Matrix Resurrections, tutto ciò che è andato storto con il quarto capitolo della saga

Sebbene ci fosse molta curiosità intorno al quarto capitolo di Matrix, il film con Keanu Reeves non ha funzionato, né al botteghino né con la critica. Ecco perché

Matrix Resurrections, tutto ciò che è andato storto con il quarto capitolo della saga

Era il 1999 quando il primo film della saga di Matrix arrivò sul grande schermo. Il film diretto da Lana e Lilly Wachowski rappresentò una rivoluzione nel mondo della settima arte, sia da un versante puramente tecnico e tecnologico, sia per una questione più legata ai contenuti e alle riflessioni filosofiche che la trama portava con sé e che oggi sembra aver ispirato persino il nuovo film di Francis Ford Coppola. A seguire, vennero creati due sequel, Matrix Reload e Matrix Revolution che non sono mai riusciti ad ottenere lo stesso, strabiliante risultato del primo capitolo. Sorprende dunque che a distanza di anni dal terzo film si sia scelto di produttore un quarto film, dal titolo Matrix Resurrections, che va in onda questa sera alle 21.06 su Italia 1 e che, ancora una volta, non sembra essere stato in grado di tenere il passo con la pellicola del 1999, che rimane inarrivabile.

Matrix Resurrections, la trama

Diretto dalla sola Lana Wachowski, Matrix Resurrections ritrova Neo (l'iconico Keanu Reeves) e lo vede alle prese con visioni inspiegabili mentre cerca di vivere la sua vita nel mondo reale. Neo - che si fa chiamare Thomas Anderson - sembra non ricordare gli eventi del suo passato e il suo analista (Neil Patrick Harris) non appare in grado di trovare delle soluzioni ai problemi che attanagliano il suo paziente. Neo, ogni giorno, assume una pillola blu, che gli è stata prescritta per non meglio specificati "problemi di salute" e non si rende conto che è proprio questa a impedirgli di "aprire la mente" o di riconoscere Trinity (Carrie-Anne Moss). Quando, però, una serie di incontri lo spingono a interrompere la "cura", il vecchio Neo torna a galla, giusto in tempo per rendersi conto che il suo lavoro è lungi dall'essere concluso.

Cosa non ha funzionato nel film?

Uscito in sala nel 2021, Matrix Resurrections è senza dubbio ascrivibile a quel tipo di operazione di mercato attraverso la quale le grandi case di produzione e di distribuzione cercano di riportare spettatori in sala sfruttando un profondo senso di nostalgia. In un periodo storico e culturale come quello attuale, che sembra non offrire nessun punto di riferimento e nessuna certezza, c'è un che di consolatorio nell'idea di tornare a "trovare" vecchi personaggi tanto amati. Si tratta dello stesso sentimento, ad esempio, che ha portato molte persone ad andare al cinema a vedere Top Gun: Maverick. Eppure, a differenza del film con protagonista Tom Cruise, Matrix Resurrections non ha ottenuto lo stesso successo. Secondo i dati riportati da Forbes il film aveva un budget di circa 190 milioni di dollari e secondo i dati degli incassi, il suo guadagno a livello globale si è fermato a 157 milioni di dollari. Non sono stati però solo gli incassi a decretare l'insuccesso del film, dal momento che anche la risposta da parte della critica non è stata delle più entusiaste.

Su Rotten Tomatoes, il sito aggregatore di recensioni di settore, il film si ferma al 63% di gradimento da parte della critica. Un risultato non catastrofico, ma comunque lontano dalle ambizioni di regista e produttori. Ma perché il film non è riuscito ad avere il successo tanto sperato? Che cosa è andato storto in un lungometraggio guidato da un artista come Keanu Reeves che, anche grazie alla saga di John Wick, è sempre molto amato dal pubblico? Per quanto possa sembrare paradossale, il problema principale di Matrix Resurrections è che non sarebbe dovuto esistere. Sebbene sia comprensibile la scelta di produttori e distributori di provare a costruire un'altra macchina per fare soldi, il quarto capitolo della saga non è altro che questo: un goffo tentativo di guadagnare qualcosa. E questo lo si evince dal fatto che il film non ha una vera trama, non porta a niente di nuovo e, anzi, azzera tutto quello che era stato fatto nella trilogia principale - già di per sé non perfetta - e si mostra come un pigro tentativo di ricreare quelle condizioni che, nel 1999, avevano portato a una rivoluzione della settima arte. Sfruttare il sentimento di nostalgia non è necessariamente una mossa sbagliata, ma in essa ci deve essere anche un racconto che possa invogliare il pubblico a credere di nuovo a quello che viene sul grande schermo. Nel caso di Matrix Resurrections questo aspetto viene meno. Tutto sa di già visto, di stantio, e il pubblico non è riuscito ad accettare l'idea di aver visto tre film per poi averne un quarto che, in qualche modo, cancellava tutto quello che era stato costruito. E questo lo si può evincere anche dal modo in cui vengo "resuscitati" i personaggi principali: scelte che non hanno uno scopo narrativo, ma solo quello di riportare davanti alla macchina da presa i protagonisti della prima trilogia, per ottenere un maggior senso di nostalgia.

Tuttavia questa scelta di "resuscitare" tutti ha mostrato anche un altro anello debole: la mancanza di Morpheus, il personaggio interpretato da Laurence Fishburne. Nonostante il personaggio sia "canonicamente" morto, sarebbe stato facile riportarlo indietro come è stato fatto con gli altri.

Invece, stando almeno a quanto si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, il personaggio di Morpheus è stato lasciato fuori a priori, per volontà della regista. Questo ha fatto sì che l'operazione nostalgia ne risultasse in qualche modo mozzata e gli spettatori si sono egualmente sentiti presi in giro, come se la produzione non avesse rispettato le promesse fino in fondo.

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