Ecco perché rivedere Le otto montagne: 5 curiosità sul film con Borghi e Marinelli

Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Paolo Cognetti, il film di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è un trattato sull'amicizia

Ecco perché rivedere Le otto montagne: 5 curiosità sul film con Borghi e Marinelli
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Tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Cognetti edito da Einaudi, "Le otto montagne" di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è tra i film più sorprendenti della passata stagione cinematografica. Presentato al Festival di Cannes, dove ha vinto il premio della giuria, ha vinto 4 David di Donatello, tra i quello per il miglior film. Un'opera profonda, un trattato sull'amicizia che vede brillare due stelle della recitazione nostrana: Alessandro Borghi e Luca Marinelli.

"Le otto montagne" racconta la storia di Pietro e Bruno, il primo un ragazzino di città il secondo l'ultimo bambino di uno sperduto villaggio di montagna. Negli anni, Bruno rimane fedele alle sue montagne, mentre Pietro è quello che va e viene. Il loro incontro li porterà a sperimentare l’amore e la perdita, riconducendo ciascuno alle proprie origini e facendo sì che i loro destini si compiano, mentre i due scopriranno cosa significa essere amici per sempre.

C'è l'amicizia, c'è il potere attrattivo della montagna ma c'è soprattutto la straordinarietà di un racconto ricco e potente. Sontuoso dal punto di vista visivo, "Le otto montagne" è una escursione nel destino dei suoi due protagonisti senza filtri e senza retorica. E sicuramente anche per questa sua sensibilità vivida ha riscosso grande successo al botteghino. Ora il film di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è disponibile in home video - in Dvd e Blu-ray ed. CG/Vision e On Demand - occasione che ci permette di scoprire 5 curiosità che forse non conoscete.

Il ritorno del tandem Borghi-Marinelli

Le 8 montagne 2

Per una storia di amicizia come "Le otto montagne" quali attori migliori di Alessandro Borghi e Luca Marinelli? A sette anni da "Non essere cattivo" di Claudio Caligari, i due interpreti sono tornati a condividere il set grazie a Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Un'amicizia inossidabile in grado di resistere al tempo e alla distanza, risplendendo sul grande schermo attraverso il racconto di Cognetti.

Un'opera premiata in tutte le sue forme

"Le otto montagne" ha raccolto decine di premi sia come libro che come film. L'opera firmata da Paolo Cognetti si è aggiudicata in primi il premio Strega e il premio Strega giovani, senza dimenticare i riconoscimenti raccolti tra Italia ed estero: il Premio ITS del Libro di Montagna - categoria narrativa, Prix Medicis etranger, English Pen Translates Award, Prix Francois Sommer. Stesso discorso per il film con Borghi e Marinelli, che come già anticipato ha collezionato premi tra Cannes e i David di Donatello.

Location da sogno

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"Le otto montagne" è stato girato tra la Valle d'Aosta - in particolare in Val d'Ayas - Torino e il Nepal. A rubare l'occhio sono soprattutto le sequenze montane tra pascoli, laghi e boschi. Tra le varie location da favola c'è sicuramente il lago di Frudiere inferiore, aggiungibile con due ore e mezza di passeggiata da Graines o da Estoul. Un'altra zona estremamente affascinante si trova nell’ampio vallone di Palasinaz. E ancora, la vetta Becca di Nana di 3.010 metri e l'alpeggio Lavassey, nei pressi di Merendioux.

Insieme sul set e nella vita

"Le otto montagne" è il primo film realizzato da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Per quest'ultima, già nota attrice, si tratta della prima opera dietro la macchina da presa. Van Groeningen invece è già più conosciuto come cineasta, anche solo per il bellissimo "Alabama Monroe" del 2012. Ma c'è di più. I due non condividono solo il set, ma anche la vita di tutti i giorni. E questo film ha contribuito in maniera determinante alla loro unione dopo un periodo delicato.

Il dolore che accomuna Cognetti ai registi

Il duo belga Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch ha reso il giusto onore allo straordinario libro di Paolo Cognetti, ma c'è anche una dolorosa verità dietro al film. Come evidenziato dai registi in un'intervista a Cinematographe, anche loro hanno perso il padre molto presto: "Forse anche questo ha avuto un ruolo.

Ciò che certamente ci ha incoraggiati a dire sì e mettercela tutta per portare a termine questo progetto sono stati i valori di purezza e realtà che già appartenevano al libro di Paolo, una sorta di purezza assoluta, di candore davvero sorprendente. Ecco cos’ha significato e prodotto questa storia per noi".

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