Congedo matrimoniale: come funziona, chi e quando può usufruirne

Questo periodo di assenza retribuita dal lavoro è una prerogativa dei lavoratori, ma la sua gestione richiede pianificazione e comunicazione tra dipendenti e datore di lavoro

Congedo matrimoniale: come funziona, chi e quando può usufruirne
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Previsto per le coppie appena o di recente sposate, il congedo matrimoniale è un periodo di assenza retribuita dal lavoro che viene concesso ai lavoratori in concomitanza, appunto, con il proprio matrimonio. Garantisce 15 giorni consecutivi lontano dal lavoro, inclusi quelli festivi e non lavorativi. Generalmente alcuni giorni di congedo vengono coperti dall’Inps, ci sono però settori nei quali la retribuzione è completamente a carico del datore di lavoro. Vediamo nel dettaglio come funziona, quando richiederlo e come viene retribuito.

Che cos'è

Introdotto nel 1937 e inizialmente riservato ai soli impiegati, il congedo matrimoniale è stato progressivamente esteso a diverse categorie di lavoratori subordinati. Il Ccnl ha poi garantito la stessa applicazione sia per gli operai che per gli impiegati. Con la Legge Cirinnà, dal 2016 il diritto al congedo matrimoniale è stato esteso anche alle coppie omosessuali. Consiste, come detto, in un periodo di assenza retribuita dal lavoro concesso ai lavoratori in occasione del proprio matrimonio. Ha una durata di 15 giorni consecutivi, che iniziano fino a tre giorni prima del matrimonio e non è frazionabile. Può essere utilizzato anche nei 30 giorni successivi al matrimonio. Tale congedo è un diritto per tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico, indipendentemente dal tipo di contratto (indeterminato, determinato, part-time, etc).

Durante il congedo matrimoniale, il lavoratore riceve la normale retribuzione, senza riduzione dello stipendio. Deve però informare il datore di lavoro dell’intenzione di usufruirne con un congruo preavviso, fornendo la documentazione necessaria (ad esempio, un certificato di matrimonio). Questo tipo di congedo è specifico e non è cumulabile con le ferie annuali. È valido solo per il matrimonio civile, incluse le seconde nozze o le unioni civili, ed è retribuito, solitamente, in parte dal datore di lavoro e in parte dall’Inps (7 giorni). Le specifiche condizioni e modalità di fruizione possono variare in base al contratto collettivo applicato e alle politiche interne dell’azienda.

Chi ne ha diritto

Il congedo matrimoniale è disponibile per diverse categorie di lavoratori, compresi lavoratori a domicilio, apprendisti e dipendenti a tempo determinato, a patto che il matrimonio abbia validità civile. Ad averne diritto sono i lavoratori dipendenti, sia nel settore privato che pubblico, indipendentemente dal tipo di contratto. I lavoratori che lo richiedono devono essere residenti in Italia, mentre quelli extracomunitari devono essere regolarmente residenti nel nostro Paese prima del matrimonio.

Non ne hanno diritto i lavoratori che contraggono un matrimonio solo con rito religioso, quelli assunti da meno di una settimana o in periodo di prova, i liberi professionisti, alcuni lavoratori di aziende particolari, che potrebbero essere soggetti a condizioni diverse. Anche i lavoratori marittimi e quelli disoccupati possono richiedere il congedo matrimoniale; questi ultimi devono presentare domanda all’Inps entro un anno dalla cerimonia. In caso di matrimonio celebrato all’estero, deve essere presentata la documentazione attestante l’avvenuto matrimonio, e la residenza e lo stato di coniugato devono essere riconosciuti in Italia.

Decorrenza, richieste, tempistiche e trattamento

Il congedo matrimoniale può iniziare dai tre giorni antecedenti le nozze e deve essere fruito in modo continuativo. Può essere concordato con l’azienda un diverso periodo di fruizione, ma in base a una precisa motivazione. Si tenga inoltre presente che, se Il datore di lavoro non ha facoltà di negare il congedo ai propri dipendenti, ha però la possibilità, in caso di esigenze produttive non prorogabili, di posticiparne la fruizione fino ad un massimo di 30 giorni successivi alle nozze. Il lavoratore deve presentare domanda al datore di lavoro con almeno sei giorni di preavviso rispetto alla data della cerimonia e consegnare il certificato di matrimonio entro 60 giorni dalla fruizione.

Durante il congedo matrimoniale, si continuano a maturare ferie, anzianità, permessi, tredicesima e Tfr. Il pagamento avviene per gli impiegati da parte del datore di lavoro, mentre per gli operai viene corrisposto dall'Inps. Entrando più nel dettaglio, l'ente copre generalmente 7 giorni di congedo matrimoniale per operai e apprendisti, sottraendo una percentuale del 5,54% dal salario giornaliero.

Vi sono, come detto, anche settori in cui la retribuzione è prevista interamente a carico del datore di lavoro, come quelli del commercio, del credito e delle assicurazioni. L’importo del congedo matrimoniale non è cumulabile con altri assegni come quello per la maternità o malattia, eccezion fatta per i casi di infortunio sul lavoro.

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