Soprattutto quest'anno ci siamo accorti che l'estate costa cara. Inflazione e caro-prezzi a parte, escluse le mete vacanziere e il caro-voli mai così da alto, l'ulteriore stangata sul trimestre estivo degli italiani è rappresentato dai centri estivi dove si vorrebbero far divertire i propri figli in assenza della scuola. Si vorrebbe, infatti, perché non tutte le famiglie possono permettersi di spendere anche cifre superiori a duemila euro.
Il confronto europeo
Per chi non ha nonni a disposizione e con entrambi i genitori a lavoro diventa un problema non da poco organizzare la quotidianità del o dei propri figli visto che la pausa scolastica italiana è una delle più lunghe in Europa al cospetto di Grecia e Svezia dove le vacanze durano soltanto 10 settimane ma si scende ancor di più man che si sale di latitudine con Danimarca, Germania e Regno Unito che chiudono le proprie aule soltanto per sei settimane, un mese e mezzo. Un'alternativa ai costosi centri estivi possono essere le baby sitter ma si tratta, chiaramente, di una differenza abissale rispetto a strutture in cui ci si ritrova con altri coetanei dove si gioca e ci si confronta.
Le problematiche
Le associazioni dei consumatori spiegano che il centro estivo viene scelto, a questi prezzo, soltanto da una famiglia su tre con durata di almeno una settimana. Oltre ai costi, come ricorda IlMessaggero, la problematica è dovuta a strutture che spesso non sono idonee per i numeri richiesti. Inoltre, poi, i centri estivi del Comune di appartenenza hanno un prezzo baso stabilito dal singolo Centro e uno variabile in base all'Isee familiare. Il punto è che questa regola non vale per tutto il territorio italiano e i posti disponibili non coprono la domanda come accade soprattutto in grandi città quali Milano e Roma. Altre volte, poi, i giorni richiesti non coincidono con le disponibilità effettive con i genitori che devono operare tra la scelta di accorciare il divertimento ai figli o "spezzare" il soggiorno in più settimane.
Se è vero che il divertimento per i bambini è assicurato, Altroconsumo spiega che i costi possono raggiungere anche 350 euro settimanali. I centri estivi privati, logicamente, sono quelli con i costi più elevati che possono toccare la cifra di cui abbiamo parlato in apertura, anche più di duemila euro per tutta l'estate. A tutto ciò bisogna aggiungere costi extra come eventuali gite e spostamenti. Un bonus esiste, vale 100 euro ogni settimana ma lo possono sfruttare soltanto i dipendenti pubblici e pensionati Inps con un reddito basso.
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Giuseppe Valditara è al lavoro per limitare la dispersione scolastica e per abbattere i costi sostenuti dalle famiglie da giugno ad agosto: grazie a Pnrr e Pon sono circa 3500 gli Istituti scolastici aperti a nuove iniziative.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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