Auto, il pignoramento non è sempre praticabile: in quali casi non si può procedere

Non solo circostanze di lavoro, il bene non può essere espropriato anche quando si tratta dell'unico mezzo a disposizione del nucleo familiare

Auto, il pignoramento non è sempre praticabile: in quali casi non si può procedere
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Il pignoramento, nel diritto italiano, è quell'atto ufficiale con cui ha inizio la forma più comune di esecuzione forzata, vale a dire quella per espropriazione: la sua funzione è quella di vincolare determinati beni in possesso di un debitore al soddisfacimento del diritto di credito del creditore che ha deciso di adire le vie legali ed eventualmente di altri che potrebbero aggiungersi al procedimento.

Nel caso in cui la procedura riguardi "beni mobili", tra i quali rientrano anche le autovetture e in generale i mezzi di trasporto, si parla nello specifico proprio di espropriazione forzata mobiliare. È il codice di procedura civile a stabilire specificamente quali beni mobili non possono essere sottoposti a pignoramento, all'interno dell'articolo 514, e per quali si possa invece procedere con l'espropriazione forzata solo in determinate circostanze (articolo 515).

Tra i beni non pignorabili rientrano, ad esempio, quelli sacri che servono all’esercizio del culto, quelli commestibili e i combustibili che siano necessari al debitore a mantenersi per un mese, l’anello nuziale, i vestiti, la biancheria, i letti, i tavoli e le sedie (a meno che non abbiano un significativo pregio artistico o di antiquariato), gli animali da compagnia e quelli impiegati ai fini terapeutici o di assistenza.

Vi sono poi, come anticipato, dei beni che possono essere pignorati solo in determinati casi. Al comma 3 dell’art.515 si stabilisce che "gli strumenti, gli oggetti e i libri indispensabili per l'esercizio della professione, dell'arte o del mestiere del debitore possono essere pignorati nei limiti di un quinto, quando il presumibile valore di realizzo degli altri beni rinvenuti dall'ufficiale giudiziario o indicati dal debitore non appare sufficiente per la soddisfazione del credito". Tra questi beni rientra anche l'automobile: cosa accade dunque quando il mezzo si usa per lavoro o quando si tratta dell'unico veicolo a disposizione del nucleo familiare?

Determinante, in tal senso una sentenza del tribunale di Torino del 2022, in cui si stabilisce che l'auto usata per svolgere un'attività lavorativa non è pignorabile in quanto indispensabile per il sostentamento e quindi per la sopravvivenza. I giudici accolsero in quella circostanza il ricorso di un debitore il quale dimostrò che il veicolo risultava indispensabile per svolgere il ruolo di agente di commercio tra due regioni che gli aveva assegnato la sua azienda. Usare i mezzi pubblici avrebbe prodotto difficoltà insormontabili, mettendo a rischio i suoi guadagni e quindi i mezzi di sussistenza.

Ma non si tratta dell'unica circostanza in cui un'auto non può essere sottoposta a pignoramento. Sempre secondo il tribunale di Torino, ciò non può avvenire anche quando il mezzo è l'unico a disposizione di un nucleo familiare, dal momento che esso risulta indispensabile a soddisfare le necessità basilari della famiglia.

Così facendo, i giudici hanno ritenuto di aver mantenuto un certo equilibrio: da un

lato la tutela dell'inadempiente, che può così proteggere i beni necessari alla sussistenza sua e della propria famiglia e continuare a lavorare per risarcire il debito e dall'altro la garanzia patrimoniale del creditore.

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