"Players", la commedia di San Valentino di Netflix

Una donna si distrae da ricordi dolorosi e futuro incerto facendo a gara di conquiste sessuali coi propri amici. Scoprirà la differenza tra il vincere la preda più ambita e l’amore

"Players", la commedia di San Valentino di Netflix
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Players, la nuova commedia romantica targata Netflix in uscita proprio il giorno di San Valentino, è l’ennesima variazione di quanto già visto in molti altri titoli. Tra ambientazione newyorkese, serate alla “Sex & the city” e svolte piuttosto prevedibili, il film riesce comunque a fare il suo dovere, vale a dire intrattenere e ricordare che il partner ideale non è quello più aderente ai canoni vincenti nella nostra epoca, bensì semplicemente quello con cui possiamo essere noi stessi.

Da molti anni la giornalista sportiva newyorkese Mack (Gina Rodriguez) si diletta a competere con il suo migliore amico Adam (Damon Wayans Jr.) e con un altro paio di ragazzi in quella che è una gara a chi rimorchia più persone nei bar. Le strategie di abbordaggio sono protocollate in schemi dai nomi in codice e sono collaudate da anni dal gruppetto. Vincenti nel portare a casa avventure di una notte, queste tecniche di approccio si rivelano carenti nel momento in cui Mack si sente coinvolta, per la prima volta, proprio dalla conquista di qualche ora. Comprensibile che abbia perso la testa: l’ultimo mordi e fuggi è stato con lo scapolo più ambito di New York. Lui, l'affascinante Nick (Tom Ellis), è un uomo bello, sexy, raffinato e colto; fa il corrispondente di guerra ed è stato tra i finalisti al Pulitzer. Mack si rende conto della “differenza tra segnare una rete e vincere la partita”, così come di aver trascorso anni a ideare stratagemmi di seduzione senza mai investire davvero nella propria vita amorosa. “Ho 33 anni e sono esausta: voglio un uomo adulto”, si scopre a dirsi dopo aver avuto a che fare con Nick, che lei non esita a definire “uno per cui congeleresti gli ovuli”. Le serviranno la consulenza e complicità degli amici per inventare un nuovo schema, quello utile a trasformare la storia di una notte in una storia d’amore.

I momenti più divertenti del film sono senza dubbio quelli in cui vengono recuperate informazioni sul malcapitato obiettivo maschile; tutto il resto è narrativamente scontato, a cominciare dal fatto che chi cambia continuamente partner sessuali spesso lo faccia per nascondere a se stesso di ambire all’opposto, magari a vivere un amore stabile come quello dei propri genitori.

In itinere “Players” per fortuna esplora come la precarietà sia connaturata all’esistenza e non investa solo le relazioni uomo-donna. La caratterizzazione della protagonista, poi, è la carta vincente. Un tempo avremmo detto che si tratta di una figura femminile che appare mascolinizzata trattando gli uomini come oggetti, ma in un’epoca come la nostra cadono molte terminologie. Di sicuro è una donna che confonde la seduzione con la capacità di mistificare, visto che gioca a fingersi ogni volta una persona diversa a seconda della vittima da portare a casa. Nel momento in cui si trova a voler costruire una qualche stabilità, pensa che vincere nella vita equivalga ad accompagnarsi a quella tra tutte che è la preda socialmente più ambita.

Una persona in ascolto di cosa il sistema ritenga desiderabile ma non di cosa voglia davvero lei finisce col fingersi a proprio agio in una compagine che non le assomiglia: la ricetta del malessere.

In "Players" molti spettatori si troveranno allo specchio per un particolare o un altro e la consapevolezza, è noto, è la prima soglia verso la salvezza.

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