“Mixed by Erry”, il nuovo film di Sidney Sibilia, già autore della trilogia “Smetto quando voglio” e del deludente “L'incredibile storia dell'Isola delle Rose”, è una pellicola ritmata e divertente su una storia italiana realmente accaduta. La filmografia del regista è incentrata su imprese fuori dal comune e “Mixed by Erry” non fa eccezione. L’avventura anarchica di tre fratelli intraprendenti e sfacciati, autentici outsider, è ispirata al saggio “Mixed By Erry - La storia dei fratelli Frattasio” della giornalista Simona Frasca (che firma anche la sceneggiatura insieme a Sibilia e Armando Festa).
Siamo a Napoli negli Anni 80. Enrico Frattasio (Luigi D’Oriano) è un ragazzo che sogna di fare il deejay, mestiere improbabile per uno come lui, vale a dire d’indole goffa e insicura. Il giovane però ha un’intelligenza viva ed è davvero competente nel settore musicale perciò, con l’aiuto dei due fratelli, si reinventa e mette a frutto la sua passione in un modo non solo originale ma pioneristico, dando il via al commercio di cassette contenenti compilation fatte su misura da lui. Educati all’arte della contraffazione dal padre (il quale truffa i turisti con bottiglie di whisky che in realtà contengono tè), i tre fratelli conquistano il rione, poi la città, poi l’Italia intera. Forti di picchi di 60000 cassette vendute al giorno e sopravvissuti con sagacia anche all’avvento del compact disc, i fratelli Frattasio diventano i burattinai dell'etichetta discografica più importante d'Italia. Il fatturato da capogiro attira inevitabilmente l’attenzione della grande criminalità, delle major ufficiali e della Guardia di Finanza. A consacrazione dell’ascesa repentina e inarrestabile arriva il fatto che, a un certo punto, le cassette firmate “Mixed by Erry” vengono a loro volta falsificate.
Sibilia si concentra sul lato romantico della vicenda, su come tutto nasca dal semplice sogno di un ragazzo e si sviluppi grazie alla sua nobile volontà di rendere accessibile la musica a chi non può permettersi di comprare i nastri originali. Da spettatori siamo testimoni di una specie di sogno americano in salsa napoletana, come a dire che i traguardi ambiziosi si possono raggiungere anche se si è nati a Forcella, ammesso si abbia il talento per gli espedienti.
"Mixed by Erry" è senz’altro un’opera godibilissima, ben scritta e ben girata, in grado di parlare a più generazioni e il cui intento è principalmente quello di esaltare la fratellanza e lodare l’ingegno umano. Erry del resto ebbe l’intuizione di inserire, in coda a ogni cassetta, un paio di canzoni dello stesso genere o di autori affini, una mossa di marketing geniale che anticipò di fatto quel che oggi fa l’algoritmo sulle moderne piattaforme streaming.
Malgrado l’approccio favolistico con cui si racconta questo atipico riscatto socio-economico, non si nasconde mai che i personaggi si muovano tra disoccupazione e guerre di camorra o che ricorrano all’aiuto economico a strozzo del boss locale e si avvalgano per i propri affari della preesistente rete di contrabbandieri.
Che i protagonisti siano un modello negativo, però, si deduce solo dall’incipit, in cui è subito chiaro che siano stati condannati a quattro anni e sei mesi di reclusione. Ciò detto, è indubbio che il film non rimarchi mai troppo la differenza tra arte di arrangiarsi e disprezzo delle regole. Gli eventi hanno luogo in un periodo in cui non esisteva ancora una normativa in merito alla contraffazione musicale (la FPM - Federazione contro la pirateria musicale e multimediale nascerà solo nel 1996). Questo temporaneo vuoto normativo permette al regista di essere gentile con i suoi protagonisti, ritratti come giovani un po’ stralunati e non del tutto consapevoli dell’illegalità del proprio agire, soprattutto perché nati e cresciuti in luoghi in cui sembra normale avvalersi di lavoratori al nero e non tenere minimamente la contabilità.
Tra i tre bravissimi attori emergenti al centro della scena spicca D’Oriano, in cui si rivede qualcosa dell’inadeguatezza dolce del primo Troisi.
Ottimi anche gli interpreti dei personaggi secondari: Francesco Di Leva nel ruolo del finanziere che si rende conto del business criminale e Fabrizio Gifuni in quelli dell’amministratore delegato di una major discografica.Se siete curiosi di sapere come “i nostri eroi” riuscivano a mettere in commercio le canzoni di Sanremo a Festival in corso, attendete la scena bonus dopo i titoli di coda.
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