte anche una trama che, pur cercando di dare un buona visuale delle origini di Superman, rimane molto in superficie, nascondendosi dietro scene d'azione ripetute e reiterate, che vanno avanti così a lungo che finiscono per l'annoiare lo spettatore. Inoltre dell'epicità legata al personaggio di Superman rimane molto poco: i già citati conflitti sulla doppia identità, così come l'isolamento nel sentirsi l'unico superstite di una razza superiore, sono elementi che rimangono sullo sfondo, che non vengono approfonditi e perciò non permettono una tridimensionalità del protagonista. Men of Steel è un film che si diversifica dall'offerta Marvel anche per il tono con cui si è scelto di raccontare questa storia: un tono serio, a tratti cupo, che non ha nulla a che vedere con la (spesso troppa) ironia che popola l'universo di Iron Man.

Ma se questa "serietà" nella voce narrante non si rispecchia anche nella trama e nella costruzione dei personaggi, il risultato è una pellicola straniante che risulta quasi spaccata in due, come se non sapesse cosa fare o che direzione intraprendere. Una confusione che poi si rispecchia anche in quella di chi guarda, che ben presto finisce per non essere poi più così interessato a quello che accade sullo schermo.

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