Mutuo con Partita IVA: si può richiedere? Cosa c'è da sapere

Anche chi svolge la libera professione può richiedere un mutuo per l’acquisto di una casa, a patto però di possedere specifici requisiti e fornire determinate garanzie. Ecco quali

Mutuo con Partita IVA: si può richiedere? Cosa c'è da sapere

l’Italia è senza dubbio uno dei paesi europei dove l’amore per il mattone è più sentito. Quello di acquistare casa è un sogno che accomuna lavoratori dipendenti e autonomi, anche se per questi ultimi è più difficile da realizzare, soprattutto se si decide di rivolgersi alle banche. Ottenere un mutuo per chi ha la Partita IVA è infatti impresa non da poco. Ci sono da affrontare procedure più rigide da parte delle banche e la richiesta di maggiori garanzie, come ad esempio quelle esterne, che tutelino l’istituto in caso di insolvenza da parte del debitore. Ma quali sono i requisiti e le garanzie alternative alla busta paga per l’ottenimento di un mutuo? Vediamoli nel dettaglio.

Requisiti

Il fatto che i titolari di Partita IVA non possiedano una retribuzione fissa espone la banca ad un maggior rischio, ma non vuol dire che sia del tutto impossibile ottenere un mutuo. Ci sono infatti altri modi per offrire solide garanzie agli istituti bancari, a partire dai requisiti, che si possono distinguere in legali, economici e reddituali:

Requisiti legali: si deve possedere la cittadinanza italiana o nell’Unione Europea, la residenza o domicilio fiscale in Italia, e bisogna aver compiuto i 18 anni di età.

Requisiti economici e reddituali: si deve dimostrare il proprio reddito, producendo le ultime due dichiarazioni; costituisce un ulteriore aiuto per il titolare di Partita IVA, dimostrare di non avere debiti pendenti e di poter versare almeno il 20% del totale del valore dell’immobile ai fini del mutuo; per ottenere la fiducia della banca, va infine dimostrato un reddito costante (in una situazione lavorativa che presuppone un alto livello di incertezza), dimostrare l’ingresso di liquidità per un tempo ragionevolmente lungo, e che l’attività svolta sia in buona salute.

Quali garanzie

Per incrementare le proprie possibilità di ottenere un mutuo da un istituto bancario, oltre ai requisiti di base, si può dimostrare di possedere alcune garanzie esterne. Fra queste vi è ad esempio la fideiussione, molto utilizzata soprattutto per i mutuatari più giovani; con questo tipo di garanzia un’altra persona, cioè il garante, si impegna, con il proprio patrimonio, a pagare all’istituto bancario le rate per conto del mutuatario, in caso quest’ultimo dovesse risultare inadempiente.

Esiste inoltre la possibilità di chiedere una polizza assicurativa a protezione del finanziamento richiesto. Anche le associazioni di categoria possono fornire una garanzia (che può arrivare anche al 50% del valore del mutuo); altra garanzia che può essere richiesta dall’istituto bancario è costituita dal pegno, una forma di garanzia reale, che può avere ad oggetto i beni mobili, le universalità di mobili (il complesso di beni mobili materialmente separati, che appartengono alla stessa persona e sono destinati ad una funzione economica comune), i crediti e altri diritti su beni mobili. In questo caso il possesso del bene viene trasferito al creditore, pur non acquisendone il soggetto la proprietà.

È bene considerare anche il tipo di immobile per cui viene richiesto il mutuo: gli istituti bancari tengono a concedere più facilmente un mutuo residenziale ai professionisti, rispetto a quelli richiesti per immobili dadestinare a ufficio o ad attività produttive.

Procedura e documenti necessari

Il procedimento per la richiesta del mutuo prevede numerose fasi. A partire dalla scelta di una banca dopo la firma del compromesso o della promessa di vendita. Individuato l’istituto di credito, il titolare di Partita IVA può dunque procedere con la richiesta del mutuo, compilando un questionario in cui vengono richieste le informazioni personali e reddituali, oltre alle informazioni sull’immobile per cui viene richiesto il mutuo.

Nell’effettuare la domanda, il lavoratore autonomo dovrà fornire alla banca alcuni documenti, tra cui: le dichiarazioni dei redditi (Modello Redditi PF, ex Unico), gli estratti conto bancari, l’estratto della Camera di Commercio Industria e Artigianato, l’eventuale iscrizione all’albo dei professionisti, i documenti anagrafici (carta d’identità, certificato di nascita, certificato di stato civile oppure estratto dell’atto di matrimonio), la copia del bilancio societario dell’anno precedente quello in cui viene fatta la domanda di mutuo, copia della “promessa di vendita” o “compromesso”, planimetria, copia del certificato di abitabilità, copia dell’ultimo atto di acquisto dell’immobile.

Forniti alla banca i dati richiesti, bisognerà attendere che questa esprima un primo parere di fattibilità sulla concessione di mutuo, che dipende dai seguenti fattori: reddito del richiedente e dei suoi familiari, valore dell’immobile su cui viene richiesto il finanziamento, idoneità tecnico/legale dell’immobile ad essere ceduto, la presenza di garanzie supplementari. In caso di parere positivo, la banca può disporre il finanziamento che in genere è fissato ad un massimo dell’80% del valore di mercato del bene immobile soggetto a ipoteca. Il mutuo verrà poi stipulato davanti ad un notaio e si redigerà un atto pubblico con cui si attesta il trasferimento della somma di denaro della banca al cliente, con l’impegno del debitore a restituire alla banca la somma pattuita. Insieme all’atto viene anche costituita l’ipoteca sull’immobile.

Criteri determinazione rata

Anche in assenza di stipendio fisso, è possibile calcolare il reddito medio di un professionista tramite i dati ricavati dal Modello Redditi PF presentato all’Agenzia delle Entrate. La banca valuta così il reddito medio e stabilisce l’importo della rata. Per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato la rata del mutuo è pari, in genere, al 30% dello stipendio, mentre per i lavoratori autonomi le banche riducono normalmente il rapporto rata/reddito.

La banca può proporre tre soluzioni di ammortamento: rata mensile, rata trimestrale, rata semestrale. Come per i lavoratori dipendenti, anche nel caso dei lavoratori autonomi è l’immobile stesso a fare da garanzia, poiché si tratta di mutuo ipotecario.

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