"Natale a tutti i costi", De Sica e Finocchiaro nella riuscita commedia Netflix

Attraverso gli effetti pericolosi di una bugia bianca, si indagano i rapporti tra genitori e figli in un film dai giusti tempi comici e dall’umorismo mai becero, semmai garbato e agrodolce

"Natale a tutti i costi", De Sica e Finocchiaro nella riuscita commedia Netflix

Poteva andare peggio. Natale a tutti i costi avrebbe potuto replicare lo strazio sterile di “Improvvisamente Natale”, il film confezionato da Amazon Prime Video e con protagonista Diego Abatantuono. Invece questa commedia natalizia a firma Netflix Original, pur non andando oltre la sufficienza, concede un paio d’ore di visione rilassata, da viversi magari in compagnia dei propri cari.

La pellicola diretta da Giovanni Bognetti è il riuscito remake di un film francese, "Mes Très Chers Enfants" di Alexandra Leclère, e vede riunita ancora una volta la coppia formata da Christian De Sica e Angela Finocchiaro.

"Natale a tutti i costi" è incentrato sul rapporto genitori-figli, in un crescendo di episodi grotteschi che hanno per protagonisti Carlo (De Sica) e Anna (Finocchiaro), marito e moglie alle prese con l’abbandono del nido da parte della loro progenie, Alessandra (Dharma Mangia Woods) ed Emilio (Giovanni Colica). I due ragazzi, dopo aver lasciato la provincia per andare a vivere in città, a poco a poco diventano irraggiungibili. Presi dalla loro nuova vita, disertano i funerali dei parenti, non si presentano più ai compleanni e hanno già fatto sapere che non trascorreranno il Natale insieme alla loro famiglia. Il rapporto sempre più rarefatto crea sofferenza soprattutto alla madre Anna. Il marito ha quindi un’idea, quella di fingere di aver ereditato sei milioni di euro da una vecchia zia (nel film originale era una vincita di 18 milioni di euro). L’effetto sperato di tale azione non tarda ad arrivare: i figli non solo tornano a farsi vivi ma diventano insolitamente affettuosi e presenti. La bugia però sfugge di mano e il rischio di danni irreparabili prima della Vigilia si fa serio.

Al di là dei siparietti da commedia degli equivoci, "Natale a tutti i costi" regala l’occasione di guardare in faccia a come una famiglia possa trasformarsi da rifugio sentimentale in ring per campioni di avidità. Tra escamotage e sotterfugi, ognuno pensa di essere legittimato a comportarsi in modo poco specchiato: i ragazzi sono convinti di avere diritto alla sussistenza materiale atta a realizzare i propri sogni, mentre ai genitori inizia a stare stretto il ruolo di votati al sacrificio.

Il film fotografa bene il disagio di una nuova generazione costantemente sotto la pressione del rischio fallimento e cui viene in parte naturale considerare l’affetto come comprabile, ma è coerente nel mostrarci come anche chi è anagraficamente più maturo sia facile preda dell’ebbrezza data da un benessere economico che, ancorché millantato, sembra creare dipendenza. Per fortuna la deriva dei quattro in piccoli avvoltoi e vecchi bugiardi viene arginata una volta che sono toccate le cose che contano davvero.

Su tutta la faccenda domina, padrona di un serafico e delizioso cinismo, la nonna (Fioretta Mari), mentre il coro greco è composto dalla vicina di casa (Iaia Forte), dal capo di Emilio (Alessandro Betti) e dal fidanzato di Alessandra (Francesco Marioni).

Il conflitto generazionale è ben esplorato e i quattro attori al centro della scena appaiono credibili e in sintonia.

Non siamo dalle parti di "Parenti Serpenti" di Mario Monicelli, è evidente. Ma "Natale a tutti i costi" intrattiene con semplicità e coerenza, ritraendo col sorriso quelle che sono dinamiche affettive realistiche.

Si parla di sindrome del nido vuoto, di senso della famiglia, ma anche dell’incomunicabilità e insoddisfazione figlia dei nostri tempi.

Insomma, disimpegno allegro e retrogusto sociologico amarognolo per risate in parte scomode ma utili.

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