Anche se il 31 marzo sono scaduti i termini previsti per legge sulle cessioni dei crediti per i bonus casa e Superbonus, come abbiamo visto sul Giornale.it il governo ha prorogato di sei mesi, fino al prossimo 30 settembre, il tempo utile per completare i lavori con il 110% e i cambiamenti al decreto legge numero 11 del 16 febbraio 2023 pubblicato in Gazzetta Ufficiale consentono alcune soluzioni per recuperare le spese sostenute lo scorso anno e per le rate dei due anni precedenti (2020 e 2021).
Ecco cosa cambia
IlSole24Ore ricorda che sconti e cessioni dei crediti comunicati nel 2022 ammontavano a circa 50,7 miliardi di euro ma la cifra pagata con strumenti tracciabili è di 44,2 miliardi. Dal momento che gli sconti in fattura non vengono pagati con il bonifico perché scontati, rimangono fuori circa 19 miliardi di spese e soltanto una parte di questa cifra sarà parte della detrazione nella dichiarazione dei redditi. Le imprese, poi, potrebbero aver avuto difficoltà a trovare chi comprasse i bonus già acquisiti. Una prima soluzione che viene incontro ai privati riguarda chi ha "saltato" la scadenza del 31 marzo per i bonus dello scorso anno ma vogliono comunque vendere i loro crediti. Chi avrà trovato un accordo "potrà rimediare entro il prossimo 30 novembre tramite la 'remissione in bonis': potrà cioè comunicare alle Entrate l’opzione di cessione o sconto, anche se in ritardo, pagando una sanzione di 250 euro", spiega il quotidiano economico.
Due soluzioni alternative
A questa soluzione se ne affianca un'altra: pagando sempre una multa di 250 euro e avendo a disposizione ancora altri 7 mesi pieni (fino al 30 novembre), anche chi ha usufruito dei bonus dello scorso anno che non sono riusciti a chiudere contratti di cessione dei crediti possono effettuare una comunicazione avendo più tempo per trovate gli acquirenti ma con il vincolo che potranno cedere i crediti soltanto a Istituti bancari, intermediari finanziari o alle assicurazioni.
Chi non dovesse trovare un acquirente ha a disposizione una terza via: l'uso diretto nella dichiarazione dei redditi ma a essere premiato sarà soprattutto il Superbonus con una detrazione decennale invece dei quattro anni previsti inizialmente ma a partire dalle dichiarazioni del prossimo anno (2024): in questo modo le rate si spalmano su un periodo più lungo e a costi più sostenibili.
Le aziende potranno compensare i crediti
Infine, sono previste agevolazioni anche per le imprese che hanno acquistato i crediti per le spese dello scorso anno, non sono ritardatari avendo già comunicato le spese entro i termini di scadenza del 31 marzo ma fanno fatica a utilizzarli in compensazione: anche in questo caso, "i tax credit inutilizzati potranno essere compensati in dieci anni anziché nei tempi originari (quattro o cinque anni)" grazie alle modifiche previste dal Dl 176/22 sullo "spalma-crediti" che in realtà non ha mai visto l'operatività da parte del Fisco.
Questa agevolazione sarà consentita per tutte le operazioni di cessione e sconti in fattura che non riguardano soltanto il Superbonus ma anche quelli per le barriere architettoniche e il sismabonus: sarà l'Agenzia delle Entrate a dover stabilire in quali termini saranno attuati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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