Calcoli, requisti e novità: così si può andare in pensione a 64 anni

Ecco tutti i cambiamenti inseriti nella manovra di bilancio destinati a coloro che vogliono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro

Calcoli, requisti e novità: così si può andare in pensione a 64 anni
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La recente manovra di bilancio introduce importanti novità per chi desidera andare in pensione anticipata a 64 anni. Con un approccio bilanciato, il governo ha approvato un emendamento che facilita l’uscita dal mondo del lavoro per alcuni, ma con requisiti più stringenti per altri.

Chi può accedere?

Il provvedimento riguarda i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1996 e che sono iscritti a forme di previdenza complementare. Per questi, a partire dal 2025, sarà possibile sommare la pensione obbligatoria con la rendita maturata attraverso il fondo pensione per raggiungere la soglia minima richiesta per il pensionamento anticipato.

Ad esempio, un lavoratore con una pensione Inps di 1.300 euro e una rendita integrativa di 350 euro potrà accedere alla pensione anticipata, raggiungendo la soglia di 1.650 euro mensili.

Nuovi requisiti contributivi e soglie minime

Tuttavia, il quadro si complica con l’introduzione di due misure restrittive:

  • Gli anni di contributi richiesti saliranno gradualmente da 20 a 25 nel 2025, fino a raggiungere 30 anni nel 2030.
  • La soglia d’importo necessaria passerà da 3 a 3,2 volte l’assegno sociale (circa 1.708 euro mensili) dal 2030.

Questi nuovi criteri si applicheranno anche a coloro che non utilizzano la rendita integrativa, ampliando l’impatto della norma.

E per chi non ha una previdenza complementare?

I lavoratori che non dispongono di un fondo pensione potranno continuare ad andare in pensione a 64 anni con le regole attuali, senza subire aumenti degli anni di contribuzione richiesti o delle soglie di importo.

Una misura di equilibrio

L’emendamento tenta di bilanciare esigenze opposte: da un lato, rendere più flessibile l’accesso al pensionamento anticipato; dall’altro, garantire la sostenibilità del sistema previdenziale italiano, messo a dura prova dall’invecchiamento della popolazione.

Prospettive future

Nonostante l’assenza di stime ufficiali sui potenziali nuovi pensionamenti, la manovra prevede un monitoraggio costante. Le proiezioni indicano un aumento contenuto della spesa, stimato in circa 12,6 milioni di euro nel 2026, con un picco di 406 milioni previsto entro il 2043.

Parte di questa spesa sarà compensata dall’innalzamento delle soglie e da altre misure di risparmio.

Limiti al cumulo di redditi

Un’ulteriore novità riguarda il divieto di cumulare la pensione anticipata con redditi da lavoro autonomo o dipendente, salvo quelli occasionali fino a 5.000 euro lordi annui.

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