
Giravano escort, cocaina e altre droghe, annaffiate da fiumi di champagne. Alla Gintoneria di via Napo Torriani, che ieri mattina è stata sigillata dalla Guardia di finanza, la movida metteva in scena il proprio lato proibito. A dispetto del cartello appeso in bagno, che avvertiva: «Si prega, per chi ne facesse uso, di arrivare già pippati. Perché il bagno serve per chi deve pisc... e annessi». Sempre ieri le Fiamme gialle hanno arrestato e messo ai domiciliari Stefania Nobile, 60 anni, figlia di Wanna Marchi, il suo ex compagno e oggi socio in affari Davide Lacerenza, 59enne titolare della «Ginto», e il loro factotum Davide Ariganello, 27 anni.
L'aggiunto Bruna Albertini e il pm Francesca Crupi avevano chiesto il carcere per i tre accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I militari del Nucleo di polizia economico finanziaria, che hanno svolto le indagini, hanno inoltre sequestrato 900mila euro, considerati i guadagni dell'autoriciclaggio. All'arrivo nel locale la Gdf ha trovato pure un piatto con sopra la polvere bianca: i resti dell'ultima serata. L'ordinanza di custodia cautelare è firmata dal gip Alessandra Di Fazio.
Lacerenza, tutto Ferrari brandizzate e bottiglie di champagne «sciabolate» messe in mostra sui social, «nelle conversazioni intercettate - scrive il gip - afferma che molti vengono alla Gintoneria piuttosto che in altri locali milanesi altrettanto famosi come la (...) per la presenza di escort, che sarebbero nel numero di due per ogni cliente». I clienti erano tutti molto facoltosi e usufruivano di un pacchetto completo che comprendeva la droga, le prostitute, poco più che maggiorenni, e le bevande alcoliche. Il prezzo per accedere al privé partiva da 1.000 euro a testa. Proprio dai grossi bonifici di uno degli habitué, fatti con causale «champagne», è partita l'inchiesta. Quest'ultimo avrebbe speso in circa tre anni più di 640mila euro. Un altro in una sola notte ben 70mila euro. C'erano poi operatori delle forze dell'ordine, tra cui un finanziere che in cambio di favori riceveva prestazioni sessuali gratis. Uomini che arrivavano da Dubai, dalla Svizzera e anche un «sindaco ricco» non meglio identificato. I clienti speciali potevano inoltre ricevere i servizi direttamente con consegne a domicilio. Del delivery di solito si occupava Ariganello. Nessuno dei frequentatori della Gintoneria risulta indagato.
La «Ginto» lo scorso anno è stata imbottita di cimici dagli investigatori. Aveva anche una sorta di dependance: la Malmaison. Descrive il giudice: «Di fronte alla Gintoneria si trovava un locale rosa che Lacerenza spaccia come un privé (...) di fatto è un locale con la saracinesca sempre abbassata che viene aperta all'occorrenza solo per clienti facoltosi che sono disposti a spendere da euro 5.000 in su. È chiamato locale rosa perché è arredato con una moquette di colore rosa e nel suo interno è presente anche un soppalco, arredato con divani, ove i clienti possono appartarsi con escort per prestazioni sessuali. Il locale in questione e dotato di telecamere.
Una volta che i clienti entrano nel locale rosa, la saracinesca viene richiusa. I clienti sono consapevoli di essere video ripresi. Questo locale generalmente viene aperto dopa le 2 quando per legge chiude la Gintoneria».
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