Partite Iva, ecco come cambierà la tassazione: rate spalmate su dodici mesi

L’esecutivo sta lavorando per dare il via alla sperimentazione che prevede di spalmare il pagamento del secondo acconto, ovvero quello di novembre, su cinque mensilità

Partite Iva, ecco come cambierà la tassazione: rate spalmate su dodici mesi
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Sono cinque milioni le partite Iva che dal 2024 potrebbero avere la possibilità di rateizzare le tasse in dodici mensilità. Il decreto dell’8 gennaio include le norme per la semplificazione e la razionalizzazione degli adempimenti tributari e prevede la possibilità per gli autonomi di dividere in sette, e non più in sei, mensilità il versamento del saldo e del primo acconto delle imposte rispetto all’anno precedente. L’esecutivo sta attualmente lavorando per dare il via alla sperimentazione che prevede di spalmare il pagamento del secondo acconto, ovvero quello di novembre, su cinque mensilità. Quest’ultima misura riguarda le partite Iva che hanno un reddito fino a 170mila euro. Ecco tutti gli aggiornamenti.

La parola all’esecutivo

In merito alla misura l’autore della riforma e presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio e responsabile per le materie fiscali della Lega, Alberto Gusmeroli ha affermato a Il Messaggero: “Contiamo di intervenire con un decreto nei prossimi tre mesi. L'operazione non comporta costi per lo Stato e assicura maggiore liquidità a professionisti e imprese, che in futuro avranno a che fare con un Fisco più equo”. L’obiettivo della maggioranza è quello di cambiare il sistema fiscale semplificandolo e rendendo più “scorrevole” il gettito. Inoltre, un’altra possibilità in campo sarebbe quella di consentire ai contribuenti di versare le tasse tramite carta di credito.

La rateizzazione

Il maxi-acconto di novembre è stato rateizzato da 3,5 milioni di autonomi, professionisti, artigiani e commercianti fino a 170mila euro di compensi. L’ampliamento della misura a tutte la categorie di partite Iva prevede di includere più di cinque milioni di soggetti i quali non dovranno più versare il 50% delle tasse in anticipo ma a consuntivo. Questo faciliterà i contribuenti in questione in quanto avranno già guadagnato al momento di versare le tasse. Gusmeroli ha poi proseguito: “Vogliamo rendere la misura strutturale estendendola a tutti, compresi dipendenti e pensionati con altri redditi, con lo scopo anche di abolire la ritenuta d'acconto per un milione di professionisti che, a questo punto, con il pagamento delle tasse in dodici mesi, non avrebbe più ragione d'essere mantenuta”. Si tratta, come affermato dal presidente della commissione Attività produttive, di un’operazione a costo zero in quando gli incassi che vengono registrati successivamente sono spostati sul bilancio dell’anno prima.

I numeri

Attualmente le partite Iva sono in crescita e i numeri prevedono una platea che supera i cinque milioni di soggetti mentre nel 2004 erano più di sei milioni. Inoltre stanno aumentando anche coloro che non sono iscritti a un albo o a un ordine professionale. Si tratta prevalentemente di web designer, formatori, social media manager, consulenti informatici e aziendali. È in discesa il numero di coloro che svolge un lavoro autonomo definito “classico”, ammontano a circa il 75% del totale e sono piccoli commercianti, agricoltori e artigiani.

Prendendo in considerazione il periodo tra il 2014 e il 2022 il numero totale delle tre categorie appena citate è diminuito di 495mila unità, nello specifico gli agricoltori di 33.500 unità (del 7,5%), i commercianti di 203.000 unità (ovvero del 9,7%) e gli artigiani di 258.500 unità (del 15,2%).

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