Franco Ordine
Missiva consegnata. Da ieri Pierluigi Collina, larbitro numero uno del calcio italiano, rimasto in attività in forza di una deroga legata alletà, è ufficialmente dinanzi a un bivio. Nelle prossime ore deve scegliere se rinunciare a un ricco contratto pubblicitario (1 milione di euro dalla Opel Europa) per arbitrare anche in serie A eliminando lincompatibilità con il Milan (sponsor, a fine contratto, lOpel Italia) oppure se tenersi la Opel con la consapevolezza di poter fischiare solo in serie B. Nei prossimi giorni terrà una conferenza stampa per dire cosa ha deciso.
Al fischietto di Viareggio, la lettera della Federcalcio è stata consegnata ieri mattina a Coverciano nel corso del raduno degli arbitri. Collina ha letto, preso nota e chiesto a Lanese, il presidente dellAia, e Mattei, il nuovo designatore, qualche giorno di tempo prima di comunicare in modo definitivo il suo orientamento. Loccasione può diventare anche il summit di lunedì mattina, convocato sempre a Firenze tra dirigenti, capitani, allenatori e arbitri. Vedremo. Di sicuro Collina lha presa malissimo. Rabbuiato, ha evitato commenti e dichiarazioni. Con i due dirigenti, i suoi diretti superiori, ha discusso a lungo, anticipando in qualche modo il suo orientamento. Non ha molta voglia di fare il grande gesto. Perché un gesto da 1 milione di euro è rarissimo nella casistica del calcio. E non sarebbe nemmeno giusto. Chi lo spiegherebbe alla moglie e alle due figlie?
Collina, tra laltro, ha qualche buon motivo per dolersi della particolare condizione. Primo: ha informato la sua associazione, e tra questi Lanese (che lavrebbe spifferata alla stampa), per tempo del contratto con la Opel. Secondo: in Inghilterra, lincompatibilità non esiste. Lanno scorso gli Emirati Arabi erano, contemporaneamente, sponsor del Chelsea, poi vincitore dello scudetto, e del gruppo arbitri, senza suscitare alcuno scandalo. Terzo: ha chiesto e accettato volentieri di restare ancora un anno in campo proprio per non perdere lultima occasione di sottoscrivere contratti pubblicitari. Collina arbitro ha un valore, Collina dirigente, dalla prossima estate cioè, passerà inosservato. E poi allimprovviso, per Collina, la Federcalcio è diventata pelosa: bisogna rispettare i regolamenti alla lettera. La spiegazione è inquietante. Secondo taluni sarebbe una «rappresaglia» di Carraro, spazientito per il no di Collina allincarico di designatore. Con lui, Lanese, preoccupato del carisma di Collina. Se così fosse, e non ci sono grandi dubbi, sarebbe davvero miserevole.
Adriano Galliani, presidente della Lega e vice-presidente esecutivo del Milan, si è tenuto a distanza di sicurezza dallargomento pur avvertendo lassurdità della vicenda. Non ci fosse stato di mezzo il Milan e il suo sponsor, si sarebbe schierato dalla parte di Collina che pure a maggio, dirigendo Milan-Juve di campionato, negò ai rossoneri un rigore doc (fallo di Zambrotta su Cafu). Così la questione, per qualche giorno, resta nelle mani di Collina e di un professionista da lui interpellato.
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