Colf sequestrata 15 giorni Per non farla fuggire c’era un ordigno sulla porta

Per due anni è riuscito a sottrarsi alla cattura. Fino all’altro giorno quando, non potendo più scappare, si è lasciato ammanettare senza batter ciglio. Deve infatti scontare tre anni e cinque mesi per violenza sessuale.
Nel 2006, l’uomo di 39 anni, romeno, senza fissa dimora, tormentava la figlia minorenne di 15 anni. Usava le maniere forti: quelle del prepotente. La guardava con sguardi morbosi, con attenzioni da maniaco. Poi l’aveva ridotta a una schiava e la violentava ogni volta che ne aveva voglia.
Il romeno si sentiva sicuro: imprendibile. Con le minacce esplicite, con le botte e la violenza era riuscito a terrorizzare la ragazzina. Tutto avveniva in un appartamento di Cormano. La giovanissima piangeva, sopportava. Aveva un sacco di paura. L’uomo, dopo aver soddisfatto i suoi turpi desideri, a suon di schiaffi le imponeva il silenzio: «Se lo racconti in giro farai una brutta fine», le diceva con l’arroganza del padre padrone.
La storiaccia è andata avanti per mesi. Alla fine, però, la vittima è riuscita a trovare il coraggio di andare dal maresciallo che comanda la stazione dell’Arma a Bresso. Al sottufficiale ha raccontato tutta la vicenda. Una di quelle che ti segnano la vita, ti spengono i sogni, ti cambiano l’esistenza. «Quelle cose mi fanno schifo - ha detto agli inquirenti -. E dopo mi vergogno». Il bruto, già condannato, era inseguito da un ordine di carcerazione. Le prove lo inchiodavano, ma lui aveva già fatto perdere ogni traccia. Poteva contare sui contatti, le protezioni e le amicizie indispensabili per rimanere a lungo nascosto.
Ma l’altra mattina all’alba i carabinieri lo hanno acciuffato. Era a Solaro, in un appartamento in via Cinque Giornate con la convivente. Sono entrati a colpo sicuro. E lo hanno caricato sulla gazzella che partiva diretta verso il carcere.

Ora deve stare dietro le sbarre con una certa apprensione: in cella i criminali di razza non guardano di buon occhio chi si «macchia» di questi odiosi reati. Forse avrà il tempo necessario perché si prenda almeno l’impiccio di pensare a quel che ha combinato alla sua dolcissima creatura.

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