"Un incentivo alle molestie". La Sirenetta, ora cambiano anche i testi

Dopo le polemiche legate alla scelta politicamente corretta di un’attrice nera per re-interpretare la protagonista, il live-action Disney ha deciso di modificare i testi delle canzoni per “rendere chiaro il consenso di Ariel”

"Un incentivo alle molestie". La Sirenetta, ora cambiano anche i testi

Un’attrice nera per interpretare Ariel non è l’unica novità del remake live-action de “La Sirenetta”. Agitato dall’immarcescibile politicamente corretto, il processo produttivo ha spinto il compositore Alan Menken a cambiare i testi di due brani per presunti messaggi negativi. In un’intervista ai microfoni di Vanity Fair, l’otto volte premio Oscar ha affermato di aver ritoccato le canzoni per adattarle “alle nuove sensibilità: entrando nel dettaglio, sono state cambiate alcune parole per rendere più chiaro il consenso di Ariel nei confronti del Principe Eric.

La Sirenetta ostaggio del politicamente corretto

"Ci sono alcune parole cambiate in 'Baciala' perché le persone sono diventate molto sensibili all’idea che il principe Eric possa in qualche modo forzare Ariel", ha spiegato Menken: "Abbiamo modificato anche 'Triste anima sola', nelle parti che potrebbero far pensare alle giovani ragazze che non dovrebbero parlare a sproposito, anche se è chiaro che Ursula in quel momento sta manipolando Ariel per farla rinunciare alla sua voce".

Il passaggio incriminato di “Baciala”, sottofondo del giro in barca di Ariel ed Eric, è il seguente: “E tu lo sai che vorresti / Dargli un bacio / Allora baciala”. Secondo i soliti soloni questa frase rappresenterebbe un incentivo alle molestie. Questo, invece, il testo “fraintendibile” della seconda canzone, “Triste anima sola”, utilizzata durante la sottoscrizione del contratto tra Ariel ed Ursula: “Ma hai sempre il tuo bel faccino / Poi non devi sottovalutare il linguaggio del corpo / Agli uomini le chiacchiere non vanno / Non amano sentire bla bla bla”.

La Sirenetta

Come già evidenziato, “La Sirenetta” è il remake live action del film d’animazione del 1989: ebbene, negli ultimi trentaquattro anni nessuno ha mai avanzato dubbi e critiche su presunti messaggi negativi. Anzi, i prodotti Disney basati sulla fiaba di Hans Christian Andersen sono sempre stati considerati un punto di riferimento per i più piccoli. Oggi, nel 2023, nel bel mezzo dell’integralismo woke, tutto è diventato un problema.

Una novità che farà discutere, senza dimenticare le già citate polemiche legate alla scelta di Halle Bailey come protagonista. Una bellissima cantante afroamericana per interpretare una ragazza pesce di pelle bianca: una decisione che sorride alle “nuove sensibilità” ma destinata a stravolgere totalmente il materiale di partenza.

Puntare sul politically correct a tutti i costi rischia di diventare un boomerang per Disney: più che un simbolo di lotta al razzismo, rischia di diventare un semplice contentino per intercettare nuove fasce di pubblico.

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