I punti chiave
Andare al mare, nell'estate 2024, costerà di più rispetto a quella precedente: è quanto emerso da un'indagine di Altroconsumo che da nord a sud del nostro Paese ha preso in esame le tariffe di oltre 200 stabilimenti balnerari in 10 città. Pur con le dovute differenze in base alla località, i rincari medi sono pari al 4% con un spesa settimanale non inferiore a 226 euro per il noleggio di ombrelloni e lettini.
Quali sono i costi
In rigoroso ordine alfabetico, sono stati valutati i prezzi di Alassio, Alghero, Anzio, Gallipoli, Lignano, Palinuro, Rimini, Senigallia, Taormina (con la confinante Giardini Naxos) e Viareggio. La più costosa tra queste è Alassio, in provincia di Savona, con 340 euro a settimana in una postazione tra prima e quarta fila tra il 4 e 10 agosto, ossia in uno dei periodi dell'anno di maggior affollamento e con milioni di italiani in ferie. Dal punto di vista delle cifre, la più economia è stata Senigallia con 150 euro di spesa media settimanale per le stesse condizioni appena elencate. A parte Lignano e il duo Taormina-Giardini Naxos che hanno mantenuto i prezzi del 2023, ovunque si sono registrati rincari che hanno toccato punte dell'8% proprio a Senigallia (comunque la più economica), +5% a Viareggio, +4% a Rimini.
Una tendenza al rialzo
I costi scendono, ovviamente, man mano che ci si allontana dalla spiaggia e dalla fila quinta in giù: i prezzi sopra menzionati tengono conto di postazioni che comprendono un ombrellone e due lettini. Per quanto riguarda gli aumenti, il +3% si registra ad Alassio, Anzio e Palinuro, +2% ad Alghero e Gallipoli. Questi aumenti, anche se possono sembrare "piccoli", si sommano a quanto avvenuto negli anni scorsi con una media del +5% nel 2023 e addirittura il +10% nel 2022. Chi vuole risparmiare può scegliere l'area dell'Alto Adriatico che, mediamente, è più economica rispetto ad altre dal momento che per una prima fila, a Lignano e Rimini, si viaggia tra 164 e 165 euro per una settimana.
La denuncia di Altroconsumo
Non a caso, l'indagine dell'associazione è stata intitolata "Spiagge salate" e gli esperti ne spiegano i motivi denunciando ai consumatori questa situazione mettendo in evidenza "nuovi rincari, che aggiunti a quelli degli anni precedenti portano i prezzi a livelli tali da rendere il soggiorno al mare un lusso che non tutti possono permettersi".
Per spiegare gli aumenti medi del 4%, Altroconsumo spiega che alla base ci sarebbe "l’annosa questione delle concessioni balneari che da anni vengono rinnovate automaticamente per lunghi periodi impedendo nei fatti una reale concorrenza, con tutti i benefici che potrebbe comportare anche per le tasche dei consumatori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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