Riscaldamento centralizzato: chi decide gli orari

La gestione di questo aspetto della vita condominiale richiede un approccio condiviso e regolamentato, in cui la voce dei condòmini e il rispetto delle normative giocano un ruolo fondamentale per garantire comfort ed efficienza energetica

Riscaldamento centralizzato: chi decide gli orari
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Con l’approssimarsi dell’inverno, a suscitare discussioni nei condomini è la gestione del riscaldamento centralizzato, soprattutto in caso di opinioni divergenti tra chi vuole temperature più elevate e chi invece preferisce risparmiare sui costi energetici. Ma a chi spetta il compito di decidere gli orari di accensione e spegnimento? Vediamolo insieme.

Responsabilità della gestione

Nel nostro Paese il periodo di accensione del riscaldamento è determinato in base alle zone climatiche. Queste zone, stabilite dal Governo, possono essere soggette a variazioni a livello regionale o comunale. Ad esempio, nelle città settentrionali l'impianto può essere attivato già a ottobre, mentre al Sud l’accensione può avvenire più tardi, verso novembre. Le ore giornaliere di funzionamento sono anch'esse regolamentate per evitare eccessivi consumi.

Nei condomini dotati di riscaldamento centralizzato, la gestione non è affidata ai singoli residenti. In mancanza di una delibera dell'assemblea o di precise indicazioni nel regolamento condominiale, è l'amministratore il responsabile della programmazione degli orari, rispettando le normative vigenti, sia a livello nazionale che locale.

Le fasce orarie previste

Secondo la normativa nazionale la finestra oraria va dalle 5.00 del mattino alle 23.00; all'interno di questa è possibile gestire il riscaldamento. Tuttavia, c'è un limite massimo di ore in cui l’impianto può rimanere acceso, e le specifiche possono variare in base alla zona climatica in cui si trova il condominio. Ad esempio, si può optare per un'accensione dalle 7.00 alle 22.00, purché si rispetti il numero di ore massime consentite.

Il ruolo dell’amministratore

L’amministratore è tenuto a far rispettare le norme previste, ma non ha il potere di modificare gli orari autonomamente, salvo che non vi siano direttive contrarie da parte dell'assemblea o del regolamento condominiale. Tuttavia, se i condòmini non riescono a raggiungere un accordo, l’amministratore può prendere una decisione, purché resti nei limiti previsti dalla legge. Per esempio, potrebbe decidere di accendere l’impianto dalle 6.00 alle 22.00, se non c’è un consenso tra i condòmini.

Eventuali modifiche degli orari

Gli orari di accensione e spegnimento del riscaldamento sono solitamente riportati nel regolamento condominiale. Qualora i residenti volessero modificarli, è necessaria una delibera assembleare. I condòmini possono riunirsi e votare un eventuale cambiamento, a patto che la maggioranza degli intervenuti e almeno metà del valore dell'edificio approvino la modifica, come stabilito dall’art. 1136 del Codice Civile. Gli orari possono essere modificati anche durante l’inverno. Se i condòmini, per esempio, decidono di anticipare l’accensione di un'ora a causa di condizioni particolarmente rigide, possono convocare un’assemblea per votare il cambiamento.

Se un condòmino non è d’accordo

Qualora un condòmino ritenga che gli orari di accensione non siano adatti alle proprie esigenze, può proporre una modifica in sede di assemblea. Ogni cambiamento relativo al riscaldamento deve essere discusso collettivamente. Un condòmino può, ad esempio, chiedere che l'argomento venga inserito all'ordine del giorno della prossima riunione condominiale, per cercare una nuova soluzione che soddisfi la maggioranza dei residenti.

Impianti autonomi

Chi dispone di un riscaldamento autonomo, invece, non è vincolato agli orari

stabiliti per il riscaldamento centralizzato. Ogni condomino può regolare l’impianto come meglio crede, ma deve comunque rispettare il limite massimo di temperatura interna di 20 gradi, con una tolleranza di 2°C.

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