I punti chiave
Anche se non ancora in tutta Italia, la stagione autunnale è entrata nel vivo sicuramente al Nord Italia dove le temperature si sono abbondantemente abbassate e specialmente la sera il clima è molto fresco. Ecco perché torna prepotentemente d'attualità l'accensione del riscaldamento che ha date diverse man mano che si procede da nord verso sud. Se in alcune zone del Nord sono già accesi, per l'estremo Sud e le Isole minori bisognerà invece aspettare il 1° dicembre.
Cosa dice la legge
A regolare la disciplina ci pensa il Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, numero 74, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L'articolo 4 che tratta i limiti "di esercizio degli impianti termici per la climatizzazione invernale" ricorda che l'Italia è stata divisa in sei zone o fasce climatiche, dalla A alla F dove: Nella prima le ore di accensione sono sei e vanno dal 1° dicembre al 15 marzo; la Zona B può vantare otto ore al giorno di riscaldamento dal 1° dicembre al 31 marzo, la Zona C dieci ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo, la Zona D 12 ore giornaliere dal 1° novembre al 15 aprile, la Zona E 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile mentre la Zona F non ha nessuna limitazione d'orario.
Come già accaduto per Milano, però, le date potranno subire delle variazioni in base alle disposizioni regionali e comunali: è così che nel capoluogo lombardo i tagli al riscaldamento faranno accendere i termosifoni il 22 ottobre e finire l'8 aprile con un risparmio complessivo di 14 giorni. L'articolo 5 recita testualmente che "In deroga a quanto previsto dall'articolo 4, i sindaci, con propria ordinanza, possono ampliare o ridurre, a fronte di comprovate esigenze, i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di attivazione degli impianti termici, nonché stabilire riduzioni di temperatura ambiente massima consentita sia nei centri abitati sia nei singoli immobili".
Le sei zone climatiche
Partendo dalla Zona F, qui rientrano tutti i Comuni italiani più freddi, quindi quelli che fanno parte dell'area alpina e capoluoghi come Cuneo, Belluno e Trento. Come accennato, non c'è alcuna limitazione sui riscaldamenti centralizzati (ovviamente anche sugli autonomi) e possono stare accesi 365 giorni l'anno senza il limite delle ore. La Zona E, invece, prevede tutte le città del Nord (da Aosta a Verona): se è vero che il riscaldamento dovrebbe essere già operativo, molti sindaci hanno già stabilito che i caloriferi saranno accesi soltanto da domenica 22 ottobre, il giorno successivo a Varese soltanto dal 25 ottobre a Bergamo.
Scendendo verso sud ecco che arriva la Zona D che comprende le città dalla Toscana al Lazio ma anche Foggia, Genova, Vibo Valentia per citarne tre che si trovano esclusivamente sulle regioni centrali. Salvo disposizioni differenti, ecco che i termosifoni si accenderanno dal 1° novembre al 15 aprile per un massimo di 12. La Zona C comprende, invece molti capoluoghi di regioni e di provincia del Sud Italia, da Bari a Taranto ma anche le città della Sardegna (non c'è la Sicilia): in queste aree caloriferi attivi dal 15 novembre al 31 marzo entro le dieci ore giornaliere. La Zona B comprende la nostra isola più grande, la Sicilia, dove l'accensione avverrà dal 1° dicembre al 31 marzo e non sarà maggiore di otto ore al giorno: Enna e Caltanissetta fanno parte di un'altra fascia climatica per la loro altitudine e vedranno un'accensione anticipata e posticipata.
Infine, ecco la Zona A che raggruppa le isole di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle. Anche qui l'accensione avverrà il 1° dicembre ma verrà conclusa il 15 marzo e le case non saranno riscaldate per più di sei ore al giorno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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