
Regna ancora un po' di incertezza per quanto concerne l'"autoliquidazione", il nuovo sistema ideato per regolamentare la successione e le donazioni entrato in vigore a partire dall'inizio di quest'anno: l'Agenzia delle Entrate ha di recente pubblicato una circolare proprio con l'obiettivo di far luce sulle modifiche apportate al Tus.
Lo scopo primario della riforma, come già ampiamente dichiarato, è quello di organizzare al meglio e semplificare la questione relativa alle imposte. Come noto, con decorrenza dal 1° gennaio 2025, non è più compito degli uffici tributari quello di calcolare le tasse e inviare agli eredi l'avviso di liquidazione per chiedere il pagamento. L'onere di provvedere al computo e al versamento delle imposte spetta unicamente a questi ultimi, che hanno 90 giorni di tempo dalla scadenza di presentazione della domanda di successione via telematica per adempiere ai loro doveri (quindi complessivamente 12 mesi dall'apertura di successione più ulteriori 3 mesi di tempo).
L'Agenzia delle Entrate entra in gioco per effettuare delle verifiche solo una volta ricevuto il versamento, valutando la regolarità dell'autoliquidazione dell'imposta di successione e la congruità tra quanto pagato dal contribuente e quanto riportato all'interno della dichiarazione. Qualora l'erede avesse versato una cifra inferiore a quella dovuta al Fisco riceverebbe la notifica di un avviso di liquidazione da saldare entro i due anni dalla data di presentazione della dichiarazione di successione, fermo restando che al totale si aggiungerebbero anche eventuali sanzioni e interessi.
L'unica eccezione è prevista dal regolamento per gli under 26, a cui è concessa la possibilità di entrare in possesso del denaro ereditato così da poter versare grazie a questa acquisizione tutte le imposte previste. In questa fase hanno un ruolo di primaria importanza le banche, a cui spetta lo svolgimento di tutte le pratiche necessarie per rendere rapido questo passaggio di proprietà dei fondi in modo da saldare i debiti col Fisco: il beneficiario non deve aver ancora compiuto i 26 anni al momento della presentazione della pratica all'istituto bancario, a meno che il giorno del suo compleanno non coincida con tale data.
Come si calcolano le imposte di sussessione? Come spiegato dall'Agenzia delle Entrate:
- qualora il beneficiario sia il coniuge o i parenti in linea retta, l'aliquota prevista è del 4%, con una franchigia di 1 milione ciascuno;
- qualora il beneficiario sia un fratello o una sorella, l'aliquota è del 6%, con franchigia di 100.000 euro ciascuno;
- per gli altri parenti fino al quarto grado e affini in linea retta, o per gli affini in linea collaterale fino al terzo grado l’aliquota è del 6%, senza franchigia;
- per gli altri soggetti l'aliquota è dell 8% senza franchigia.
Se l'imposta supera i mille euro è possibile rateizzare il pagamento, ma il primo versamento deve essere pari almeno al 20% del totale: il resto si può suddividere in 8 rate trimestrali che diventano 12 per cifre superiori ai 20mila euro.
Una parte della circolare è infine dedicata alle sanzioni. Se il diretto interessato non presenta direttamente la dichiarazione viene sanzionato con una multa pari al 120% del totale dovuto al Fisco. In caso di comunicazione tardiva entro i 30 giorni la sanzione scende al 45%.
Qualora il totale versato non corrispondesse a quanto dichiarato o nel caso in cui fossero riportati dati errati o mendaci tali da variare il computo dell'imposta, la sanzione
applicata è pari all'80% della differenza tra la tassa che l'erede avrebbe dovuto versare e quella dichiarata o pagata. Se invece questi errori sono tali da non modificare il totale delle imposte la multa va da 250 a mille euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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