Classifica israeliana: ecco gli ebrei che contano Il più potente? E' Zuckerberg, il re di Facebook

Rivoluzionata la graduatoria del Jerusalem Post: Strauss-Kahn è fuori. Unica italiana Fiamma Nirenstein, editorialista del Giornale. Via Spielberg, Bob Dylan e Abramovich Tra le new entry Natalie Portman e Bar Refaeli

Classifica israeliana: ecco gli ebrei che contano 
Il più potente? E' Zuckerberg, il re di Facebook

Di solito le liste degli ebrei influenti le compilano, con una frequenza preoccu­pante, personaggi e organiz­zazioni fortemente sospettati di antisemitismo. E i media, giustamente, se ne occupano con inquietudine. Stavolta in­vece si parla di un elenco che non desta alcun allarme, vi­sto che è stato stilato dal quoti­diano israeliano Jerusalem Post. Ma la notizia non è que­sta, dato che quel giornale ag­giorna ogni anno la lista degli ebrei influenti. La notizia è che dal 2010 la graduatoria dei primi cinquanta ha subito una vera e propria rivoluzio­ne. L’inventore di Facebook, ultimo personaggio dell’an­no secondo Time e più giova­ne miliardario del mondo nel 2008 secondo Forbes, balza dal 23esimo posto al primo e scavalca leader politici di lun­go e lunghissimo corso, diplo­matici, grandi imprenditori, artisti, generali, ex capi del Mossad eccetera eccetera. E per un enfant prodige della Rete che conquista la vetta del mondo ebraico, c’è un ex potentissimo della finanza mondiale, nel 2010 era il nu­mero 6, che scompare. Si trat­ta, naturalmente, di Domini­que Strauss-Kahn, il francese più odiato d’America.L’ex mi­nistro, ex direttore generale del Fondo monetario interna­zionale nonché ex candidato socialista all’Eliseo, è sotto processo per stupro a New York e ora ha molto più biso­gno di aiuto che possibilità di darne.

Ma spariscono dalla «top 50» del popolo eletto anche grandi costruttori di cultura globalizzata come il regista Steven Spielberg (64 anni, americano, tre Oscar all’atti­vo, era 31esimo), l’epistemo­logo Bernard-Henri Lévy (62 anni, fondatore della «nuovel­le philophie», era 45esimo) e Bob Dylan (70 anni un paio di settimane fa, americano, mo­numento della cosiddetta mu­sica leggera, era 46esimo). E personaggi che hanno fatto la storia dell’Europa e dell’Occi­dente come Simone Veil (82 anni, francese, sopravvissuta all’Olocausto, ex magistrato, più volte ministro, accademi­ca di Francia, era 42esima). Esce di classifica anche il pro­prietario del Chelsea Roman Abramovich (44 anni, russo, imprenditore, era 47esimo), perito tecnico industriale, in­ventore del Josè Mourinho in versione Special One e pro­prietario di uno yacht che pa­re abbia un piccolo sottomari­no come scialuppa di salva­taggio.

In compenso entra di prepo­tenza e si piazza al terzo posto dietro il dominus della politi­ca israeliana Bibi Netanyahu l’ex vicepresidente di Google Sheryl Sandberg (41 anni, americana), da qualche anno ai vertici di Facebook e Di­sney nonché delle classifiche delle persone più ricche e po­tenti del pianeta. E scala la gra­duatoria anche Dennis Ross, l’araba fenice del Dipartimen­to di Stato, che scavalca il pre­sidente della Fed Ben Shalom Bernanke, il quale contempo­raneamente scende dalla se­conda all’ottava posizione. Ross, il diplomatico che ha la­vorato con Bush padre, Clin­ton e Bush figlio, sempre risor­gendo dall­e ceneri delle tratta­tive di pace che aveva promos­so, torna infatti alla ribalta da consigliere speciale di Oba­ma per le aree di crisi.

Ed entra in classifica, unica italiana, anche Fiamma Ni­renstein, le cui posizioni sulla morte dell’attivista filopalesti­nese Vittorio Arrigoni, espres­se anche su questo quotidia­no di cui è editorialista, sono state particolarmente apprez­zate dai colleghi del Jerusa­lem Post .

I giornalisti che han­no stilato l’elenco degli ebrei influenti 2011 hanno ricorda­to nelle motivazioni della menzione che la Nirenstein, vicepresidente della commis­sione Esteri della Camera, ha rifiutato di incontrare una de­le­gazione del parlamento ira­niano.

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