Riscattare la laurea conviene? Un dilemma che affligge molte persone. La misura permette di convertire (pagando) gli anni passati all'università, 3 o 5 in base alla durata prevista dal proprio corso legale di studi, in tempo utile al perfezionamento dei requisiti per la pensione. Valutare se questa sia un’opportunità o meno è importante e può aiutare a smettere in anticipo di lavorare. Ecco quindi vantaggi e svantaggi da mettere sulla bilancia per capire se il riscatto di laurea fa per voi.
Cosa riscattare
Prima di tutto bisogna capire se il proprio titolo di studio coincide con uno di quelli riscattabili. È bene sapere che i master non rientrano nella misura mentre, invece, è possibile riscattare praticamente qualsiasi percorso di studi dalla laurea triennale alla magistrale, salvo gli anni fuori corso in quanto la normativa parla di durata legale del corso di studi. Nel caso in cui un titolo di studio sia stato conseguito all’estero potrà essere riscattato a condizione che abbia valore legale in Italia. Inoltre è possibile anche effettuare un riscatto parziale conteggiando solo gli anni che portano a raggiungere i requisiti per la pensione.
Quanto vale il riscatto
Per capire quanto vale il proprio riscatto è necessario sapere che la cifra cambia in base al periodo di studi da riscattare e al sistema di calcolo della pensione. Il calcolo dell'onere va fatto sulla retribuzione degli ultimi 12 mesi che precedono il momento della domanda. Bisogna poi considerare che per le lauree conseguite prima del 1° gennaio 1996, o fino al 31 dicembre 2011 con 18 anni di contribuzione pre-1996, viene applicato il metodo della riserva matematica. In sostanza si calcola la pensione prima provando a considerare il periodo recuperato e poi togliendolo. In quanto all'incremento, invece, viene applicato un coefficiente (consultabile nel decreto ministeriale del 31 agosto 1997 per i dipendenti e in quello del 24 aprile 2008 per i lavoratori autonomi) che tiene conto dell'età e del sesso dell'interessato. Nel caso incui gli studi siano stati effettuati dopo il 1996 verrà utilizzato il metodo "a percentuale" calcolando l'aliquota di invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs) al 33% fino a una retribuzione mensile (lorda) di 4.584, oltre al 34% dopo la prima fascia di retribuzione.
Riscatto agevolato
Al fine di favorive i giovani dal 2019 è stato inserito un sistema di calcolo dedicato per valorizzare il periodo di studi. Il lasso di tempo di riscatto viene incluso nel sistema contributivo, ovvero dal 1° gennaio 1996. Viene inoltre previsto un criterio di calcolo dell'onere alternativo e più favorevole definito "soft" il quale è legato al valore minimo contributivo dei commercianti. Quindi nel 2024 il costo di riscatto di un anno di studio è pari a 6.077 euro. Se, come in questo caso, il riscatto di laurea viene fatto da soggetti inoccupati, il contributo dev'essere versato all'Inps e rivalutato secondo le regole del sistema contributivo. In quanto al montante maturato questo viene trasferito, se richiesto dal soggetto interessato, alla gestione previdenziale di iscrizione del soggetto. I genitori possono quindi pagare il riscatto per il figlio che risulta ancora a carico e senza un posto di lavoro. I contributi sono detraibili al 19% da parte del genitore che ha sostenuto la spesa. Nel momento in cui verrà trovata l'indipendenza economica, il contributo sarà detraibile dal reddito del lavoratore.
Vantaggi e svantaggi
È possibile delineare quattro diverse situazioni. La prima in cui viene anticipato il momento della pensione di un numero di anni superiore a quelli riscattati. Questa opzione è consentita in quanto se viene maturato prima il requisito pensionistico, si evitano di conseguenza futuri incrementi dei requisiti per l'aumento dell'attesa di vita. Il secondo, invece, se viene previsto l'anticipo del momento in cui si va in pensione di un numero di anni pari o inferiore a quelli riscattati questopuò accadere in quanto gli anni riscattati servono solo in parte a far maturare prima un requisito pensionistico.
La terza situazione, invece, prevede che il momento della pensione rimanga invariato se ci sono altri requisiti, i quali non riguardano il riscatto, che consentono di smettere di lavorare. Infine, nei casi più delicati, per i lavoratori che hanno iniziato la carriera lavorativa dopo il 1996 ma con periodi di studio entro il 1995, il periodo della pensione verrà posticipato.
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