La manovra difende le famiglie e tiene sotto controllo la spesa pensionistica

Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, durante l'audizione in Parlamento elogia la Legge di Bilancio 2025

La manovra difende le famiglie e tiene sotto controllo la spesa pensionistica

Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, si è espresso in termini positivi sulla nuova Legge di Bilancio 2025, delineando una manovra favorevole a famiglie e lavoratori, volta a mantenere l’equilibrio del sistema pensionistico. Durante l’audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, Fava ha sottolineato l’importanza di interventi fiscali che possano incentivare la natalità e sostenere la stabilità della spesa per pensioni. Un elemento centrale della manovra riguarda il riordino delle detrazioni fiscali, che introduce un meccanismo progressivo per le famiglie, con benefici maggiori in relazione al numero dei figli e alla presenza di figli con disabilità. Questo modello, che richiama l’approccio del “quoziente familiare” applicato in altri Paesi, è per Fava uno strumento fondamentale per incoraggiare la natalità. «La previsione – ha affermato Fava – potrà non solo aiutare le famiglie che hanno già figli, ma anche ristabilire una fiducia nel supporto dello Stato a sostenere le scelte verso la genitorialità».

Effetti macroeconomici e controllo della spesa previdenziale Fava ha riconosciuto nella manovra un segnale di discontinuità rispetto agli interventi emergenziali adottati durante gli anni segnati dall’inflazione post-pandemica. L’approccio della nuova legge mira invece a soluzioni più strutturate, come il ritorno al regime di perequazione ordinario delle pensioni, indicizzato rispetto all’inflazione. Questo recupero, previsto allo 0,8% per il 2024, consentirà di superare il “raffreddamento” delle pensioni attuato nel biennio 2023-2024 per i redditi più alti, mentre sarà prorogato il sostegno ai pensionati con reddito inferiore al minimo Inps per il periodo 2025-2026. Secondo il presidente, «assume rilevanza il ritorno al regime di perequazione ordinario delle pensioni rispetto all’inflazione, il quale non può essere eccessivamente disatteso se non per far fronte a situazioni connotate da temporaneità come accaduto soprattutto negli anni del Covid».

Fava ha poi evidenziato che l’inflazione più contenuta rispetto ai picchi degli anni precedenti favorisce una gestione sostenibile della spesa pubblica, rendendo più stabili le prestazioni previdenziali. «C’è da tener presente in ogni caso – ha aggiunto – che il livello di inflazione registrato, se da un lato mette meno sotto pressione le finanze pubbliche, fa registrare incrementi delle prestazioni contenuti».

Quota 103 e l’incentivo al trattenimento nel lavoro

Tra i meccanismi previsti per la pensione anticipata, Quota 103 si è rivelata finora poco utilizzata, con solo 1.600 domande presentate. «Risulta poco utilizzato in ragione della scarsa convenienza del calcolo contributivo del regime delle decorrenze previste e del limite all’importo della pensione fino all’età di accesso alla pensione di vecchiaia», ha spiegato Fava, precisando come il sistema contributivo progressivamente adottato comporti per molti lavoratori interessati una quota pensionistica bassa in caso di uscita anticipata.

Tra gli interventi per agevolare la permanenza in attività, è stato previsto uno sgravio fiscale per chi decide di restare al lavoro anche dopo il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Fava ha espresso apprezzamento per questa misura, indicandola come una soluzione per sostenere il sistema previdenziale e preservare il know-how. «Si risponde anche alla più recente esigenza di assicurare il passaggio intergenerazionale delle competenze acquisite e alla valorizzazione delle competenze dei lavoratori più anziani», ha sottolineato, evidenziando l’importanza di garantire un apporto continuativo nel mercato del lavoro, in particolare nelle regioni dove scarseggiano nuovi ingressi.

Sostegno alla partecipazione femminile e decontribuzione per le madri

La Legge di Bilancio 2025 punta anche ad ampliare il sostegno alla partecipazione femminile nel mondo del lavoro, rendendo strutturale la decontribuzione per le madri di due o più figli, un’agevolazione già introdotta con la legge dell’anno precedente. La misura diventerà ora accessibile a una platea più ampia, includendo lavoratrici dipendenti e autonome. È previsto un limite di reddito per accedere all’agevolazione, un criterio che, secondo Fava, presenta tuttavia sfide operative per l’Inps. «L’attuale formulazione normativa non rende agevole l’attuazione della misura, lasciando notevoli punti aperti», ha osservato il presidente, sottolineando la necessità di chiarimenti normativi per permettere una gestione efficace della misura, specialmente per le lavoratrici autonome.

Riduzione del cuneo fiscale e impatto sui lavoratori

Un altro punto centrale della manovra è la riduzione del cuneo fiscale, resa strutturale con un accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni. La misura, che negli ultimi due anni ha sostenuto il potere d’acquisto di circa 14 milioni di lavoratori, è stata fondamentale per mitigare gli effetti dell’inflazione. Fava ha spiegato che «considerando la variazione della retribuzione netta corrispondente al salario medio lordo degli anni 2021 e 2023, l’incremento sale da circa il 6,9% per il lordo ad un più consistente 10,4% per il netto». Questa crescita ha permesso di contenere, anche se non del tutto, l’erosione del potere d’acquisto.

Con la stabilizzazione di questo intervento, Fava ha indicato un percorso di revisione complessiva delle aliquote e delle detrazioni, giudicando la scelta «positiva», poiché contribuisce a un maggiore ordine normativo e offre una risposta più organica e duratura ai problemi del sistema contributivo italiano.

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