CINQUE DOMANDE ALLA BANDA TASSOTTI

Sulle erratiche prese di posizione della sinistra in materia fiscale, sin dal primo istante il Giornale ha fatto il suo mestiere: analizzato, ricercato e anche polemizzato. Dario Di Vico, ieri sul Corriere della Sera, quotidiano che ha pubblicamente scelto la linea del centrosinistra, ha scritto, riguardo le proposte fiscali: «La politica deve governare le paure degli elettori, l’Unione... e i suoi leader hanno spaventato l’elettorato con annunci contraddittori».
Non pensiamo dunque di fare «delinquenza politica», rivolgendo a Prodi cinque precise domande. Molto precise, e forse anche un po’ tecniche. Ma indispensabili per dare corpo a quelle che noi consideriamo minacce sul risparmio e il lavoro degli italiani e che il Professore e la sua coalizione ritengono invece politicamente corrette.
1 Tassazione dei titoli di Stato. Nel programma dell’Unione si parla di armonizzazione delle rendite finanziarie. Prodi, nelle sue ultime uscite, ha escluso la retroattività di questa manovra che prevede l’innalzamento dell’aliquota al 19-20%. Cosa succede, Professore, per quei titoli emessi e comprati anche molti anni fa, e che staccheranno cedole nei prossimi anni? Il rendimento di un vecchio Btp o di un’obbligazione societaria, tra un anno, a quale aliquota verrà tassato? Anche titoli comprati nel passato, ma che assicurano i loro rendimenti in futuro, verranno esentati dall’inasprimento fiscale?
2 Fondi comuni di investimento. Il risparmio gestito degli italiani sfiora 1,1 miliardi di euro. I fondi comuni, unico Paese praticamente al mondo, vengono tassati, grazie ad una norma di Vincenzo Visco del 1998, alla fine dell’anno. Ma non sui guadagni effettivamente realizzati. Vengono colpite le plusvalenze maturate, teoriche e dunque virtuali. I gestori dei fondi pagano il 12,5% su un guadagno che c’è sulla carta, ma non ancora realizzato. Il costo fiscale viene quotidianamente scaricato sui risparmiatori. Gentile Professore, aumentando la tassazione sui capital gain, questo meccanismo diabolico di «processo alle intenzioni di guadagno» verrebbe amplificato. Ha intenzione di replicare questa aberrazione?
3 Successioni e donazioni. Prima questione dirimente è stabilire le soglie di esenzione. Verranno fornite prima delle elezioni? E a che livello saranno? Perché, Professore, sulla riduzione del cuneo fiscale ha dato cifre precise dei tagli e sulle franchigie delle successioni e sulla loro aliquota, tace? Inoltre alcuni fiscalisti sostengono che sia allo studio una manovra per congelare gli effetti elusivi che le tante donazioni di questi giorni stanno creando. Sostanzialmente verrebbe introdotta una nuova gabella da applicare al momento del ricongiungimento tra usufrutto (che in genere si tiene chi dona un immobile) e nuda proprietà, come spieghiamo a pagina 4. C’è qualcosa di vero?
4 Scudo fiscale. Grazie a questa manovra rimpatriarono in Italia 70 miliardi di euro. Esiste, Professore, la volontà di fare applicare alle banche che custodiscono questi danari, una nuova imposta sostitutiva, magari una tantum?
5 Contributi sui lavoratori autonomi e precari. Oggi sono mediamente sotto al 20%. Ha intenzione di alzarli?
Gentile Professore, sono cinque domande.

Sono le cinque paure che avete alimentato in questa campagna elettorale in materia di fiscalità. Dare una risposta precisa e di coalizione a questi interrogativi, farebbe svanire il timore, senza offesa, di ritrovarci al governo una banda Tassotti.

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