The wolf of Wall Street, la vera storia dell'imprenditore interpretato da Leo DiCaprio

The wolf of Wall Street racconta la vera storia di Jordan Belfort, broker diventato truffatore che oggi insegna e fa discorsi motivazionali

The wolf of Wall Street, la vera storia dell'imprenditore interpretato da Leo DiCaprio

The wolf of Wall Street è il film diretto da Martin scorsese che va in onda questa sera su Rai Movie alle 21.10. Il film, uscito nel 2013, racconta la vera storia di Jordan Belfort, broker di Wall Street che venne arrestato dall'FBI per truffa e che appare alla fine del film in breve cameo.

The wolf of Wall Street, la trama

Alla fine degli anni Ottanta, il giovanissimo Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio) sta cercando di sfondare come broker nel mondo di Wall Street, guidato dalla leadership problematica di Mark Hanna (Matthew McConaughey). Jordan dimostra di avere sia talento che una predilezione per una vita di eccessi, tra droghe e sesso, ma il crollo della borsa lo costringe a cambiare lavoro. Inizia così una nuova avventura insieme all'amico Donnie Azoff (Jonah Hill), arrivando alla costruzione di una società che sotto l'aspetto pulito e legale nasconde tutta una serie di truffe e di collaborazioni con spacciatori legali. I soldi cominciano ad arrivare a palate, mentre Jordan incontra la bella Naomi (Margot Robbie) che pone la parola fine al suo matrimonio. Proprio all'apice del successo, Jordan entra nel mirino dell'FBI e tra morti improvvisi e banchieri poco affidabili (Jean Dujardin), Jordan cercherà di restare a galla in ogni modo, mentre si droga sempre di più.

La vera storia dietro il film

The wolf of Wall Street può essere considerata una sorta di opera monumentale nella filmografia di Martin Scorsese, una pellicola che si concentra su un'allucinante storia vera che riscrivi i confini di bene e male e indaga anche sulla capacità del pubblico di provare empatia e simpatia per personaggi moralmente discutibili e obiettivamente colpevoli. Dalla lunghezza esagerata, pieno di scene che non risparmiano nulla sull'abuso di sostante, il lungometraggio ha avuto anche il merito di confermare il talento di Margot Robbie, facendola diventare la star che oggi recita in Babylon, ma anche di creare delle vere e proprie scene iconiche, come il monologo del personaggio di Matthew McConaughey che, da solo, giustifica la visione del film. Tuttavia, l'aspetto davvero interessante del film di Scorsese è proprio quello di essere tratto da una storia vera dai risvolti ancora più incredibili. Come si legge sul sito di Biography, Jordan Belfort nasce il 9 luglio del 1962 a New York, figlio di un contabile senza chissà quali prospettive per il futuro. Eppure il ragazzo dimostra sin dalla tenera età una certa propensione per gli affari e le vendite, che nel 1987 lo spinge a tentare la carriera di broker finanziario. L'esperienza lo aiuta a comprendere i meccanismi di una società di intermediazione e due anni dopo Belfort è in grado di aprire una sua personale azienda, la Stratton Oakmont, insieme al suo socio Donny.

La tecnica utilizzata da Belfort per la sua azienda si basa sullo schema denomminato Pump and Dump, in cui i suoi broker hanno spinto le azioni e gli investimenti dei loro clienti ignari, facendo gonfiare così il prezzo delle azioni, di modo che la vendita risultasse molto proficua per la società. Il meccanismo portò Belfort a ottenere enormi quantità di denaro, con le quali l'uomo si è potuto godere la vita, soddisfacendo tutti i desideri e i capricci: da grandi ville ad auto sportive, fino all'abuso di sostanze stupefacienti, come la Quaaludes. La dipendenza da droghe, alcol e sesso era promossa da Belfort anche nei suoi dipendenti, che lavorano in un ambiente tossico, ma anche apparentemente libero. La "tattica economica" di Belfort si basava su un attacco duro ai possibili clienti e alla consapevolezza di potersi arricchire velocemente aggirando le regole. Ma ben presto l'uomo cominciò a dover fare i conti con le forze dell'ordine, al punto che nel 1999 il broker si dichiarò colpevole di frode e reciclaggio di denaro. Decise di collaborare con l'FBI per potersi assicurare una pena più corta dietro le sbarre. Nel 2003 venne condannato a quattro anni di prigione e a una multa di 110 milioni di dollari.

Passò in carcere "solo" ventidue mesi e durante la detenzione scoprì una passione per la scrittura che lo spinse a scrivere il proprio libro memoir, dal titolo The Wolf of Wall Street. Oggi Belfort ha un'azienda in cui offre corsi di formazione alla vendita e si occupa anche di discorsi motivazionali.

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