Il marmo e l'acciaio. Gli stucchi, i ritratti degli Asburgo e il cemento col cristallo. I caffè a specchi, le sedie Thonet e i locali di design. Il passato e il futuro, il nuovo come continuità della tradizione. Vienna è maestra nell'unire aspetti che altrove potrebbero essere tra loro dissonanti, ma che qui diventano fibra viva di un'unica trama. E, passeggiando, si entra ed esce da diorami con paesaggi urbani sempre diversi. Sono tante «le nuove» Vienna. A cominciare dall'enorme area (109 ettari) a sud che prevede un quartiere che, a regime, ospiterà 30.000 abitanti, oltre a parchi, grandi magazzini, locali, appartamenti, uffici. Tutto attorno alla nuova Hauptbahnhof, la stazione ferroviaria centrale, punto d'incontro dei treni da ogni parte d'Europa. Dalla torre Bahnorama si vede l'andamento dei lavori. Ciclopici. A piedi si raggiunge il Belvedere, già palazzo di Eugenio di Savoia, ora sede di un museo dei maestri del '900 e di un giardino tra i più belli della capitale. Si soggiorna all'Hotel Daniel ricavato da un edificio anni '60: ariosa hall con tubi a vista, una specie di hangar newyorkese (hotel-daniel.at).
Grande è il fermento nella ristrutturazione di alberghi, un tempo palazzi nobiliari o case private o comunque adibiti ad altro. Il 25 Hours Hotel (25hours-hotels.com, doppia a 110 euro) è un ex ostello. Pianoterra open space: pizzeria, divani con pelli e assiti come tavoli; all'8° piano, bar e terrazza panoramica, sedie da barbiere; camere con bagno a scomparsa, decori délabré.
Poco lontano in un elegante palazzo, ecco l'Hotel Sans Souci (sanssouci-wien.com, doppia con colazione da 209), una bomboniera - grigio, nero, lilla e oro - di design, 63 stanze, ristorante, spa, pezzi d'antiquariato. La posizione è strategica, a due passi dal MuseumsQuartier (mqw.at), area culturale multidisciplinare in un complesso di 90.000 mq con edifici del '700-800 (le scuderie imperiali) e strutture d'avanguardia. Non solo cultura - con il Leopold Museum; il Mumok, arte contemporanea; l'AzW, centro d'architettura; il Kunsthalle, in ristrutturazione -, ma anche luogo d'incontro nei cortili con panche colorate e sinuose, le «Enze». Si mangia e si sente musica fino a tardi al Café Leopold. O si va al Corbaci, ristorante a cupola, maioliche turche, arredi minimalisti, menu locale.
Da Combinat, 5 stiliste propongono i loro capi lineari oltre a eventi. Dietro al MuseumsQuartier, il distretto Spittelberg, edifici Biedermeier, cortili con ristorantini, ospita atelier trendy come quello di Lena Hoschek, abiti ispirati agli anni '50. Lina Kent risponde con borse «trasformiste».
Ultimi ritocchi per la Facoltà di economia e area limitrofa, il WU Campus; quartiere universitario, ma anche cittadino con negozi, strutture pubbliche, appartamenti e uffici; il Learning Center è di Zaha Hadid. Si sta lavorando anche sui 75 ettari dell'ex stazione nord per un nuovo distretto da 10.000 abitazioni. Il Donau Kanal scorre sotto, luogo di balneazione e convivio in estate. Nel mezzo si dipanano vie ricche di proposte gastronomiche. Come il Cafè Ansari su una piazza alberata, ambiente fresco, agnello con couscous, timo, miele.
Accanto, Mochi, un sushi superlativo. Piccolissimo, l'Engel, cucina a vista, piatti sempre diversi. Inconfondibile, specie la notte, illuminato come un magico cubo di Kubrik, l'Hotel Sofitel di Jean Nouvel: al 18esimo piano il ristorante Le Loft con vista a 360°. Palazzo Hansen è il lussuoso neonato della catena Kempinski (kempinski.com/wien): ambienti raffinati che rimandano a inizio '900, 2 ristoranti, camere felpate (da 340 euro). Gli rispondono gli hotel Lamée (hotellamee.com, da 200 euro) e Topazz (hoteltopazz.com). Il primo è una testimonianza dell'architettura anni '30; il bar sul roof-garden vanta un panorama da urlo. Topazz è un esempio di stile Wiener Werkstaette, forme arrotondate, pietra nera, finestre ovali.
Da soli valgono un viaggio: l'ala restaurata del Kunsthistorischesmuseum (khm.
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